Nella terza puntata, parliamo di un libro, Il Miglio Verde, di Stephen King e della trasposizione cinematografica di Frank Darabont.
Scrittore prolifico dell’Horror del XX secolo, King è forse tra i miei scrittori preferiti, di certo lo è nel campo Horror. Il Miglio Verde nasce come romanzo a puntate e di capitolo in capitolo c’è, a dispetto delle paure dello scrittore che non riusciva a tener fede alle scadenze, un crescendo di pathos che ci incolla alle pagine del libro. Ogni capitolo racconta la storia di un carceriere responsabile del braccio della morte, il cosiddetto Miglio Verde, l’ultima tratta, gli ultimi passi che i condannati a morte fanno prima di raggiungere la sedia elettrica.
Tra i carcerati, vi è un uomo grande e grosso, John Coffee, accusato di aver ucciso due bambine.
La storia gira quindi attorno agli ultimi giorni di alcuni carcerati e, in particolare, delle gesta sorprendenti di un uomo, Coffee, che tutto sembra tranne che un assassino, dalle capacità quasi soprannaturali, taumaturgiche. Un grande conflitto, rispetto all’accusa mossa all’uomo.
Edgecomb, il carceriere, racconta quindi le minuziose prove che vengono fatte perché il protocollo, legato alla sedia elettrica e alla giustizia americana, avvengano con tutti i crismi. Molti sono gli uomini che si sono seduti sulla Vecchia Luccicante (o Scintillante) e tanti ancora si siederanno lì, prima di Coffee.
Attraverso il contatto, Edgecomb scopre che Coffee non è un uomo come gli altri, ma un uomo che, considererà, un dono di Dio. Il tormento interiore del capoguardie raggiunge il suo apice quando, la malattia della moglie del direttore del carcere raggiunge un livello critico, e quindi lascia che Coffee provi a sistemare la situazione, rompendo le regole e infrangendo la legge…
A dispetto del libro, il film è molto ma molto più emotivo, aiutato dalle immagini. Ci sono alcune incongruenze nella storia, ma funziona bene quasi quanto il libro ed entrambi meritano molto di esser letti e visti.
A voi l’ardua sentenza!!!
Re_Censo
