@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins

FOCUS ON
Sir Anthony Hopkins

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@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins

Video di luglio, questo FOCUS ON è nato dal suggerimento di alcuni di voi.
Sul mio profilo Instagram e sul canale Telegram, vi ho chiesto di cosa parlare, tra attori, attrici e registi.
Tra gli attori c’erano anche David Tennant e Hugo Weaving, ma ha vinto Anthony Hopkins!
Quindi vi ringrazio per i suggerimenti, oggi parleremo proprio di lui!

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins

Philip Anthony Hopkins è nato a Margam, nel sud del Galles, il 31 dicembre 1937.
Frequentò a Cowbridge la “Cowbridge Grammar School“, e per la sua lieve dislessia, assunse un atteggiamento schivo e introverso, i genitori decisero di mandarlo alla “YMCA” per favorire la sua socializzazione. Fu così che iniziò a partecipare alle prime recite e capì che la recitazione giocava un ruolo importante nella sua vita. Entrato nel “Welsh College of Music and Drama“, lo lasciò dopo due anni a causa del servizio di leva.
Congedatosi, entro nella “Manchester Library Theatre” e alla “Nottingham Repertory Company” e fu quindi accettato nella “Royal Academy of Dramatic Art” e da lì al “National Theatre” nel 1965 che lo portò quindi al suo esordio cinematografico nel 1967 nel film “Il bus bianco” di Lindsay Anderson.

Nel 1968 impersonò Riccardo Cuor di Leone al fianco di Peter O’Toole e Katharine Hepburn (Il leone d’inverno, Anthony Harvey) e il successo fu sancito da due Oscar.
Da quel momento iniziò per Hopkins un periodo carico di lavori, tra cinema, tv e teatro. Apice della sua carriera fu l’interpretazione, nel 1991, di Hannibal Lecter, psichiatra cannibale (Il silenzio degli innocenti) e nel ’92 interpretò il professor Abraham Van Helsing nel film “Dracula di Bram Stoker” di Francis Ford Coppola.

Aumentano le produzioni nelle quali assume ruoli più o meno larghi, ma che lo fanno comunque apparire come l’icona che è, anche in parti molto brevi e marginali.
Infatti nei primi del 2000 (Impossible II), diventa addirittura solo un cammeo.

Nel secondo decennio del 2000 si avvicina alla Marvel con Thor e nel 2012, fortemente truccato, interpreta un meraviglioso Alfred Hitchcock nel film biografico (Hitchcock).

Internet lo riscopre come meme, avvicinandolo alla fisionomia di papa Benedetto XVI, tanto che nel 2019 interpreta proprio papa Benedetto XVI nel film “I due papi” e viene candidato al Golden Globe.
Nello scorso anno, 2020, è il protagonista di “The Father – Nulla è come sembra“, e la sua interpretazione di un anziano ingegnere malato di demenza senile, gli vale la vittoria del BAFTA e dell’Oscar al miglior attore.

A 83 anni, 3 mesi e 26 giorni, Hopkins è il più anziano ad aver vinto la statuetta come miglior attore protagonista.

Nel 1993 venne nominato cavaliere (Knights Bachelor) ottenendo il titolo di “Sir“.
Membro di spicco di Greenpeace, nonché patrono dell’organizzazione benefica Rehabilitation for Addicted Prisoners Trust, Hopkins soffre della sindrome di Asperger.

