AVENGERS END GAME
Ciao a tutti e bentornati sul canale! Sono Dario e questa è Re_Censo, la videorubrica di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio studio di grafica OIRAD.
Oggi chiudiamo dieci anni di storia del cinema! Iniziamo!
Eccoci qui, con questa bella gatta da pelare.
Facciamo a capirci subito, la prima parte sarà no spoiler, la seconda, vi avviserò poi, un po’ più libera.
A che punto eravamo rimasti?
Thanos ha schioccato le dita, indossando il Guanto dell’Infinito, con le cinque Gemme incastonate e metà delle creature viventi si è dissolta nel nulla, compresi alcuni degli Avengers, come il mio preferito, Doctor Strange.
Ritroviamo i nostri eroi sconfitti che non riescono a capacitarsi della cosa, gran parte della prima porzione del film è dedicata a questa bolla di depressione con gli eroi che hanno appeso al chiodo mantelli e maschere. Il ritmo è quindi ben diverso da quello tipico cui siamo abituati e mi verrebbe da dire che non è per niente all’altezza dei precedenti, così adrenalinici, così forti, veloci, scattanti. Anzi è lento, molto cadenzato.
Proprio per questo non riuscire ad andare avanti, sottolineato da sedute di circle time e da come alcuni degli eroi siano radicalmente cambiati dal dopo Thanos, caratterizza anche la base di partenza di questo nuovo film, dandogli un ritmo più piatto, un taglio più drammatico.
La resa di alcuni di loro, segna poi la rottura con il gruppo in maniera incisiva, definitiva.
Eppure chi è Avengers dentro, lo è per sempre.
Da qui, una nuova svolta.
I ritmi di certo non cambiano, ma si ritrovano anche questi cambiati.
Una specie di evoluzione, di maturazione mista ad annientamento. Come i toni si fanno più scuri, drammatici, così al tempo stesso cambiata è la fotografia, meno fumettistica per così dire, più dura, non cupa, ma drammatica. Infatti di fumettistico, oltre alle ambientazioni, alla tecnologia, rimangono le inquadrature e il pathos dei protagonisti.
Scomparse quasi del tutto le divise da eroi.
In questo clima post apocalittico, c’è però un gancio che mi fa riflettere. Se dovessimo prendere il film dal solito lato tecnico, potremmo congratularci per la fotografia e gli effetti speciali. Migliorati sono di certo i dialoghi, questo è ovvio, abbandonando la parte più d’azione. Eppure non spicca come film drammatico, ne di certo può farlo come film comico, per quelle scenette e gag, pure queste cambiate. Di fumettistico, di quello intrippante e gasante c’è poco, è un film bello moscetto.
Però, c’è un però enorme come una casa.
Se visto all’interno del suo contesto e non rapportato a produzioni differenti, ha una coerenza interna e una continuità che sorprendono. Tutto ciò mi ha fatto pensare che ci sono episodi, spillati, nei quali i toni del super eroe non sono i soliti da scazzottate e gesta assurde, ma proprio perché Marvel, ognuno di loro deve raschiare il fondo della propria umanità, cambiando tono, e questo film fa proprio questo lavoro.
Ecco allora che tutta la prima parte, almeno due orette buone, sono lente, sono pesanti e non vi nascondo che già dall’apertura io avevo le lacrime agli occhi.
È un ritmo, una profondità, sempre inerenti al cinecomics, coerenti col genere e quindi degne di nota. È quindi da leggere all’interno della sua bolla, costruita in 10 anni di produzione Marvel.
E quindi, la svolta.
“Tutti vanno avanti, tranne noi”, come si sente dire anche nel trailer. Forse proprio per questo senso di appartenenza e di corresponsabilità, la trama riesce a trovare l’appiglio e il lasciapassare per cambiare le sorti, ritornando sui propri passi e risollevando il destino del pianeta, accompagnati sempre da quest’aura di drammaticità e di profondità, sempre in tono con l’ambiente fumettistico, che sembra voler accompagnare le vicende degli eroi sino alla fine.
***
Da qui in poi, sappiate che posso incappare in alcuni spoiler, quindi siete avvisati.
Se non avete visto il film, io vi saluto e ci becchiamo in altri video, altrimenti, continuiamo.
***
Sono costretto a fare alcune precisazioni e allusioni per spiegarmi meglio: il tono così drammatico lo abbiamo trovato già una volta, in Logan. È, in questo Avengers, comunque più leggero che in Logan, non solo per la sceneggiatura, ma anche per la regia. Probabilmente anche il tono ironico e umoristico, traghettato questa volta da Thor che prende il testimone dei Guardiani della Galassia (dopo lo strano mush-up in Ragnarok) che è forse il personaggio che più di tutti, proprio perché più in alto essendo un dio, cade più rovinosamente in basso. È il personaggio che più di tutti è cambiato, si è lasciato andare e si ritrova completamente all’opposto, perduto, tanto da aver bisogno di una riprova per capire se ancora in condizione di portare avanti la sua missione e rivestire il suo ruolo.
