@Re_Censo #453 Dalla collezione di mio nonno: “Privilegio”

Dalla collezione di mio nonno
“Privilegio”

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Oggi torniamo nella biblioteca di mio nonno! Iniziamo!

@Re_Censo #453 Dalla collezione di mio nonno: "Privilegio"

Oggi parliamo di un libro che mi ha prestato mio nonno.
L’ultimo che vi ho presentato, dalla sua biblioteca, è “Il Socio” e stavolta invece parliamo di “Privilegio” scritto da Leona Blair, di cui non sono riuscito a trovare una biografia, ne sul libro, ne online. Ciò che ho trovato, l’ho tradotto dal francese e dall’inglese, da una quarta di copertina straniera e da un sito. Questo è quello che sono riuscito a trovare.

Nata a New York, Leona Blair ha studiato alla Sorbona, in Francia, dove ha vissuto per 18 anni.
Tornata negli Stati Uniti, ha scritto il suo primo romanzoA woman’s Place” che ha avuto grande successo.

Les Slayter“, è il suo secondo successo.
Ha pubblicato diverse opere con personaggi femminili molto particolari, forti, avvincenti ed è popolare tra i lettori per la sua capacità di intrecciare il genere del romanzo storico con le caratteristiche dei suoi personaggi, che risultano intrisi di amore e lussuria. Per questo, le sue opere hanno spesso suscitato recensioni contrastanti da parte della critica.

Privilegio è un libro tosto e a dimostrazione di questo, quasi a premessa di tutto ciò che ci aspetta, dalla prima pagina, fino all’ultima, la storia si apre con uno stupro, per di più, un incesto, ancora peggio, nei riguardi di una minorenne.

Vittima è Emalie, una bambina, non ancora ragazzina, francese, che vive in Rue Momette, sobborgo che non vede, non sente e non sa cosa accade in casa sua, proprio come la madre, che non vuole vedere, sentire o sapere cosa lei permette di fare al padre. Perché la colpa, ovviamente, in questo mondo distorto, è di Emalie, della bambina.

Le violenze continuano, anche quando lei inizia a crescere, a lavorare e la portano a desiderare di essere altrove, di sudare per guadagnare e allontanarsi da tutto quello schifo. Finché, un giorno, ci riesce.

Emalie sviluppa, per necessità, un senso molto pratico della vita, del modo di fare, che la porta a fare come le formiche: racimolare, mettere da parte, perseguire un obbiettivo. Un lavoro dopo l’altro, mette i soldi da parte e punta alla sua istruzione e per quanto dolore i genitori le hanno fatto provare, tanto più lei spinge per costruirsi una vita alla quale e per la quale non deve chiedere niente a nessuno. Emalie ce la deve fare con le sue sole forze.
Scoppia però la prima guerra mondiale e a Parigi incrocia i soldati inglesi e tra questi il suo primo e unico vero amore. Julian, un ragazzo di nobili origini, che disprezza la guerra e che affascina la ragazza e viceversa. Ed Emalie è presa da lui al punto che esiste solo lui e rischia persino di mettere a repentaglio il suo lavoro, il primo vero lavoro come si deve, pur di stare con lui.

Tutto parte quindi da questo incontro, da questa scintilla che scava nella vita di Emalie e le permette di scoprire che l’amore di Julian è l’amore che suo padre ha distrutto in lei da quella prima sera di violenza. Ma la guerra ci mette il suo e quando Emalie scopre di essere incinta di Julian, viene anche a sapere che lui è morto in guerra e che c’è un unico modo col quale dare al futuro figlio una vita degna di essere vissuta. Partire per l’Inghilterra, rintracciare il padre di Julian, il Conte Saxon, e ripartire da zero. Un patto viene stipulato dal nobile e da Emalie, per dare un futuro al figlio e alla casata Saxon, checché ne dica la vera moglie di Julian, Davina, inorridita per quella donnaccia che pensa di intortare tutti con un figlio illegittimo.

A Emalie è data l’occasione. Portare a termine la gestazione, partorire.
Partire per l’America, cambiare nome, inventarsi un passato, prendere una bella somma di denaro, investire nel nuovo mondo e costruirsi una vita lì, lontano da tutto ciò che sino ad allora l’ha soppiantata e rallentata. Lontana dall’amore che pensa di non poter mai più incontrare.

Ma Emalie, o meglio Emanuelle, scoprirà che non è così e che la vita ha tante sorprese in serbo per lei. Nuovi amici, nuovi incontri, una vita intera e intensa, una carriera, tanti lavori, finché l’arrivo della seconda guerra mondiale non mette tutto nuovamente sottosopra.

Blair in questo libro ci mostra quindi la vita di una ragazzina che sarebbe rimasta schiacciata dal trauma della violenza subita, ma che invece ha una marcia in più, ha una forza in più e che sa crearsi e cogliere occasioni di riscatto. Una donna incredibilmente resiliente, alle volte meschina, bugiarda, molto poco ingenua (o almeno impara a non esserlo man mano) e con un chiodo fisso: il guadagno. Più soldi ci sono, più diventa stabile la sua posizione e più si riesce a vivere liberi.

Ed è ciò che Ema cercherà di ottenere in tutta la vita, nonostante poi le cose non vadano proprio come lei ha programmato con così tanta veemenza.
Blair quindi costruisce una ragazzina disarmata, all’apparenza, ma che sa stringere i denti, libera, veloce, un rapace ferito che salta di banchetto in banchetto per riuscire a curarsi e a guardare avanti, senza più cercare i ricordi del passato.

