@Re_Censo #154 #CinemaDays – Violenza e volgarità: Deadpool 2

Deadpool 2
Violenza e Volgarità al cinema

Ciao e bentornati su Re_Censo, la videorubrica di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio studio di grafica OIRAD. E io, ovviamente, sono Dario. La questione di oggi è questa: violenza e volgarità nel cinema di oggi. Iniziamo!

Iniziamo col dire una cosa impopolare, ma a me Lanterna Verde, il film, mi piacque.

Certo, non è per niente paragonabile ad un film fatto decentemente, ne tantomeno ad un cinecomic di quelli recenti. Sono proprio due mondi differenti che neanche s’avvicinano.
Perché parlo di questo film odiato da molti?

Perché oggi voglio parlare di Deadpool, o meglio, della violenza e della volgarità nel cinema di oggi.
Partiamo però dal personaggio. Deadpool è della Marvel ed è anche il più eccentrico e fuori dalle righe, rompendo spesso e volentieri la quarta parete. Cosa che nei film gli riesce molto, ma molto bene. In più è stata criticata, agli inizi, la sua vicinanza ad un personaggio DC Deathstroke, sia per parte dell’abbigliamento, che per il nome. Wade WilsonSlade Wilson.

È un teledipendente, mercenario, chiacchierone, un antieroe dal forte senso dello humor, con fortissimi doppisensi e riferimenti a film e alla cultura pop in generale.
Solo nel 1997 gli viene dedicata una serie regolare, con 69 numeri, terminata nel 2002. Ne segue una seconda, con 63 numeri e una terza con 45 numeri, conclusasi nel 2015. Le più recenti sono altre due serie che lo vedono poi quasi in contemporanea anche al cinema.

Rispetto al continuum dettato dalle vicende degli Avengers, Deadpool è più legato agli X-Men, seppur sembra sempre rinnegarne la vicinanza. A vestirne i panni è Rayan Reynolds. Nel primo film, uscito nel 2016, ha segnato la grande novità, piazzando un personaggio del genere sul maxischermo.
La vicenda è la seguente: sfigurato da un uomo di nome Francis, Wilson decide di vendicarsi. Invece di gettarsi subito nell’azione, il regista ci piazza già subito un flashback che ci riporterà poi a inizio film. Così scopriamo che Wilson è un soldato delle forze speciali e che ha conosciuto in un pub, Vanessa, la donna che ama. Ma lui scopre, proprio allora, di avere un cancro. Tempo dopo, sempre al solito pub, un uomo Francis, decide di offrirgli la possibilità di guarire e al contempo, di avere dei super poteri, forzando il risveglio del Gene X.

Mentre il Gene X si risveglia e il cancro viene debellato, Wilson si ritrova ustionato su tutto il corpo. È il suo aspetto a creare per lui la necessità di un camuffamento e a dargli il suo nuovo scopo, distruggere l’organizzazione di Francis. È così che si inserisce la figura dell’Istituto per persone speciali, per Mutanti, conosciuto con X-Men. Colosso raggiunge Deadpool per cooptarlo nell’Istituto del Professor Xavier.

A fare la differenza, modificare il personaggio, anzi, a farlo crescere, è il secondo film, del 2018 che io ho visto nell’ambito del CinemaDays.
Dopo aver vendicato la sua situazione, Wilson decide di diventare un eroe, un giustiziere. Sarà proprio a causa della sua missione di epurazione della città, che uno dei capi della malavita lo raggiunge e lo attacca.

Da allora Deadpool tenta in tutti i modi di tornare in un delicato equilibrio tra vita e morte per continuare ad avere delle visioni, tentando in tutti i modi di uccidersi per raggiungere lo scopo. Ma tornano gli X-Men che lo arruolano per una nuova missione. Salvare un giovane mutante che nel frattempo si sta perdendo a causa della discriminazione, della xenofobia e della violenza dei suoi istitutori.

Così appare un altro mutante, dal futuro. È Cable e ha una missione personale di vitale importanza. Sarà proprio il confronto e il raffronto tra questi due personaggi, Cable e Deadpool, a innescare i cambiamenti del nostro protagonista.

Ma sin qui non abbiamo parlato di violenza e di volgarità.
È presto detto.
Sin dalla prima pellicola, ma poi soprattutto con il capitolo su Logan, la violenza è entrata in maniera così impattante nel mondo del cinema e nello specifico, del cinema ereditato dai fumetti.

Quello di cui vi parlo è quella violenza, quella crudezza e crudeltà inutili, ma di forte e grande impatto che si eredita dalle pagine stampate e sale sui maxischermi.
Io non ho mai letto nessun numero di Deadpool, ma se il personaggio e il genere sono così, non ho nulla da dire.

Il problema, poi ditemi voi se è così o meno, è che nel secondo capitolo si vedono una serie di scene ormai sdoganate da Logan, teste volare, riferimenti sessuali anche molto espliciti. Quello che mi ha disturbato è vedere un veto su Logan e non sul secondo Deadpool.

I più vecchi di me si sono lamentati della scomparsa dei bollini in televisione, che etichettavano il tipo di pubblico e film. Beh qui era meglio se la signora che ha portato i figlioletti al cinema, alle 17.45, li accontentava e li portava a vedere Doraemon. Questi due pargoli non avranno avuto se non più di 8 o 9 anni. C’era veramente bisogno che qualcuno le dicesse che quel film non era adatto a loro? Evidentemente si. Sentirli ridere per dei riferimenti particolari, senza che ne cogliessero il senso, beata gioventù… capisco la cattiva parola, che per alcuni ancora ha quel senso di proibito, a quell’età. Ma altre terminologie da pornonavigatore incallito, io ai miei figli le avrei risparmiate volentieri. E la madre non ha detto A.

Sui film non ho nulla da ridire. Belli, ben fatti, con riferimenti spettacolari, soprattutto all’inizio del secondo; hanno quella comicità che sfiora il dark, il black-humor e fa sorridere di vero gusto. Persino il concetto di antieroe viene rinfrescato con la presenza di Cable che costringe Deadpool ad una crescita e lui, che si è sempre definito un non eroe, sa e vuol far capire che esistono strade diverse alla violenza, come il dialogo.

Non posso e non voglio dirvi molto, per non distruggere il bello di questo film, ma se si fossero evitate certe scene o lo si fosse reso vietato per i minori di 15 anni, lo avrei apprezzato di più. Di violenza la vediamo nei film a casa, nei videogiochi. Ma resti quella fisica che è solo degli schermi. Se iniziamo a seminare terminologie assurde, senza mettere dei veti, non meravigliamoci poi se i nostri figli rispondono male o hanno certi comportamenti. A quell’età, più di tutte, sono ciò che vedono.

E va bene! Chissà se uscirà e cosa ci sarà nel terzo Deadpool. Io sarò curioso di vederlo. Soprattutto di vedere ancora la Baccarin.

Dunque, riassumendo, okay la violenza e la volgarità, ma era davvero così poca e blanda da non giustificare il limite dell’età?

Non chiamatemi bacchettone e puritano, ma non è stato per niente bello vedere un film del genere, che dovrebbe essere rilassante e invece doversi preoccupare al posto dei genitori.

Assurdo, veramente! Voi che ne pensate? Fareste mai vedere ad un bambino di 10 anni un film così violento? Boh! Ogni cosa all’età giusta, è troppo difficile? Oh, si sa… dopotutto sono vecchio ormai.

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