Di Sir Anthony Hopkins ho cercato la filmografia sulle quattro piattaforme che pago e ne ho quindi visto i film trovati.
Purtroppo molti, ma davvero molti, erano a pagamento, quindi parliamo oggi di quelli visti gratuitamente.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Un uomo in guerra

Un uomo in guerra (One Man’s War) regia di Sergio Toledo, (1990) –  AMAZON PRIME
Ricordate il film “Sulla mia pelle” che racconta la vicenda di Stefano Cucchi?
Ecco, qui, film per la Tv, Hopkins interpreta un medico del Paraguay impegnato nel lenire il male inflitto dalla dittatura di Alfredo Stroessner, spesso e volentieri mostrando la verità ogni volta che andava in viaggio negli USA. Questo lo ha messo così contro la polizia locale e a farne i conti è la sua famiglia. In un crescendo di angoscia, frustrazione e lotta estenuante, Hopkins ci presenta tutta la disperazione e il mondo che crolla addosso a questo medico.
Mi ha molto ricordato “Sulla mia pelle”, non perché Cucchi sia un santo, ma perché l’autorità (sia essa di regime o di stato democratico) alle volte sa facilmente perdere il centro della propria missione, ammazzando e perseguendo e la recitazione del protagonista mi ha fatto rivivere una cronaca dell’epoca, come fosse ancora tanto attuale.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Dracula di Bram Stoker

Dracula di Bram Stoker (Bram Stoker’s Dracula), regia di Francis Ford Coppola (1992) –  TIM Vision/NETFLIX
Film che vidi da piccolo, ma che non ricordavo minimamente.
Qui Hopkins veste il ruolo del professore Abraham Van Helsing e seppur sembri una trasposizione molto fedele del romanzo, se ne discosta particolarmente, tingendo di tensioni sessuali gran parte delle relazioni dei protagonisti, modificando così anche la natura di Van Helsing, troppo borderline, con reazioni veramente eccessive. Mi aspettavo una personalizzazione diversa, ma probabilmente centrando in pieno lo stile dell’epoca.

 

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Quel che resta del fiorno

Quel che resta del giorno (The Remains of the Day), regia di James Ivory (1993) – NETFLIX
Quasi anticipazione del racconto di Downton Abbey, stavolta Hopkins interpreta un Maggiordomo del primo dopoguerra, nella magione di Darlington Hall.
James Stevens è un perfetto Signor Carson, che ci presenta, come fosse una sua memoria privata, le vestigia di casa Darlington, il suo splendore e la sua inevitabile decadenza, quando il Lord dell’epoca si lasciò infinocchiare dai nazisti. Ormai in decadenza, venduta la casa, Stevens ne resta custode alle dipendenze del nuovo proprietario ed è così in cerca di personale.
Il viaggio di questa storia è il tentativo di Stevens di riportarne a casa la Governante e per fare questo viaggiamo noi stessi tra il presente della narrazione e i ricordi del Maggiordomo, in quello che è la vigilia del secondo conflitto mondiale.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Morti di salute

Morti di salute (The Road to Wellville), Regia di Alan Parker (1994) – AMAZON PRIME
Nel 1900, John Harvey Kellogg, personaggio esistito realmente e qui preso a pretesto come simbolo della ricerca spasmodica di benessere e salute, apre una casa di cura della salute mentale e fisica. Hopkins che ne veste i panni, si mostra come un sempiterno esaltato e felice, con delle regole rigidissime e assurde, che riguardano un po’ tutta la vita maschile e femminile.
Non bastano quindi i suoi fiocchi di mais, ma serve anche una vita attiva, sana e per ottenerla si arriva anche alle terapie più disparate, come la stimolazione elettrica e operazioni chirurgiche.
Commedia grottesca e quindi affascinante e molto divertente, che ci immortala un Hopkins con un atteggiamento fisso della bocca e un’espressione euforica davvero affascinanti.
Molto, sicuramente, per noi lo ha fatto anche il doppiatore.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Nixon

