La sua attività come disegnatore parte nel 1965 sulla rivista Manga Story, con Playboy Nyumon (Come diventare un playboy), per poi spostarsi sulla Weekly Manga Action cambiando persino nome in Monkey Punch.
Ma il vero successo gli arriverà grazie alla serie che per lui poteva concludersi da sola, ma che invece ebbe tanto seguito da fargli proseguire il lavoro. Sto parlando del famosissimo ladro gentiluomo, Lupin III, perennemente infatuato della fatale, bugiarda e approfittatrice Fujiko e inseguito in ogni sua malefatta dall’Ispettore dell’Interpol Zenigata detto “Zazà“.
Ideato sulla falsariga del ladro Arsenio Lupin, ideato nel 1905 da Maurice Leblanc e protagonista di molti romanzi, il nostro ladro non ne combina mai una giusta e in questa sua perenne sconfitta ritroviamo i suoi compagni di viaggio, Jigen, taciturno pistolero, e Goemon, un samurai shintoista, difensore dell’onore, possessore della spada di famiglia, la Katana Zantetsu-ken.
Dai manga poi la trasposizione in anime è il passo che lo farà conoscere su larga scala, tanto da accompagnare per almeno vent’anni il rientro da scuola e i pomeriggi di tantissimi bambini e adolescenti, tra cui mi posso annoverare anche io.
Stupende avventure, sempre nuove, sempre fresche, coronate da una sigla bellissima e avvincente, con quel gusto per l’avventura e il rischio che facilmente porta a tifare per il ladro gentiluomo, a dispetto del povero ispettore.
Stretto legame ha intrecciato Monkey Punch con l’Italia, sia per le riedizioni delle sue opere, presso i Kappa boys, gruppo di editori della Kappa Edizioni, tanto da ricevere nel novembre 2001, al Romics di Roma, il riconoscimento del Romics d’Oro.
Della sua produzione, contiamo dal 1964 al 2006, 68 titoli manga e 12 anime, 24 manga solo di Lupin III e 6 sue trasposizioni televisive, 10 film cinematografici e almeno 33 speciali tv.
A 81 anni, Monkey Punch, a causa di una polmonite muore l’11 aprile 2019.
Buon Riposo, Monkey Punch!
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