Gira un meme online, nel quale si dice che abbiamo sempre voluto avere il fisico di Thor, ma è strano perché è ora lui ad avere il nostro e beh, a me questa cosa lo ha avvicinato moltissimo ai comuni mortali e segna gran parte della sua crescita, più che nei film monografici su di lui.
Di grande impatto è anche la situazione di Vedova Nera e ancor più di Occhi di Falco, quello che più di tutti ha perso nel dopo schiocco e in lui vi è forse il cambiamento più radicale, psicologicamente, diventando una macchina di morte in giro per il mondo.
Sui protagonisti per eccellenza, a colpirmi non è stato tanto Captain America, ma Iron Man, padre di famiglia, sconvolto dalla morte di Spider Man, tanto da abbandonare ogni cosa per dimenticare quel dolore. Un dolore che non sembrava appartenergli, visto il suo carattere e il suo egocentrismo. Eppure anche lui colpisce nel profondo e anche in questo caso, lacrime a go go!
Un po’ autocelebrativo, ma nel pieno dello stile fumettistico, è il viaggio nel tempo, preso e spiegato a furia di paragoni con film di una certa fama, per poi essere scimmiottato su più fronti.
Questo viaggio nel tempo ripercorre i momenti nei quali le varie gemme si sono trovate a contatto con gli Avengers e il rivedere scene dei film passati aumenta quel legame che ho detto, quella coerenza che fa fare al film un salto in avanti: non più piccoli filmetti che se la cantano e se la suonano, ma pezzi di un puzzle che finalmente prendono senso.
Persino la morte di Thanos, a inizio film, sembra spezzare definitivamente il pathos e la forte attesa di uno scontro che ha accompagnato i fan in questa lunga attesa, come un po’ è successo in altre produzioni di cui non faccio il nome.
Come una promessa venuta meno, il film prende una piaga ancor più lenta e inattesa che lo fa etichettare come lento, moscio, inconcludente, un ritmo che gli fa perdere l’identità che ha contraddistinto questi 10 anni di Marvel e lo relega a film spazzatura, ma che, come ho detto sopra, se visto all’interno di questa bolla che è l’universo cinecomics della Marvel, prende invece un gusto e una finezza unici.
Ha il sapore di quei film che prendono le redini di tutta la vicenda e si lascia godere appieno, catturandoti non più per l’avvincente forza delle scene di combattimenti, inseguimenti, rivelazioni assurde, ma per le emozioni, il pathos, l’empatia che in così tanti anni si è costruita tra i personaggi e gli spettatori.
Un legame che è a rischio per tutto il film, ma che dico, già dallo schiocco di dita in Inifinity War. E quando si è sul più bello, quando tutto sembra ormai davvero perso per sempre, il cuore scoppia e tutto trova il suo posto, perché la fiducia che si ripone negli eroi, più che negli sceneggiatori e nei registi, è pienamente ben riposta.
Sarà, in definitiva, pur sempre il film tratto o ispirato a dei fumetti, percui come sempre non possiamo e non dobbiamo trarne fuori una morale profonda e un pensiero illuminante. Ma resta forse il migliore degli Avengers e persino le sue tematiche, come ad esempio la forza e il valore delle donne, è mantenuto vivo e pulsante all’interno di questa trama e non solo un mero momento di paternale in un film precedente.
Se quindi lo prendiamo per quel che è, nel suo contesto, con tutti i suoi difetti e con la stragrande maggioranza dei personaggi secondari che fa più un’apparizione che un vero e proprio ruolo, il film è godibilissimo e si lascia vedere, catturandoti con tutta l’emozione che i finali di storia sanno fare. Calcolando che, dopo la scomparsa di alcuni personaggi, vi è l’addio anche al Primo dei Vendicatori, sul finale si concludono non una sola, ma molte storie e le emozioni sono tante.
Non si può rimanere certo freddi e impassibili.
Vi lascio infatti lo screen del mio cardiogramma per farvi capire come ero emozionato durante il film!
Questa volta, nessuna scena conclusiva, nessun preview del futuro della programmazione Marvel.
Ho parlato troppo, ma ancora tanto ci sarebbe da dire.
Lascio che siate voi a continuare questa discussione, altrimenti diventerà un monologo scocciante e non voglio parlare solo io. Però segnalate se state per fare SPOILER così non rovinate il piacere della scoperta a chi ancora non l’ha visto!
Vi aspetto quindi nei commenti qui sotto e se la puntata vi è piaciuta, lasciate un like e iscrivetevi al canale!
Vi ricordo che sono su Facebook, Twitter e Google Plus, ma mi trovate anche su Periscope, Instragram e Telegram! Non dimenticate di sfogliare le altre notizie su www.re-censo.it e di iscrivervi al Canale YouTube! Ogni venerdì alle 16, una nuova puntata!
Sempre qui, sempre su Re_Censo, pronti a sfogliare nuove storie e a volare nel mondo della fantasia!
Re_Censo