Gli intrighi del potere – Nixon (Nixon), regia di Oliver Stone (1995) – DISNEY+
Film lunghissimo e per me molto difficile, soprattutto la parte iniziale, non avendo la minima idea di dove collocarlo storicamente.
Qui Hopkinks è nientemeno che Richard Nixon, 37° Presidente degli Stati Uniti d’America, e il contesto storico e pretesto narrativo li ritroviamo nello scandalo del Watergate, che io ho sempre immaginato fosse uno scandalo legato all’acqua e invece è un albergo, nel quale venne smascherata una serie di intercettazioni fatte anche nella Casa Bianca, allo scopo di dare manforte alla rielezione di Nixon.
Interpretazione stratosferica di Hopkins, aiutato fisicamente da una protesica abbondante e forse in alcuni aspetti fotografici, poco efficace, ma con tutta una serie e un corollario di movenze e atteggiamenti del viso e del corpo, veramente interessanti e realistici.
La profondità del dissidio di questo personaggio, l’intenzione di vincere guerre iniziate da altri, una dialettica e una comunicazione passate sulla celluloide che lasciano davvero tanto da pensare.
Film difficile, ma interessante.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - L'urlo dell'odio

L’urlo dell’odio (The Edge), regia di Lee Tamahori (1997) – DISNEY+
Charles Morse è un miliardario in mezza età che accompagna la giovane moglie in Alaska per un set fotografico messo su dall’amico Bob Green.
In questo film, a tratti davvero odioso e ripugnante, v’è una nota costante di fastidioso sudiciume che accompagna la narrazione, indirizzandolo all’invidia, all’odio provato nei confronti di Morse da chi invece diceva di volergli bene e di amarlo.
Non appena arrivati in Alaska, si mettono in modo una serie di eventi che precipitano sempre più, distruggendo e annientando i personaggi, smascherandoli e mostrandoli così nella loro vera natura. E Hopkins si mostra come quella persona che non ostenta, non mette in mostra la propria posizione e, un po’ troppo ingenuo forse per l’età avanzata, si ritrova a fare i conti con relazioni fittizie nate più dall’interesse per i soldi, ma che al tempo stesso ce lo mostrano capace di una sopravvivenza incredibile.
Ancora una volta si cala a pennello nella parte dell’anziano, un po’ sordo, riflessivo e pacato, sorprendendoci poi per le sue reazioni scattanti.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Amistad

Amistad, regia di Steven Spielberg (1997) – TIM Vision
Forse uno dei film più belli a cui Hopkins ha lavorato e questa volta indossa i panni dell’ex Presidente USA John Quincy Adams.
Anziano e in pensione, segue da lontano la situazione attuale del paese, sull’orlo della Guerra Civile. Siamo nel 1839 e la nave Amistad tenta di conquistare una nave di schiavisti spagnola.
Gli schiavi però stavolta si ribellano e ne prendono il possesso, tentando di ritornare in Africa. Ingannati, vengono portati in America dove un tribunale rappresenterà la situazione sociale del tempo: da un lato il sud schiavista, dall’altro il nord progressista.
L’intervento di Hopkins, ancora una volta per pochissimo tempo, ci permette di vederlo condensato in una interpretazione stupefacente di un uomo davvero molto in là con l’età e che riesce a dare il senso di un potere che logora, di una mente attiva, vivace e di un pensiero modernissimo per l’epoca.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Vi presento Joe Black

Vi presento Joe Black (Meet Joe Black), regia di Martin Brest (1998) – NETFLIX
Film cui mia sorella sbava ancora dietro, che io non ho mai sopportato per una sola ragione: non sopporto Brad Pitt e la sua espressione da stoccafisso.
Vuoto e belloccio.
Stavolta Hopkins è Bill Parrish, magnate delle telecomunicazioni, che sta per festeggiare i suoi 65 anni e al contempo traghetta la sua società alla vendita della propria testata giornalistica. Nonostante il lustro, lo splendore, la tenacia e le capacità eccezionali, Parrish viene raggiunto dalla Morte che fa un patto con lui.
È in vacanza, vuole vivere un breve periodo con lui, gustando i piaceri della vita umana, per poi prenderlo, ma solo dopo il suo compleanno. È allora che il magnate capisce ancor più il senso della famiglia, riscopre i legami d’amicizia e il valore del sudore e di ciò che ha costruito in tanti anni e inizia a vivere realmente.
Tutto questo, forse in maniera leggera, semplice e con un intreccio misero, è mostrato da una interpretazione tranquilla che ci rende Parrish come uno cui tutto scorreva attorno, sempre attento e vigile, e che finalmente prende poi realmente le redini in mano, forse troppo tardi, forse no, ma probabilmente protagonista diventa l’esperienza di Morte, più che di Parrish stesso.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Hannibal

