TOPOLINO
3472
Oggi parliamo del numero 3472! Iniziamo!
Storie e Sceneggiature
Gastone lo Sfortunato, Ep.1
Storia di: Emiliano Mammucari
Disegni di: Stefano Zanchi
Esploriamo ancora una volta il personaggio di Gastone, in contrapposizione con l’ennesimo piano di Amelia che sfrutta così la fortuna del personaggio per le sue mire sulla Numero Uno di Paperone. La vicenda è veramente molto ben raccontata e sembra quasi prendere un ritmo cinematografico. Interessante è anche il modo con il quale Gastone si allea e chiede aiuto a Paperino, ma siamo solo alla prima puntata quindi staremo a vedere più avanti cosa ne uscirà, per il momento le premesse ci sono e sono molto buone.
Topolino e il ritorno dell’Uomo Falena, Episodio 2
Storia di: Sergio Badino
Disegni di: Andrea Lapis Malgeri
La seconda parte dell’indagine tra Topidoro, Topolino, Tip e Tap me l’aspettavo diversa, perché se nella prima il ritmo era coinvolgente e riusciva a creare quella dose di mistero che ci ha trascinato sino alla fine della prima puntata, questa volta tutto il mistero salta dopo neanche le prime due tavole, con il ritorno così di Tip e Tap con un drastico taglio della tensione narrativa. A nulla valgono i tentativi che vengono fatti di mettere un po’ più di intreccio nella faccenda, facendo schierare la popolazione contro questi investigatori, perché tutto il mistero sull’uomo-falena si risolve in pochissime battute, in una rapida successione che smonta tutto il pathos.
PippoSpot – il nuovo nome
Storia di: Roberto Gnagor
Disegni di: Sergio Cabella
Un’altra storia breve dedicata a Pippo Spot che corre in soccorso di un rivenditore di auto che ha bisogno di nomi nuovi da dare a macchine d’epoca per poterle vendere. La ricerca di un nome, come dimostra questo lavoro di Pippo, è veramente difficile, ma alle volte da un semplice errore si può arrivare a una soluzione brillante. La faccenda è sicuramente molto breve, ma rispecchia anche l’estro e la mentalità di questo bellissimo personaggio, che non si smentisce mai.
Qui, Quo e… Qua ci serve un Liutaio!
Storia di: Davide Aicardi
Disegni di: Massimo Fecchi
Qui e Quo riescono a reperire l’ultima copia di un videogioco in realtà aumentata… o virtuale… vabeh, lo recuperano, ma purtroppo accade un incidente che li costringe a chiedere l’aiuto di uno specialista per riparare la chitarra di Qua. La storia sembra più il pretesto per raccontarci come ci si comporta in situazioni che prevedono la nostra presa di coscienza e la responsabilità nei nostri gesti, facendoci vedere quindi come i due rinuncino al loro nuovo videogioco per rimettere in sesto la situazione. Nonostante la semplicità e la brevità della storia, l’insegnamento di fondo è veramente semplice, chiaro, immediato e quanto mai importante.
Paperino e il Torneo del Re
Storia di: Carlo Panaro
Disegni di: Marco Palazzi
Con l’ultima storia torniamo di nuovo alla corte del Re Papero Magno, nella cornice tipica di questo contesto narrativo, ossia un torneo triennale che deve decretare così un vincitore a cui spetterà un grosso premio. La finestra che viene aperta è un susseguirsi di sfide più o meno stampalate e poco credibili che decretano il vincitore, ma dietro queste sfide Paperino si accorge di un mistero che si cela attorno a uno dei partecipanti, andando così ad approfondire ancor più i legami familiari di sua maestà. La vicenda ovviamente non ha nulla a pretendere, risulta essere raccontata nel solito contesto classico della Disney, ma proprio per questo risulta gradevolissima e piacevole da leggere, col finale tipico e da favola.
Disegni e stile
Copertina molto evocativa e drammatica, quasi onirica per le sfumature e l’espressione del soggetto protagonista. Veramente molto bella.
-Qui disegno sulla sfortuna di Gastone è semplicemente spettacolare, lo rivediamo nello stesso stile che c’è stato proposto ne “la solitudine del quadrifoglio” che abbiamo visto. Ritorna questo disegno illustrato con particolare attenzione non solo alla linea, ma anche al colore. Linea e colore che creano così dei paesaggi e delle scene veramente spettacolari, che prendono un taglio molto più cinematografico rispetto al solito, che hanno così movimento, dinamismo e grande volume sia per le scene, che per i personaggi. Bellissime sono le vignette che hanno sempre questo stile più americano, allontanandosi dal classico Disney e se fossero così tutti i numeri del Topolino, me ne innamorerei.
-Nulla di nuovo per quanto riguarda la storia sull’uomo-falena, perché il disegno è uguale a quello che abbiamo visto nella puntata precedente. Infatti le vignette riprendono lo stile più cinematografico, concentrandosi di più sulle espressioni dei personaggi e su quei pochi indizi presenti, che dovrebbero mettere tutto in relazione ai colpevoli. Ciò che c’è di buono e positivo è che il disegno è veramente semplice e pulito, per cui anche nella caoticità di alcuni elementi, la maggior parte delle scene sono di facile lettura.
-Questa volta non è Coppola a occuparsi del disegno di Pippo Spot, ma è Cabella che sembra avvicinarsi molto allo stile del collega, perché ne riprende colori, fattezze e forme, ma poi se ne allontana per la resa di queste, preferendo proporzioni differenti e un po’ più deformanti, che così creano volumi forse meno efficaci di quelli di Coppola, che io preferisco, ma con un loro fascino.
-Il disegno di Qui e Quo sembra guardare indietro nel tempo, tant’è che i becchi dei paperotti sono molto più pronunciati del solito e le scene sono rese senza troppi dettagli, in una semplicità che aiuta la lettura e il ritmo ne giova tanto. A essere interessante è la linea, molto pulita e dall’aspetto artigianale, che dà così modo di assaporare uno stile particolarmente interessante e fedele al classicismo Disney.
-Bellissimo il disegno del torneo del Re Papero Magno, perché si sviluppa secondo lo stesso stile visto in passato, con una linea modulare negli spessori, molto classica sia per le proporzioni, che per l’aspetto delle fisionomie date ai personaggi. Ancor più carina è la presenza di dettagli che rievocano l’ambientazione tipica. Un po’ meno credibili sono le proporzioni degli ambienti e del castello, ma tutto ovviamente in quel tratto semplice, sopra le righe e dall’effetto un po’ strampalato, tipico di questa narrazione. Ciò che invece sembra più moderna è l’impaginazione delle vignette nella tavola, la resa e lo studio delle inquadrature, che così rendono ancor più avvincente il succedersi degli eventi.
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