PICCOLI BRIVIDI
Il Pupazzo Parlante 2
Amici Recensiani, bentornati!
Oggi parleremo di un libro, la seconda parte di una storia horror. Non vi dico altro, quindi… Iniziamo!
Per chi non avesse visto la prima puntata sul PUPAZZO PARLANTE, qui troverete la recensione della prima parte.
La maledizione del pupazzo Slappy, Sventola in italiano, continua.
Questa volta viene acquistato e fatto dono ad una ragazzina di nome Amy Jones che aveva già un altro pupazzo da ventriloquo, Dennis, che però cade a pezzi.
Dopo qualche tempo dall’arrivo di Slappy in questa nuova famiglia, iniziano ad accadere una serie di eventi, a partire da una festa di compleanno, nei quali il pupazzo è sempre protagonista.
A riattivarlo e ridargli vita, è un foglietto sul quale ci sono alcune parole magiche che, lette, risvegliano il male che vi è nel pupazzo da ventriloquo.
Essendo una storia pensata per un lettore giovane e alle prime armi, la trama è molto semplice e l’intreccio lineare. C’è ben poco da dover cercare, non vi è una sottotrama. È tutto molto ma molto semplice.
Però siamo ovviamente all’interno di un mistero, un orribile mistero, ma pur sempre di mistero si parla.
Quindi, rivoluzionando, come Stine fa di solito, il genere del protagonista delle sue storie, che di norma è un maschio e qui invece è una ragazzina, la si disegna in modo intelligente, arguta e sveglia.
Così Amy inizia a fare due più due e a vedere Slappy in modo diverso. Amy fa delle ricerche, inizia a investigare, a modo suo, stando sveglia la notte, poiché di solito è la mattina che ritrovano qualche sorpresa in casa.
Quindi arriviamo ad un ribaltamento della situazione, nella quale Slappy si rivela essere quel che è e costringe Amy ad essere sua schiava. Spaventata, Amy sarà costretta a correre ai ripari.
Come riuscirà a salvarsi e a salvare l’intera sua famiglia dalla foga omicida e distruttrice di un pupazzo assatanato?
L’unione farà la forza, si dice.
Ma sta a voi scoprirlo, leggendo questa storia!
Di mio, quando lessi già il primo, non avevo mai letto tanta perfidia e tutt’ora, quando ritorno a sfogliare queste pagine, difficilmente ricordo storie e personaggi così diabolici. Torna così quel nostalgico brivido di terrore che a 28 anni ora mi fa sorridere, ma che a 12-13 anni mi terrorizzava e creava in me la voglia, sadica, del libro successivo!
E voi? Avete letto questo secondo capitolo del PUPAZZO PARLANTE?
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