Hannibal, regia di Ridley Scott (2001) – NETFLIX
Speravo di partire con Il Silenzio degli Innocenti, ma non è presente in alcun catalogo.
Se lì, Hopkins appare per soli 23 minuti e riesce a rendere Lecter con quel suo modo compassato, atteggiamenti lenti e cadenzati che poi scoppiano in ira e tensioni improvvise, in Hannibal esce di prigione e si è spostato a Firenze, circondandosi di arte.
Purtroppo però, l’unica sua vittima che è sopravvissuta, Verger, mette su un piano per distruggerlo. Le indagini dell’FBI entrano così in contatto con la polizia di Firenze.
Nonostante l’età, Lecter sembra attutire bene i colpi, pronto a quegli scatti che non sembrano ricondurlo alla sua  figura così compassata e poco agile. Eppure, ancora una volta, Hopkins con pochi sguardi, inclinazioni del viso, qualche dente scoperto, riesce a sorprendere e finalmente, del famigerato cannibale, si ha un vero e proprio assaggio sul finire della vicenda, quando apre la testa all’agente Krendler e ancor più quando offre quel boccone a un bambino.
Pochi attimi, poche scene, ma di una potenza incredibile.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Red Dragon

Red Dragon, diretto da Brett Ratner (2002) – NETFLIX
Nel terzo capitolo, Hannibal è un mezzo di contatto col quale l’ex-agente Will Graham che lo ha arrestato, cerca di capire chi sia un nuovo serial killer che tutti chiamano “Il Lupo Mannaro”.
Ancora quindi Hopkins è limitato dentro una prigione, ha ben poco modo di esprimersi come la macchina di morte che abbiamo visto in azione in precedenza, e l’età sembra farsi sentire, eppure però quella sua conoscenza della psicologia umana ci dà la possibilità di entrare in contatto con la mente del nuovo assassino, prima ancora di vederlo.
Probabilmente il più crudo dei film con Lecter, ma anche quello in cui lui sembra perdere la sua forza, ma che poi, sul finale, indica questo film come precedente all’incontro con Clarice Starling e quindi ancora devono accadere i fatti de “Il Silenzio degli Innocenti”.
Questa scena, già solo questa scena, mette i brividi.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Patto con il diavolo

Patto con il diavolo (Shortcut to Happiness), regia di Alec Baldwin (2007) – AMAZON PRIME
Jabez Stone è uno scrittore che pretende troppo per il poco talento che ha e così, carico di livore e invidia, stringe un patto con una giovane e affascinante donna.
Di li a poco, tutti coloro che invidia e gli hanno messo i bastoni tra le ruote, spariscono, vengono distrutti e mentre loro cadono, lui ascende.
Nel fare questo, il film ci mostra i più reconditi e proibiti meccanismi dell’editoria americana, soprattutto i suoi angoli bui. Tutti sono coinvolti, tranne, a quanto pare, il capo della casa editrice, Webster, interpretato da Hopkins, che non sembra coinvolto in questi improvvisi cambiamenti.
Ancora una volta, il personaggio ha un vissuto non detto, mostrato solo in un momento esatto del film, ma allo stesso tempo ha uno charme e una compostezza da signori.
Purtroppo però la sceneggiatura è talmente semplicistica che l’intreccio è subito svelato, quindi perde quel po’ di tensione che prometteva e Hopkins è davvero sprecato.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Quella sera dorata

