@Re_Censo #474 La felicità del lupo | #LASETTADEILIBRI

La felicità del lupo
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Oggi torniamo a vestire i panni della Setta dei Libri per la seconda lettura di due di novembre 2021. Iniziamo!

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Questo mese, con La Setta dei Libri, abbiamo letto “La felicità del lupo“, edito da Einaudi 2021, in questa brossura da 18€, scritto da Paolo Cognetti.

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Paolo Cognetti è nato a Milano il 27 gennaio 1978.

Ha studiato matematica all’ “Università degli Studi di Milano“, per poi cambiare percorso e diplomarsi nel 1999 alla “Civica Scuola di Cinema” di Milano.
Da lì ha passato i dieci anni successivi alla realizzazione di documentari a carattere sociale, politico e letterario.

Ha esordito nel 2003 come scrittore, con il racconto “Fare ordine” col quale ha vinto il “Premio Subway-Letteratura” e l’anno successivo è apparso all’interno dell’antologia “La qualità dell’aria“, curata da Nicola Lagioia e Christian Raimo.
Ha scritto altre tre raccolte di racconti: “Manuale per ragazze di successo” nel 2004, “Una cosa piccola che sta per esplodere” nel 2007 e “Sofia si veste sempre di nero” nel 2012, per Minimum Fax.
Tra il 2004 e il 2016 ha frequentato New York e, dopo una serie di documentari sulla letteratura americana, ha pubblicato due personali guide sulla città americana, una nel 2010, “New York è una finestra senza tende” e l’altra, nel 2014, è “Tutte le mie preghiere guardano verso ovest“.

Oltre a New York, Cognetti è innamorato della montagna, in special modo delle montagne della Val d’Aosta, a cui è legato già dalla tenera età dell’infanzia. Ritornandoci in più occasioni, ha iniziato a scrivere un diario, pubblicato con il titolo di “Il ragazzo selvatico“, 2013 e l’anno successivo, “A pesca nelle pozze più profonde“.

Il suo primo romanzo però è del 2016, uscito per Einaudi, “Le otto montagne“, col quale ha vinto il “Premio Strega” del  2017 e altri quattro premi a livello europeo.
Il suo amore per la montagna lo ha visto impegnato, già dal 2017, nell’organizzazione di tre edizioni del festival di arte, libri e musica di montagna, promosso dall’associazione culturale “Gli urogalli“.
Nel 2018, per Einaudi, pubblica “Senza mai arrivare in cima“.
Il 26 ottobre 2021, sempre per Einaudi, pubblica il suo ultimo viaggio tra le montagne, “La felicità del lupo“.

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La storia è alquanto semplice e lineare.
Il protagonista è Fausto ed è in fuga.

In fuga dal suo lavoro, dalle sue relazioni, da quella che era la compagna di una vita e che invece non ama abbastanza da stare con lei ancora un giorno. Lascia Milano e scappa nell’unico luogo che sembra appartenergli, nonostante non abbia nulla di suo, neanche un soldo in tasca. La montagna.
Traghettando nel suo personaggio Fausto l’amore per la montagna come luogo fisico e come luogo mentale col quale entrare in simbiosi, Cognetti lo circonda di una serie di personaggi.

A partire da Babette, la proprietaria del ristorante per il quale inizia a lavorare, una donna che esiste a Fontana Fredda solo in inverno, per poi sparire d’estate, alla ricerca di ricarica fisica e per l’anima.

Santorso, un uomo burbero, un montanaro d’altri tempi, incastonato tra le montagne e i ghiacci come simbolo caratteristico del luogo. Fermo con i suoi tempi, si scopre poi essere molto più di quello e molto più di quanto non voglia apparire.

Gemma, la vicina ultranovantenne pare, che è come la montagna, lì sempre presente, che fa tutto con i suoi tempi e i modi ormai ossidati e collaudati dai decenni di una vita che è più nel passato che nel futuro, ma che probabilmente affronterà allo stesso modo.

E poi Silvia, una poco più che ventenne, in fuga dalla famiglia, dalla casa, dagli affetti del focolare domestico che non sembrano averla mai capita realmente e a fondo e che incontra Fausto, quando entrambi sembrano occupati a ricostruire le proprie vite.

