@Re_Censo #61 STAR TREK generazione millennia

STAR TREK

*PERICOLO SPOILER*

Recensiani, benritrovati!

Questa è la prima puntata del dopo vacanze estive! Come state? Cosa avete fatto e cosa avete letto in questi mesi di caldo assurdo?

Noi ci siamo lasciati con me e Paola che andavamo a vedere Star Trek Beyond. Quindi oggi parliamo di Star Trek!

Siiiiigla! Che tra l’altro è nuova… aspetto di sapere che ne pensate, nei commenti qui sotto!
Iniziamo!

Star Trek è un franchise nato nel 1966, dalla mente creativa di Gene Roddenberry. Proprio la settimana scorsa è scoccato l’anno del 50° anniversario e alcune voci adocchiate online dicono che nel 2017 uscirà una nuova serie tv.

Come ben sappiamo, il mondo trekkiano si sviluppa nel futuro. È un pianeta Terra post terza guerra mondiale, che vede la nascita del primo motore a curvatura, ideato da Zefram Cochrane. Le serie tv che si sono succedute mostrano i viaggi della nave interstellare Enterprise, ammiraglia e nave di punta della flotta della Federazione dei Pianeti Uniti, organizzazione, poi, non militare che riunisce sotto severe regole vari pianeti, razze, navi e tecnologie. La prima direttiva della Federazione dice che non ci si deve intromettere in una cultura che sia precurvatura, influenzandone e inquinandone il normale sviluppo culturale.

Cosa succede? Dopo Star Trek Enterprise, ultima serie tv prodotta, il franchise ha avuto un arresto.
Sull’onda delle serie a filoni di film, o film a grappoli, come mi piace definirli, ossia film che fanno fare soldi facili a causa dell’attaccamento emotivo (sono molto vulcan style in questo!) dei fan, sono nati nuovi film, a partire dal primo della generazione millennials, nel 2009 che segna, la rinascita e distacco dalla storia sinora conosciuta e raccontata, senza distruggerla.

Tutto ciò come avviene? Con un trito e ritrito stratagemma. Un salto in un buco nero che fa arrivare alcuni personaggi ed eventi in una nuova linea temporale, che così non inficia nulla nel già visto, ma che da questo (vuoi per destino, vuoi per attirare i fan) si lascia in parte influenzare. E questo è ben visibile soprattutto nel secondo film.

Ma andiamo con ordine.

Nel 2009 è J.J. Abrams a mettere in scena il rilancio del franchise con attori nuovi che vestono i panni dei nostri famosi compagni di viaggio della plancia di comando dell’Enterprise. Ma questa volta è la vita stessa di Kirk che viene sconvolta. Un’astronave appare dal nulla e distrugge la U.S.S. Kelvin. Il padre di Kirk muore mentre lui nasce. È per sfida che entra nella Flotta, anni dopo. Ed è sempre per sfida e per colmare il vuoto lasciato dal padre, che prende il comando della nave, cercando di salvare la Federazione e la Terra dalla minaccia di Nero, un romulano che vuole vendicarsi per fatti che non sono accaduti nella linea temporale di questo film, ma in quella  che noi conosciamo, solo che non abbiamo mai conosciuto, perché si parla di un lontano futuro. Rivediamo qui la figura nostalgica di Leonard Nimoy nei panni di Spock che fa da trait d’union tra il vecchio e il nuovo, possiamo dire, testamento trekkiano.

Nel 2013 esce nelle sale STAR TREK INTO THE DARKNESS, sempre con firma J.J. Abrams. Seppur il film abbia buone premesse e potenziale da vendere, con l’aria familiare datagli da Abrams, purtroppo ho visto che faticava a crescere, riducendosi in un misto di distruzione, combattimenti, sfide e una conclusione troppo repentina. Insomma, alla Abrams. Capiamoci, mi piace moltissimo come regista, ma è tarato e lo capirete più avanti.
In questa produzione, la storia gira attorno ad un richiamo ad un evento della linea temporale originaria. Una minaccia del passato tecnologico della Terra, minaccia di distruggere l’equilibrio della Galassia, per puro spirito di vendetta. Il personaggio principale, il villain, interpretato da Benedict Cumberbatch, è il superuomo geneticamente migliorato, Khan. Ibernato per scongiurare una nuova guerra eugenetica, Khan si risveglia. Il modo col quale questo attore riesce a far trasparire la psicologia di Khan, le sue passioni, le sue emozioni, sono la primaria nota positiva di questo film. Film che si riduce, mi spiace dirlo, ad un trito e ritrito del passato, visto in chiave moderna, più tecnologia sul versante degli effetti speciali. Ma alla fin fine, sempre quello è. C’è un’inversione di ruoli tra i destini di Spock e Kirk, forse per evitare di perdere, come si dice qui, Filippo e il paniere, poiché nella storia originale Spock muore e il suo corpo, lanciato nello spazio, cade su un pianeta in terraformazione che lo rigenera e riporta in vita, cosa che avrebbe significato ripetere lo stesso anche in questo revival del franchise. Invece qui in pericolo c’è Kirk.