Quella sera dorata (The City of Your Final Destination), regia di James Ivory (2009) – AMAZON PRIME
Omar Razaghi si è laureato e deve scrivere una biografia per la sua università del Colorado, sulla figura di Jules Gund, famoso scrittore che si è rintanato nella sua terra in Uruguay.
Omar quindi raggiunge lì i suoi eredi, il fratello, la moglie, l’amante e la figlia.
Hopkins è il fratello di Jules, un omosessuale che fa da memoria storica della sua famiglia, unico e primo ad accogliere amichevolmente lo studioso e di certo non senza i suoi interessi. Quello che qui è proprio particolare per me da vedere, nella carriera di Hopkins è proprio la natura di Adam, che l’attore trasmette con un modo così affettato, calmo, trascinante, quasi senza pensieri, distaccato rispetto alla situazione dei parenti e, nonostante l’età, pronto a sfide nuove e a saperle affrontare. Un’interpretazione molto naturale, ben riuscita, che non ci presenta alcuno stereotipo omofobo, ma anzi ne diventa una caratteristica molto credibile.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni

Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni (You Will Meet a Tall Dark Stranger), regia di Woody Allen (2010) – TIM Vision
Questo film ha tutto il sapore di uno dei film di Woody Allen, dove le relazioni tra i personaggi si stanno distruggendo e questi iniziano nuove relazioni, cercando di rinnovarsi e di rinascere, finendo solo con l’autodistruggersi.
Hopkins stavolta è un uomo divorziato che pensa di ritrovare così la sua giovinezza e la grinta e salute di un tempo, mentre la moglie si rintana nell’alcool e nell’autocommiserazione che la portano nelle mani di una pseudo sensitiva.
Al centro ci sono la figlia di entrambi, che non è contenta del suo matrimonio e suo marito, scrittore che è pronto a lanciarsi nelle braccia di una donna più giovane di lui.
La narrazione salta da un personaggio all’altro con un turbinio tipico di Allen, dando un ritmo e una cadenza alla vicenda che non permette allo spettatore di stancarsi. E qui Hopkins riesce a far vedere tutta la sua età, tutta la tragicità dell’illusione di poter tornare a sentirsi giovani, nonostante non si possa tornare indietro e invece di accettarlo, dare manforte a questa illusione pagando una donna per mantenerla viva.
Questa nota autodistruttiva è talmente venefica e triste, che l’attore non so se mi venga a noia o a repulsione, quindi direi che è riuscito bene.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - il rito

Il rito (The Rite), regia di Mikael Håfström (2011) – NETFLIX
Film interessante che ho visto poco tempo fa in una delle mie sessioni profonde di serate horror.
È la storia di un ragazzo americano che non ha niente da fare che buttarsi in seminario, sfidandosi. Non ha fede, non crede in ciò che fa e si imbatte così in un corso di aggiornamento sugli esorcismi, a Roma.
A guidarlo è don Lucas che lo mette a contatto con la realtà più chiacchierata del cristianesimo, cioè gli esorcismi e lo fa praticandolo su una giovane donna in gravidanza. La storia di per se, tratta da un evento apparentemente realmente accaduto, è intrigante, però da bravi americani hanno raccontato la cosa con una serie di grossi e grossolani errori.
Il mio parroco è esorcista della Diocesi e concorda.
Ma comunque, Hopkins, don Lucas, è raccontato in modo molto umano, un’umanità imbruttita, poco gentile, spigolosa, sporcata dall’età, dalla stanchezza, da una nota di disgusto per la vita attuale, non curando nulla di ciò che lo attornia, vivendo in modo isolato e spartano. Un personaggio con cui non si riesce a stargli accanto, che quindi funziona, ma anche lui alquanto borderline.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Odino - Thor

