@Re_Censo #95 KING ARTHUR –  IL POTERE DELLA SPADA

KING ARTHUR

Amici Recensiani, bentornati sul canale!
Con questa puntata smetto di parlare di ciò che ho visto al Comicon. Ne approfitto per ringraziare una ragazza, Federica, che ho conosciuto in fila per Daniel Pennac e che mi ha sopportato nella mia ansia di non farcela con i tempi e mi ha spinto a correre per non perdermi il film… e così ho dimenticato di salutare e ringraziare a dovere. Federica, se ci sei, grazie!
Parliamo quindi del film di KING ARTHUR! Iniziamo!

KING ARTHUR –  IL POTERE DELLA SPADA è una pellicola ispirata a La morte di re Artù di Mallory, opera del XV secolo.

Trasporto per la Warner Bros. dalla regia di Guy Ritchie, si basa essenzialmente sulla morte di Uther Pendragon, interpretato da Eric Bana, il cui trono viene usurpato dal fratello Vortigern, interpretato da Jude Law che farà da antagonista ad Artù, vestito da Charlie Hunnam.

Ho visto questo film al Comicon, in anteprima, ben più di 10 giorni prima che uscisse al cinema, tant’è che lo abbiamo visto in lingua originale con sottotitoli e i cari controllori di sala che facevano servizio di antipirateria, ci han costretto a smontare fotocamere e cellulari e imbustarli e sigillarli all’ingresso. Mi è parso un po’ eccessivo togliere batterie e schede di memoria, ma visto che la pirateria esiste e vive di questo, me ne sono fatto una ragione. Ma basterebbe abbassare il costo del biglietto ed ecco risolto.

Torniamo al film.

È una pellicola che mi è piaciuta molto. Si vedono sin da subito i tratti distintivi che caratterizzano la narrazione di Ritchie, come ad esempio i tamburi e i violoncelli ad apertura, potenti e maestosi, che richiamano la colonna sonora di Sherlock Holmes, ovviamente non il telefilm, seppur qualcosina il telefilm lo ha ereditato dai due film, a mio parere, ma non è questo il giorno per parlarne!
Dicevo, i segni distintivi con i quali abbiamo conosciuto questo regista, proprio in Holmes, sono trasposti qui in questa pellicola: non solo quindi la musica e il ritmo di narrazione della vicenda, ma lo stile dei combattimenti, il forte impatto che hanno i flashback che si intrecciano con la narrazione. Il tutto crea un prodotto veramente fruibile, godurioso e godibile. Son stato davvero contento di aver fatto la levataccia, dopo neanche 3 ore di sonno, e non so quante file per poterlo vedere. Fa strano che la sala era in parte vuota!

Molto interessante è la parte riservata ad Artù, che vien posto al sicuro con una rievocazione quasi biblica, come quando Mosè viene lasciato in una cesta sul Nilo. Bellissima sequenza e meravigliose inquadrature. Superbo è il modo col quale si mostra la crescita del ragazzino che diventa uomo, interpretato da un attore nuovo, almeno per me, che da una parvenza di freschezza e novità nella fisionomia e interpretazione di Hunnam.
Strano è il linguaggio usato per le battute, molto lontano dal testo originale, pieno di inflessioni moderne, parole di un certo colore che si discostano moltissimo dal periodo storico. L’unico legame col mito è dato dalla creatura abissale con la quale Vortigern stringe patti. Ma per il resto, e non è un sentore solo mio che l’ho visto in inglese, ma anche di chi lo ha poi visto in italiano, per il resto diventa come una gara tra “capoziellI”, come si dice, non più una rievocazione storica, ma un qualcosa di nuovo, come se non si fossero evolute medicina, tecnica e industria, ma il linguaggio trascende e va oltre, divenendo più contemporaneo nostro e peggio, più contemporaneo alle serie tv e al loro basso modo di parlare, prendiamo Gomorra, che non ho mai visto, ma mi è stato detto, o linguaggi da bar e basso borgo, un po’ il cosiddetto Bronx. Stona un po’, anche se nell’immaginario reso da Ritchie ha il suo perché e la sua coerenza… perché purtroppo non è la trasposizione pura e semplice dell’opera letteraria, ma un trasporto adattato ad nostro ambiente storico attuale.

Però, tolto questo, funziona tutto molto, ma molto bene e con grande passione si giunge alla fine. Una fine che sembra aperta e non giunta veramente alla conclusione. Infatti ieri al cinema, mentre aspettavo l’inizio del film, ho letto online che questo non è altro che il primo di una esalogia. Quindi ne vedremo ancora e speriamo che ci venga detto ancora molto su questo spaccato mitologico che prende i toni del mondo attuale. La magia e la poesia di quel mondo, quasi si sporca col fraseggio moderno, mettiamola così.

Insomma però! A me è piaciuto, mi ha lasciato piacevolmente appagato e mi ha trasportato in un bel mondo, visto non solo con occhi nuovi, ma con linguaggio nuovo. Forse l’innovazione sta proprio in questo e potrebbe diventare la fortuna di questo progetto, così da avvicinare un prodotto letterario di una certa caratura, ad un pubblico che ormai non legge quasi più. Chissà!

E voi l’avete visto? Che ne pensate?

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Pubblicato da Re_Censo

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