Ma Fausto è probabilmente già pronto anche a guardare avanti, al futuro, soprattutto con la separazione dalla moglie e con la vendita della casa coniugale, pronto per l’età, pronto perché più maturo, nonostante le sue evasioni in montagna. Quindi arriva alla consapevolezza che dalla montagna non vuole più andare via.
Da lì vuole ripartire. Non sa bene come, ma da lì vuole ricominciare.

 

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Cognetti quindi delinea la vita in montagna con un linguaggio semplice, eppure molto evocativo, carico di descrizioni che però non appesantiscono la lettura, ma sanno coinvolgere il lettore.
Quando ho iniziato a leggere il libro, una dozzina di giorni fa (metà novembre ndr.), faceva ancora caldo a Napoli e man mano che scorrevano le pagine, sono stato avvolto e avviluppato dall’inverno e il freddo della montagna è arrivato anche nella mia città del sud.
Mettiamoci poi il mio amore sconfinato per la montagna e il mio forte desiderio di viverla più a fondo e più intensamente, ed ecco che Cognetti ha avuto il mio permesso di scrivere qualunque cosa volesse, pur di mantenere la sua promessa di farmi vivere l’inverno e l’estate in montagna.

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E così è stato.
Alcuni lamenterebbero, e lamentano come ho visto tra gli altri Adepti della Setta, la mancanza di una vera e propria trama.
Io invece ho trovato interessante il fatto che la storia abbia poche pretese, tolta l’esperienza della montagna appunto, e che sia più importante e interessante il potersi far trascinare e immergere nella vita dei personaggi proposti.

Non si indaga a fondo, non si vedono molto le ragioni e i perché, si sale sul carrozzone e si vede quel che si può, in un lasso di tempo neanche tanto prestabilito.

L’arco narrativo circonda, all’incirca, un anno. Dall’inverno, all’arrivo dell’inverno successivo e di cose ne accadono, seguendo lo stile stesso della montagna, lentamente come il cambiamento delle persone e delle loro relazioni o precipitosamente come l’incidente occorso a Santorso o a quel padre caduto giù dal Quintino Sella.

Cognetti riesce quindi ad affabulare il lettore, accogliendolo con la sua scrittura, avvolgendolo nelle descrizioni dei luoghi e incantandolo con la vita dei protagonisti, vite non diverse, non lontane da noi, con gli stessi problemi e con le stesse angosce e voglia d’evasione, di ripartenza.
Vite che sono ormai fissamente abituate ad una routine ben scandita dai lustri e decenni, che sono costrette a dover cambiare e riadattarsi, vite messe in sospensione per troppo tempo, vite non ascoltate.

E quando Fausto si gira attorno e riflette sulla natura e su come questa si difenda dal freddo, dalla differenza tra la vita vegetale e quella degli erbivori e carnivori, sottolineando la fissità di uno e il dinamismo incompreso dell’altro, persino il lupo quindi, trova la sua forma, il suo posto, il suo ritmo, risponde alla sua natura.

E attraverso il lupo, gli erbivori e gli alberi il discorso è sempre quello: trovare la propria felicità, la felicità fatta su misura per se stessi.

Fausto sembra averla trovata, o quantomeno ne riesce a vedere le forme.
La sogna e nell’ultimo onirico racconto, ognuno sogna la propria, quella fatta su misura per se, quella agognata, ricercata, desiderata. Quella che si ha avuto il coraggio di raggiungere.

Così, La felicità del lupo, si prefigura essere un viaggio nelle vite di Fontana Fredda, ma si sa che salendo la montagna, anche noi stessi siamo chiamati a riflettere sulle nostre stesse vite, lasciando a valle i nostri dubbi, paure, per vedere meglio il paesaggio da un punto di vista diverso, interrogandolo e così interrogandoci sulle nostre realtà, in contrapposizione ai nostri desideri, per vederli meglio e vedere meglio noi stessi, rispetto ad essi.

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Mi auguro di salire ancora su una montagna, come ho fatto di recente sul Monte Argentario, per allontanarmi dal quotidiano e ripensare e riprendere in mano ancora una volta i miei desideri e riorientarmi verso di questi.
E lo auguro anche a voi, come vi auguro di leggere Cognetti e questo suo libro, perché merita tutto il tempo, tutto il viaggio e tutto il freddo che vi farà sentire, perché più saprete mettere da parte le vostre aspettative, più questo libro saprà parlarvi, e non solo lui.

Vi ringrazio per la visualizzazione e per aver passato del tempo assieme! Come sempre, il libro è nel link affiliato, così potete recuperarlo!

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Pubblicato da Re_Censo

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