Thor, regia di Kenneth Branagh (2011) – DISNEY+
Thor: The Dark World, regia di Alan Taylor (2013) – DISNEY+
Thor: Ragnarok, regia di Taika Waititi (2017) – DISNEY+
Raccolgo in un solo commento l’esperienza di Hopkins nei panni del dio Odino, nell’MCU.
Già a partire dal primo film ho avuto l’impressione fosse stato scelto per attirare spettatori e la mia idea è rimasta tale, perché è un ruolo che gli viene dato per poi piazzarlo sulla scena per davvero poco tempo.
Non si ha molto modo di vederne le capacità, viene semplicemente sfruttata la sua presenza fisica, l’alone di bravura, per traslarlo nel vestiario regale di un dio norreno, ma sostanzialmente non mi ha dato nulla.
Nel primo passa molto più tempo ibernato. Nel secondo appare nei flashback e nel terzo è in realtà Loki e poi lo vediamo morire in Norvegia, momento forse dove più riusciamo a saggiarne la bravura.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Passioni e desideri

Passioni e desideri (360), regia di Fernando Meirelles (2011) – AMAZON PRIME
In questo film, la relazione che c’è tra i personaggi o alcuni di loro, deve esser vista come un casuale accidente, proprio come se vedessimo persone sconosciute all’aeroporto e poi ne scoprissimo i legami tra loro, quando ci sono.
Qui è lo stesso, si parte da un marito e una moglie non soddisfatti di se stessi, dove uno inizia ad allontanarsi e l’altra a prendere in mano la sua carriera, per poi finirci davvero in un aeroporto dove incontriamo il nostro Hopkins che è in cerca della figlia scomparsa da tempo e a cui dedica la sua vita, a dispetto di tutto e tutti.
Un uomo annientato, ma con la speranza di non doverla mai trovare in un obitorio. Anche in questo caso, l’intreccio di più vite altalena il ritmo della vicenda, ma in alcuni momenti è difficile trovarne un legame e non tutte sembrano concludersi risolvendosi.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Hitchcock

Hitchcock, regia di Sacha Gervasi (2012) – DISNEY+
Film meraviglioso, su uno dei registi che più preferisco.
Hopkins stavolta è Alfred Hitchcock, regista noto per le sue pellicole horror e dalla forte tensione. Qui lo vediamo alle prese col successo derivato da “Intrigo nazionale” e dal nuovo progetto cui nessuno però crede e vuole accreditare fiducia e danaro. Psycho.
Ma il regista, magistralmente reso grazie anche alla protesica e da una meravigliosa mimica facciale, è deciso a provarci, tanto da indebitarsi e mettere un mutuo sulla casa. Pur vivendo in ristrettezze, la moglie, collega e compagna di una vita, crede alle potenzialità del marito ed entrambi, passando ognuno per il proprio percorso, uniranno le forze in quello che è il più bel film in assoluto che io abbia visto e di cui conservo un bellissimo ricordo.
Ogni membro del cast è stato scelto quanto più somigliante possibile alla pellicola originaria e tutto questo avvalora e dà ancora più forza all’interpretazione di Hopkins, trascinante, convincente, sconcertatamente sfacciata.
Un’esperienza meravigliosa, inebriante.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Il caso di Fraddy Heineken

Il caso Freddy Heineken (Kidnapping Mr. Heineken), regia di Daniel Alfredson (2015) – AMAZON PRIME
Film nel quale si racconta la vicenda di cronaca riguardante il rapimento di Freddy Heineken, ad Amsterdam, da parte di un gruppo di uomini che nel 1982, capeggiati da Cor van Hout, richiedono un riscatto.
Ovviamente Hopkins fa la parte di Heineken e i suoi scatti d’ira, alternati alla calma di un mediatore consapevole della propria ricchezza e della cooperazione dei suoi collaboratori, è la parte più interessante di questa interpretazione e il fatto che poi sia stato riproposto il piano col quale è stato rapito, con così tanti elementi e relative falle, mette un’agitazione addosso, davvero incredibile.