Emalie è morta. Emanuelle è pronta a svettare, ad accumulare, a non farsi mancare nulla.
Il personaggio è praticamente straordinario.
Per niente semplice da comprendere in poche battute, Ema è formata da una varietà incredibile di pregi e di difetti, che la fanno sembrare viva e il fatto di poterne seguire la crescita, la maturazione, la rendono al lettore vivida nell’immaginazione, come un’amica che si racconta.

Gli eventi che è portata a vivere, quasi a subire alle volte, da cui deve rialzarsi o che cavalca come onde in tempesta, arrivano ad un punto che non sono riuscito ben a capire. C’è un momento, quando il redivivo Julian propone le nozze a Ema, prospettato dalla scrittrice, desiderato e agognato dalla protagonista, con così tanta forza, che quando sta per succedere, gli eventi precipitano e tutto si distrugge e collassa.
In quel momento esatto della storia, quando tutto sembra essere finalmente felice e possibile, sono rimasto davvero colpito e deluso al tempo stesso, perché era il momento nel quale tutta la tensione narrativa e la tensione emotiva dei personaggi puntava dall’inizio e invece sfuma in un lutto incredibile, che viene però toccato allo stesso modo di tutto il resto: con poca delicatezza, con un forte contrasto. E tutto viene riportato con i piedi per terra.

Ema è costretta a dover affrontare molte conseguenze delle sue azioni da giovane e non solo, ma non perde la sua integrità. Perché la Blair ci mette a disposizione momenti, incontri, personaggi, scritti con una eleganza, con una maestria davvero coinvolgenti e realistici. Davvero belli i personaggi, le loro reazioni, il loro modo di essere così aderente al periodo storico, le loro evoluzioni non sono mai contrarie o in contrasto con la loro natura.
L’unica però che è centro delle sue attenzioni è la sua Emalie che continua a crescere e a invecchiare.
Dal lutto la narrazione cambia, diventa veloce, repentina. Molte verità salgono a galla e il tempo scorre inesorabile.
La narrazione poi sembra spostarsi alla generazione successiva di Emanuelle, come se lei non fosse più necessaria, per poi ritornare a lei, centro e  fulcro di un vortice che non può arrestarsi e seppur abbia sperato con tutte le mie forze che alcuni eventi accadessero così come pensavo dovessero accadere, l’autrice riesce a sorprendermi, a cancellare l’amaro, trasformandolo in un agrodolce che, in fin dei conti, so essere il meglio per Emalie e per le sue relazioni future.

E soprattutto, non me lo sarei mai aspettato, sul finale c’è, forse dovuto all’età e alla saggezza che ne deriva, un profondo confronto con se stessa e con i suoi fantasmi. Soprattutto con quelli nati nelle notti di violenza a Rue Momette. E non si può non patteggiare per lei, non si può non volerle bene, non si può non innamorarsi di lei, riscoprirla, riviverla, sperare che l’ultima pagina non sia in realtà l’ultima avventura di questa ormai donna fatta e vissuta, con la quale il lettore stringe un sodalizio e un legame affettivo incredibile, aiutato senz’altro da un contrappunto narrativo che Blair crea riprendendo il tema della violenza minorile e incestuosa, come a chiudere un cerchio, a tirare le fila.

Un libro che, per come è scritto, sembra vecchio, sembra lontano, irraggiungibile, ma che ci permette di affrontare temi incredibilmente potenti, non solo a livello sociale, ma anche storico, con le evoluzioni politiche, tecnologiche, le conquiste sociali delle donne, rappresentate proprio da Emalie in prima persona, ricamate con il gusto del romantico e dell’erotico, due aspetti altrettanto ben resi in questo vortice di nome Emalie Bequier, Emanuelle Beranger.

E persino il titolo, misterioso e senza senso pieno, prende finalmente corpo, soprattutto nel rivedere, a posteriori, la vita della protagonista.

Privilegio
, come quello che vivono alcune classi sociali, a dispetto delle quasi adolescenti vittime di violenza, che non possono istruirsi e vivere come desiderano.

Privilegio, come quello di potersi costruire una vita propria.

Privilegio di amare e essere amati in maniera piena, trascinante, profonda.

Privilegio delle classi aristocratiche e che si ottiene con lo sposare un ricco rampollo.

Privilegio di diventare madre.

Privilegio di tornare a essere amata, di costruirsi, di mantenere nascosti i propri segreti.

E ancora, Privilegio di poter, infine, incontrare una donna come Ema, non capita dai più, disprezzata, allontanata, ma alla fine compresa, amata.

Storia veramente toccante, con un finale perfettamente risolutivo, romantico in senso ampio, coinvolgente, empatico e decisamente proiettato al futuro, anche se non ci è dato sapere. Una lettura bellissima, straziante, esaltante. Fatta di contrasti, contrari, scontri, relazioni, piani, progetti, desideri.


So che magari pochissimi di voi avranno letto un libro simile e difficilmente avrete letto questo, di una autrice di cui non si trova nulla in rete. Ma se vi siete fatti un’idea o avete avuto il Privilegio di averlo letto, vi aspetto nei commenti qui sotto, ditemi cosa ne pensate!

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Pubblicato da Re_Censo

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