@Re_Censo #77 Il Richiamo del Cuculo

IL RICHIAMO DEL CUCULO
Robert Galbraith, 
Salani 2013

Amici! Per chi si collega per la prima volta, io sono Dario e questo è Re_Censo, la videorubrica di recensioni di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio Studio di Grafica. Benvenuti e bentornati!
Fa freddo eh?
E quindi non posso non ritornare al freddo nel quale una donna è stata ritrovata nella neve, morta, dopo esser volata giù dal balcone del suo appartamento.
Parliamo oggi di un romanzo, scritto da un uomo… che in realtà non esiste! Bando alle ciance! Iniziamo!

Pubblicato per la Salani nel 2013 in questa edizione cartonata con sovracoperta, IL RICHIAMO DEL CUCULO è scritto da un autore, ROBERT GALBRAITH, di cui non si sa praticamente nulla. Sconosciuto, nuovo nel campo dell’editoria, ci presenta un protagonista che si pone, almeno nel nostro immaginario, di fianco a Sherlock Holmes. O almeno fanno lo stesso mestiere, perché tra i due ce ne passa di acqua sotto i ponti!

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Parlo di Cormoran Strike, ex militare che svolgeva indagini per il SIB, il reparto investigativo inglese dell’esercito, ora invece è un civile e ha un’attività privata, una agenzia investigativa. Purtroppo per Strike, l’agenzia non vive nell’oro e non è molto rinomata. Inoltre sta vivendo l’ennesima rottura con la sua ragazza di sempre, quando entra in scena Robin, una giovane appartenente ad una agenzia interinale che fornisce segretarie e Dio solo sa quanto Strike ne abbia bisogno per far funzionare bene il suo lavoro.

Proprio quando Robin entra in scena, arriva anche un nuovo cliente e quindi un nuovo caso.
Lula Landry, famosa modella londinese, paparazzata indossatrice dal passato fuliginoso, è morta ed è stata trovata in mezzo alla neve, giù dal balcone dell’appartamento in cui viveva. Il cliente è suo fratello, una vecchia conoscenza di Strike.

Il romanzo ha la pretesa di voler essere un giallo investigativo e in parte riesce a soddisfare questa pretesa. A mano a mano che Strike va avanti nell’indagine e che quindi intesse le sue linee investigative, raccoglie come di consueto i primi indizi, seppur il caso sia stato dichiarato chiuso e risolto dalla polizia; suicidio. Ma il fratello della Landry non ne è convinto.
Col passare del tempo, quindi, indizio dopo indizio, interrogatorio dopo interrogatorio, Strike si muove nella Londra dello sfarzo e dell’alta moda, così come nella Londra dei sobborghi e dei clochard senza un soldo ma con tanta furbizia da riuscire a tendere legami di interdipendenza con chi è a metà tra queste due realtà.

Quindi abbiamo una prima parte che è soddisfatta: il racconto del mondo investigativo e del modo in cui Strike interviene in esso, il suo modo di operare e la sua ricerca della verità. Ma l’altra parte è una parte acerba, poco chiara, poco sviluppata che non riesce quindi a dare alla narrazione il sapore investigativo che un romanzo giallo ha per sua stessa natura.
Si ha quindi il sapore e il sentore che Galbraith non è uno scrittore in erba, ma di certo sembra nuovo nel romanzo giallo. Forse perché non è un giallo propriamente detto? È una domanda che mi sono sempre posto: c’è la narrazione della vita dell’investigatore, il suo quotidiano con la segretaria Robin, il suo rapporto con la ragazza ex-ragazza, un corollario, una cornice di cose che vengono approfondite assieme al lato investigativo della faccenda, che non riesce a farci passare il sapore stesso della narrazione di un giallo.
Il che non è detto che sia per forza un male, ma di certo pone Strike e la sua agenzia qualche gradino al di sotto della figura ormai leggendaria dell’investigatore londinese per eccellenza che è Sherlock, ormai trasposto in tutte le salse. E ripeto, non ne sto facendo una colpa allo scrittore, semplicemente sono abituato a voler vedere il modo in cui l’investigatore di turno riesce ad avere i mezzi e gli strumenti per fare certi ragionamenti che lo porteranno a smascherare la verità, per paragonarli ai miei che comunque un lettore si fa man mano che legge, e non arrivare alla soluzione, senza aver capito il procedimento, cosa che, poi vedremo nei prossimi suoi libri, questo rischio lo si corre spesso e volentieri.

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Però in sostanza ciò che è il bello del giallo, l’indagine, il prevenire lo scrittore e venire esaltati dal combaciare delle nostre indagini con quelle della trama, o l’esserne spiazzati completamente, il poter vivere i personaggi, sia i principali che i correlati, rendono questo romanzo godibile seppur nella sua sostanza acerba. Un tentativo, un primo passo dello scrittore in questo mondo alla Agatha Christie che non delude, ma non esalta ancora del tutto.
Che poi, diciamocelo… Robert Galbraith in realtà ha scritto un genere completamente diverso. Parliamo pur sempre dello pseudonimo di J.K. Rowling, no?

Elementare, Watson!

Ora però voglio sapere da voi cosa ne pensate di questo primo tentativo della Rowling di allontanarsi dai riflettori e dal comodo angolino magico potteriano, immergendosi in un genere difficile da rendere veritiero e credibile. Ditemi la vostra nei commenti qui sotto usando l’ashtag #Re_Censorisponde!
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*Vedi anche: @Re_Censo #113 STRIKE, dalla carta alla televisione

Pubblicato da Re_Censo

Re_Censo è un nome inventato, gestito, prodotto e presentato da "OIRAD Studio d'Arte Grafica di Piedimonte Dario". Format di videorecensioni di libri, fumetti, manga, anime, film e telefilm.

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