 

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Premonition

Premonitions (Solace), regia di Afonso Poyart (2015) – AMAZON PRIME
John Clancy è uno psichiatra che più volte ha collaborato con l’FBI, in particolare con uno di loro, l’agente Joe Merriweather, in virtù del suo dono speciale, quello della precognizione.
A rompere il suo isolamento è il caso di un assassino che sta mietendo vittime, puntellando il loro midollo allungato, proprio dietro la nuca. Clancy, introverso, riservato, testardamente nascosto dal mondo, mostra tutta la sua sofferenza nel percepire il futuro di chi entra in contatto e scopre così l’identità dell’assassino e di cosa sia in realtà capace, tramite una serie di interrogatori e sopralluoghi raccontati con un ritmo e una intensità, che si trasforma in intensità emotiva per lo spettatore, molto forti.
Soprattutto poi, la tensione aumenta quando scalfiamo il passato di Clancy, nel momento in cui l’assassino lo rivela, ponendo quindi un ponte tra i due che possiamo facilmente dipingere come Angeli della Morte.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Go with me

Go with Me – Sul sentiero della vendetta (Blackway), regia di Daniel Alfredson (2015) – AMAZON PRIME
Dopo la morte della madre, Lilian è intenzionata a tornare a vivere dove è cresciuta, nella casa di famiglia, ma un uomo cui nessuno osa mettersi contro, le sta rendendo la vita difficile.
Blackway è un bastardo che non solo produce droga e la spaccia nella sua città, ma costringe la legge a ignorarlo. Tutto gli è dovuto e nessuno può metterglisi contro. Ciò che vuole lo prende.
Ma Lilian non è d’accordo e se lo Sceriffo non vuole aiutarla, saranno i boscaioli del posto a farlo. Qui entra in gioco l’anziano Lester e il giovane Nate.
Piccola parentesi dovuta: Nate è interpretato da Alexander Ludwig, famoso per la parte di Bjorn in Vikings, fa piacere vederlo nella parte di un balbuziente semianalfabeta che non controlla le sue reazioni, alquanto violente, senza però mai passare a mostrare un lembo di pelle o di muscoli. Finalmente non si punta a quello, ma a dar spazio all’interpretazione.
Lester, Hopkins, è un ometto solo che ha perso la figlia e la moglie lo ha lasciato. Decide di aiutare la ragazza, nascondendo il suo vero interesse a riguardo. Un western fatto di poche parole e molta azione, grigio e bluastro che rende bene la tossicità dell’ambiente sociale, da cui poi nasce la grande violenza cui tutti qui sembrano essere capaci.
Anche stavolta, la pacatezza di Hopkins viene poi stravolta da gesti estremi, ma pensati, ponderati, in piena concordanza con il suo passato e con la situazione attuale. Un film scorretto, alle volte un po’ ripetitivo e noioso, essendo raccontato quasi come un viaggio in auto (che sostituisce quello a cavallo).

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Autobahn

Autobahn – Fuori controllo (Collide), regia di Eran Creevy (2016) – AMAZON PRIME
In Germania il più famoso imprenditore di autotrasporti, Hagen Kahl, è dietro una fitta rete di spaccio. Uno dei suoi corrieri non va più a genio il modo in cui è trattato e decide di rivoltarsi contro di lui, intercettando un suo carico.
Tocca a Casey ingegnarsi perché la cosa funzioni e lo fa solo perché i soldi servono a curare la sua ragazza. Stavolta Hopkins è un vero bastardo, col colpo facile alla pistola, che impugna con una certa rigidità. Fa infatti strano vederlo sparare, o comunque con un’arma in mano, come fa strano vederlo con quella calma tipica dei malviventi e che è pronta a inseguire l’obiettivo fino a che la vendetta non sia compiuta e gustata. Una strana interpretazione, che lo differenzia dal solito personaggio, mostrandolo ancora una volta capace di grande trasformismo.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Tasformers: l'ultimo cavaliere

