Addio al papà dell’Uomo Tigre, Keiichirō Kimura

Animatore giapponese, Keiichirō Kimura, (木村圭市郎), è nato nel 1938 e sin da bambino ha dimostrato le sue grandi qualità… nelle discipline sportive!

Ma sotto la sua enorme stazza e l’atteggiamento da bullo, si nasconde la sua vera passione per il disegno, eppure non riesce a superare nessun esame all’istituto d’arte al quale si iscrive.

Quando poi la Toei Animation, Studio di Animazione in Giappone, si mette alla ricerca di personale addetto all’animazione, Kimura si fa aiutare dal suo compagno di scuola Kusube e riesce così ad entrare in azienda. Tra l’amico Kusube e Ōtsuka, Kimura avrà degli straordinari maestri nel mondo del disegno, che lo aiuteranno così a passare da una produzione all’altra.

Passa così, nel 1964, al reparto di Character Design e poi di Direttore dell’Animazione, firmando diversi anime, tra cui: Rainbow Sentai Robin, Cyborg 009, Mimì e la nazionale di pallavolo.

Solo nel 1969, Kimura ottiene l’incarico di Character Designer per Tiger Man, l’Uomo Tigre.

Già manga, l’Uomo Tigre è scritto da Ikki Kajiwara e illustrato da Naoki Tsuji, pubblicato in Giappone dal 1968 al 1971 dalla casa editrice Kōdansha.

Questa produzione sarà l’occasione che porterà Kimura alla fama e con lui, ovviamente, l’anime stesso. Forti e d’impatto sono stati i movimenti dei personaggi, la crudezza dei gesti e delle scazzottate dei vari sfidanti, su un ring che, per volontà dello stesso Kimura, doveva avere le dimensioni di un campo di calcio, per dare così senso agli acrobatici salti dei duellanti.

La linea grafica di Kimura fu anche influenzata dal lavoro di Bob Peck, già illustratore a Hollywood, per poi prendere una vita e una strada proprie.

Tiger Man, l’Uomo Tigre, è un anime suddiviso in 105 puntate ed è arrivato in Italia solo nel 1982, su Rete4, prima che su altre emittenti private, come ad esempio, 7Gold, Tele Capri, La7 degli inizi.

Venerdì scorso, 19 ottobre 2018, Kimura è morto all’improvviso, per infarto miocardico, all’età di 80 anni.

Sin da piccolo, mi sedevo per terra a vedere le scazzottate dell’Uomo Tigre e poi le pacate e ben incanalate energie del suo alter-ego, tutto dedito al lavoro e a fare del bene, in quella sua stupenda decappottabile rossa con gli interni in pelle marrone.

Non mi ha mai fatto impressione la violenza dei suoi combattimenti, neanche il tanto sangue che tinteggiava lui, l’avversario e il ring stesso.

Era l’azione dell’Uomo Tigre ad affascinarmi, era il fatto che, dietro quella violenza enorme e sproporzionata, ci fosse un uomo come tanti che aiutava i ragazzini e le signore per strada, si batteva per la giustizia e detestava chi facesse il male.

Questo è l’Uomo Tigre che ricordo e che Kimura ci ha regalato con la sua arte, il suo sacrificio e la sua impareggiabile voglia di fare, nonostante le strade sembravano a lui avverse!

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Pubblicato da Re_Censo

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