PREMIO NAPOLI
MIO PADRE LA RIVOLUZIONE
Ciao a tutti e bentornati sul canale! Sono Dario e questa è Re_Censo, la videorubrica di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio studio di grafica OIRAD .
Parliamo del secondo di tre libri del Premio Napoli di cui sono giudice lettore! Iniziamo!
Protagonista di oggi è il libro MIO PADRE LA RIVOLUZIONE del 2017, di Davide Orecchio, pubblicato da Edizioni Minimum fax.
Se vuoi acquistare il libro, clicca qui!
Nato nel 1969 a Roma, Orecchio ha esordito nel 2011 con Città Distrutte, biografie reali e immaginarie, che gli sono valse il premio Supermondello.
La Rivoluzione Russa, da storico, è subito centro delle sue indagini già col libro Stati di Grazia, nel 2014. Questo tema torna quindi in Mio Padre la Rivoluzione che oggi andremo a vedere assieme.
In Mio padre la rivoluzione, Orecchio ci trasporta in un viaggio che raggiunge epoche passate e di cui conosco a dire il vero, molto poco. Quindi spero di non sbagliare nell’aver capito e interpretato, perché purtroppo è una mia grande lacuna.
Il viaggio gira attorno alla Rivoluzione Russa, ai suoi motivi di fondo, alle speranze che l’hanno portata a nascere e a divenire opposizione in uno scenario in cui l’Europa del tempo era soggiogata dal potere nazista.
Questo viaggio si rifà ad alcuni personaggi storici, che prendono alle volte fattezze irreali, proprio perché Davide Orecchio, storico e abile biografo, è riuscito a prendere una grande e immensa fonte biografica, che trovate alla fine di ogni capitolo, e l’ha masticata e fatta sua, riproponendoci storie dai colori e generi vari.
Tolta la mia difficoltà di incorniciare storicamente i fatti e i nomi, sapete la mia memoria con i nomi quanto faccia pena, il racconto si snoda a partire dalle memorie di Lev Davidovič Trockij (Trotski), ucraino politico e rivoluzionario russo del primo ventennio del ‘900, in realtà già morto all’epoca dei fatti raccontati da lui stesso. Ma questo non sembra importante, perché in realtà ci viene raccontato come la sua stessa eredità, il suo stesso ardore e desiderio di una rivoluzione che dia fondamenta nuove alla società russa, sia il punto focale della vicenda e di come questa eredità si sia in realtà indebolita. Nella sua prospettiva, si sta annacquando, perdendo forza e vigore.
Forza e vigore che erano rappresentati dall’invasione ungherese di Chrušcˇëv che avviò la destanilizzazione, rinnegando quello che il padre della Russia, appunto Stalin, aveva invece creato. Di come i testi di Lev Davidovič vengono ritrovati, anni dopo, da Zimmerman in Minnesota e di come lo abbiano investito le sue idee e i suoi pensieri rivoluzionari, tanto da modificarne la sua stessa esistenza, fino a partorire la sua stessa musica.
Musica che ho provato a cercare, per capire meglio, ma di Zimmerman mi ritrovo solo Hans, il compositore di colonne sonore per i film, quindi ho desistito.
Si arriva poi ad un testimone tutto italiano, Gianni Rodari che, con la sua fantasia, è incaricato di raccontare la Russia nel centenario della nascita di Stalin. Di come sia importante raccontare e mostrare, anche e soprattutto ciò che a lui veniva taciuto, nascosto e non mostrato.
Ma quello che a me è piaciuto, ha anche e prima di tutto dato un gran fastidio. Ed è il suo modo di narrare, che sembra ripercorrere i suoi passi e i pensieri dei personaggi più e più volte, facendo digressioni, seguendo il pensiero stesso, un panegirico interminabile che lo fa riallacciare al principio e ripartire da capo; dialoghi messi lì senza virgolette o caporali.
Ma quando ci si addentra e si fa proprio questo modo di raccontare, iniziamo a camminare nei pensieri e nelle ragioni dei personaggi rievocati e ricostruiti da Orecchio, tanto da apprezzarli, da saperci muovere meglio in essi.
Ho trovato quindi molto interessanti i passaggi che sembrano rievocare un linguaggio più corale, quasi teatrale, proprio come se questo evento, la Rivoluzione Russa, abbia creato i suoi miti e da altri miti sia nata essa stessa, tanto che alcuni dei suoi protagonisti sono raccontati come dei discesi e reincarnati o progenie di dei antichi e ogni anno chiave, ogni periodo, è raffigurato come un fiore o una pianta che ne simboleggia non solo la bellezza, ma l’importanza, la forza, il coraggio o la caducità del tempo storico cui è riferito e fiorito.
Insomma, chi ne ha gli strumenti e i mezzi, perché a scuola ha studiato il periodo storico, forse apprezzerà ben più di me questo racconto. Di mio posso lasciarvi detto il mio apprezzamento per il modo di scrivere per me nuovo, che, come ho detto, mi ha dato un po’ sui nervi, forse più per mancanza di conoscenze che non mi permettevano di fare i giusti collegamenti.
Ma è un libro che tenta di scrivere, forse per mezzo di termini e concetti più moderni e fantascientifici, una lettera ad un padre, per raccontargli quale sia stata la nostra rivoluzione, se quelle scelte fatte da loro, nel passato, hanno portato a quanto sperato e desiderato con le loro gesta. Scrivere di come eventi passati abbiano intaccato, modificato o solo influenzato il divenire e il futuro. Questo è un aspetto molto malinconico, ma che mi è piaciuto molto.
Orecchio non può dirsi solo un semplice biografo, ma uno che sa raccontare, che sa prendere la storia e la rivolta come un calzino da rammendare, intessendolo con le sue ricerche, le sue conoscenze, riuscendo alla fine a renderci un calzino dall’aspetto nuovo, che sa raccontare ancora il suo passato, ma in maniera nuova.
Se vuoi acquistare il libro, clicca qui!
Un libro che ho trovato interessante e immersivo, nonostante le mie lacune.
Quindi, ditemi voi se conoscete bene e meglio di me la Rivoluzione Russa e se avete letto questo libro, finalista del Premio Napoli, cosa ne pensate nei commenti qui sotto! Ricordate di condividere il video con i vostri amici e di mettere un bel mi piace!
Ricordate anche di iscrivervi al canale, se ancora non lo avete fatto!
ATTENZIONE!
Anche quest’anno il Comitato “Re_Censo e i Recensiani” tenterà di formarsi e di accedere come gruppo di Giudici Lettori del Premio Napoli.
Se siete di Napoli e dintorni e volete partecipare, cliccate qui e al momento dell’iscrizione, scegliete il Comitato “Re_Censo e i Recensiani“.
Potete vivere anche fuori Napoli, l’importante è che vi organizzate per venire a ritirare i libri, nel caso siate scelti come Giudici Lettori.
Vi ricordo che sono su Facebook, Twitter e Google Plus, ma mi trovate anche su Periscope, Instragram e Telegram! Non dimenticate di sfogliare le altre notizie su www.re-censo.it e di iscrivervi al Canale YouTube! Ogni venerdì alle 16, una nuova puntata!
Sempre qui, sempre su Re_Censo, pronti a sfogliare nuove storie e a volare nel mondo della fantasia!
Re_Censo