Transformers – L’ultimo cavaliere (Transformers: The Last Knight), regia di Michael Bay (2017) – AMAZON PRIME
Non ho particolarmente amato la serie dei Transformers, infatti ero indeciso se vederlo o meno. Ho dovuto capire prima che ruolo avesse Hopkins, prima di decidermi.
Lui è Sir Edmund Burton, 17° Conte e ultimo dell’Ordine dei Witwiccan ed è custode dei segreti antichi di Merlino e dei Cavalieri della Tavola Rotonda.
Eh si, perché i Transformers stavolta entrano in contatto con la mitologia medievale e con quello che è il primo contatto tra questi alieni e la Terra. La forza del personaggio è trasmessa dalla sua calma, ma anche dal sarcasmo e comicità delle sue battute, prettamente inglesi, ma anche dal suo senso del dovere. Probabilmente un peccato non averne avuto un assaggio più sostanzioso, ma è stato, senz’altro, la nota positiva del film, in combinazione con questo strano cross-over.
A me questi robottoni così, non piacciono affatto, anche se da piccolo ci andavo matto con i giochi.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - i due papi

I due papi (The Two Popes), regia di Fernando Meirelles (2019) – NETFLIX
Abbiamo già visto e trattato questo film in una puntata dedicata. Sta di fatto, qui lo sottolineo, che da un meme che ci aveva visto lungo, Hopkins è diventato un bellissimo Papa Benedetto XVI, anche se in modo un po’ troppo devastante, riguardo la vecchiaia, tramutandolo nelle reazioni e atteggiamenti come uno Yoda, quanto perfetto è stato Jonathan Pryce nella parte di Papa Francesco.

 

 

 

 

Come si è potuto vedere nei soli film gratuiti disponibili online, Anthony Hopkins è un attore veramente eccezionale.
A quanto ho potuto notare, la sua carriera non si è fossilizzata su un solo tipo di personaggio o genere. Ha lavorato in film molto lunghi e impegnati (e impegnativi), ma anche in film più leggeri e meno lunghi. Non sempre è stato il protagonista, spesso secondo me è stato usato come specchietto per le allodole o anche come calamita per dare lustro a produzioni che forse non avrebbero poi avuto il riscontro sperato, altrimenti.
Bello è vedere come i personaggi siano stati tutti caratterizzati in modi diversi.
Togliendo quelli realmente esistiti come Nixon, Hitchcock o il medico Paraguayano, cui comunque ha potuto attingere, troviamo una rosa di personalizzazioni, di intuizioni, di studi differenti. Gestualità, camminata, impostazione, pose, espressioni e anche tic, che non lasciano passare l’attore, ma i personaggi. Ed è una cosa che apprezzo molto. Perché non ostentano, non spingono per farcela, caricandosi di aria fritta, ma sono tutti molto credibili e questo ci facilita nell’entrare nelle pellicole e sospendere la nostra incredulità.
Con Hannibal Lecter ne abbiamo un formidabile esempio, stesso con Premonition e, perché no, I due Papi.

@Re_Censo #444 FOCUS ON: Sir Anthony Hopkins - Papa Benedetto XVI

Vi ringrazio di aver votato Hopkins, mi ha dato la possibilità di avvicinarmi finalmente a gran parte della sua filmografia, del suo lavoro, proprio quest’anno che lo ha visto ricevere ben due candidature per il suo “The Father” e nel 2006 il premio Oscar alla carriera.

E voi invece? Cosa pensate di questo attore che avete in  tanti votato? Cosa pensate possa interpretare magistralmente in futuro e in cosa non vi è piaciuto? Ditemi cosa ne pensate!

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Pubblicato da Re_Censo

Re_Censo è un nome inventato, gestito, prodotto e presentato da "OIRAD Studio d'Arte Grafica di Piedimonte Dario". Format di videorecensioni di libri, fumetti, manga, anime, film e telefilm.

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