Infine, 2016. Star Trek Beyond. E titolo migliore non può esserci! Perché anche se la storia gira attorno ad un evento conosciuto della linea temporale originaria, che io ho subito compreso nel film, la storia è completamente nuova, gli eventi completamente nuovi e personaggi nuovi vengono inseriti in quello che segna, a mio modo di vedere, il nuovo punto e a capo di questa produzione. Questa volta alla regia troviamo Justin Lin. Il cambio di mano si vede sin dalle prime scene, se non dall’apertura del film. Un ritmo diverso, una impostazione delle scene e movimenti di camera completamente diversi che danno un respiro fortissimo al modo di vedere di Abrams che, seppur apprezzo, trovo sia una mano santa che si sia tolto da dietro la cinepresa.
Non mancano scene di ironia e comicità, sviluppando le relazioni tra i personaggi storici, con l’aggiunta di nuovi che spero di rivedere nel prossimo. La storia gira attorno alla missione quinquennale nello spazio profondo della Enterprise. Qui troviamo Kirk stanco del comando. I suoi turbamenti vengono però messi alla prova dopo una chiamata di soccorso. Ed è questo stile, questa sceneggiatura che fa rivivere i fasti del passato, perché non ripete la storia, ma ne crea nuove, con i canoni ormai ben conosciuti e apprezzati dal fandom. Un nuovo nemico, anche lui camuffato sotto aspetto e nome nuovi, si questi nemici son tutti molto fantasiosi nelle loro vendette. Questo nemico è alla ricerca di un’arma per sfidare la Federazione. La storia funziona, è coerente e ha i ritmi che mi fanno dire “finalmente è tornato Star Trek”. Come sappiamo è l’ultimo film con Yelchin, che purtroppo è morto poco prima della premiere. E in questo vi è l’addio, commovente, straziante per me, a Spock con un richiamo alla vecchia guardia di ufficiali di plancia che mi ha fatto venire il freddo addosso. Leonard Nimoy rimarrà per sempre nei cuori di tutti.

Questa è Star Trek. Un viaggio, un percorso che vede protagonisti gli alieni e gli esseri umani, è una produzione capace, sin dalle sue origini, di abbattere la xenofobia e il razzismo. È una produzione, le passate e le nuove, che sanno dare il giusto spazio a temi importanti del vivere umano. Il ruolo delle donne, col capitano Janeway in Star Trek Vojager. Un capitano, cazzuto, fiero e forte, donna. Donne che sanno riscattare le proprie vite e uscire dalla loro condizione di schiave, come la Borg Sette di Nove. O al di fuori dei ruoli e delle imposizioni tradizionali, la vulcaniana T’ Pol. Uomini coraggiosi che sanno combattere le differenze e sanno dove sia l’amicizia e il coraggio, come Charles Tucker Terzo, Trip. Razze diverse che sanno coabitare e trovare il giusto mezzo tra le loro tradizioni e cultura, e quelle dei propri compagni di viaggio, come Kirk e Spock, un’amicizia che diventa viscerale, fraterna, che rompe le tradizioni di rigida e inflessibile disciplina, per far spazio al cuore delle relazioni. E, con questo film, con la duplice e recentissima questione che tocca anche l’Italia e il mondo intero. Le unioni omosessuali, con la visione approfondita di Hikaru Sulu, gay, sposato e con una bambina, che lotta contro tutto e tutti pur di salvare la propria famiglia, ma che non scappa dal proprio dovere di ufficiale, ma combatte con la professionalità e responsabilità di un uomo che sa qual è il suo dovere e che sa che quel dovere lo aiuta a salvare la sua famiglia. E… in ultimo, il pericolo espresso e rappresentato dall’ignoto, dalla cultura ignota e sconosciuta di una razza di cui non si sa nulla, di una cultura sconosciuta, sinché non si crea un ponte e un contatto. Qui in Star Trek rappresentato dal Primo Contatto dei terrestri con i vulcaniani, al primo volo a curvatura, ma anche nel pericolo di questo ultimo film che mostra nuovi personaggi, diversi fisicamente, ma che sotto la pelle, la carne e le ossa, hanno tutta quell’umanità che alle volte noi stessi, che siamo umani, dimentichiamo di avere, perché sopravvalutiamo, come se fosse ormai assodato chi siamo.

Questo è il mondo trekkiano. Non solo pura fantascienza che manda in trip mentale i nerd come me, ma che ci apre gli occhi e ci fa riflettere, che ci spinge a viaggiare in noi stessi e oltre noi stessi, la dove ancora non ci eravamo spinti prima.

Per il momento questo è quanto! Credo che, se vi fa piacere, farò una puntata di raffronto tra Star Wars e Star Trek, così per mettere un po’ di pepe tra i fan che si combattono su chi sia il miglior e il peggior franchise tra i due.

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Re_Censo

Pubblicato da Re_Censo

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