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@Re_Censo #533 Da non aprire mai – Giugno parte 1 | #LASETTADEILIBRI

Da non aprire mai
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Oggi torniamo a vestire i panni della Setta dei Libri per la lettura di giugno 2022. Iniziamo!

Questo mese, con La Setta dei Libri, torniamo nel mondo delle graphic novel con Bao publishing e lo facciamo con due volumi. Il primo è “Da non aprire mai”, pubblicato nel 2022, scritto e disegnato da Ken Niimura. Costo di 22 €.

José María Ken Niimura del Barrio è nato il 19 ottobre 1981 a Madrid, in Spagna e ha origini giapponesi.
Ha studiato alla “Escuela de Arte La Palma“.
    Niimura ha insegnato fumetto e manga all’ “Università di Salamanca” e alla “Maison de la culture du Japon” a Parigi.

Nel 2008 pubblica la serie “I Kill Giants“, scritta da Joe Kelly, debuttando sul mercato statunitense, vincendo il primo premio del “5° Japan International Manga Prize“.

Niimura ha pubblicato due racconti per “The amazing Spiderman”, ha poi lavorato e collaborato con le riviste “Black” (Italia), “Mandala” (Giappone) e con molti artisti di fama internazionale come Víctor Santos, Luciano Saracino, David Lafuente, Kris, Paul Allor.

Nel 2013 ha iniziato a pubblicare la serie “Henshin” per la rivista di “Shogakukan Ikki“, manga costituito da diverse storie brevi, collegate tra loro, e “Umami“, che nel 2018 ha vinto il “Premio Eisner” come Miglior Fumetto Digitale.

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Il libro di oggi è quindi “Da non aprire mai”.

Mukashi banashi o Folktales from Japan, quindi leggende dal Giappone, è una raccolta di leggende popolari nipponiche che si tramandano da mille anni e che, di regione in regione, subiscono mutazioni e si differenziano passando anche di famiglia in famiglia. Tale tradizione arriva anche in TV, con una serie televisiva anime iniziata il primo aprile 2012 e conclusasi il 25 marzo 2018.
    Questo viaggio nel folklore nipponico è preso come spunto anche da Niimura a cui da bambino veniva raccontato dai nonni.
    Viaggiando, a modo suo, in questo condensato della cultura dei suoi antenati, Niimura lo rielabora a modo proprio e lo ripropone in un volume veramente succoso e cicciotto, bellissimo da tenere tra le mani, meno comfortevole quando lo si apre, soprattutto per le scene con vignette a pagina intera o a doppia tavola.
    Questo volume raccoglie tre principali racconti popolari che, in fin dei conti, non fanno altro che mostrarci il legame con il proibito che la società nipponica ha sviluppato nel tempo, in relazione alla natura umana e alle sue contraddizioni.
Tre sono quindi i racconti che Niimura reinterpreta.
    Il primo, “Da non aprire mai”, protagonista è un ragazzo che riceve, dopo aver salvato una tartaruga, una scatola chiusa, come un vaso di Pandora, che non deve aprire mai, ma che gli consentirà sempre di poter fare ritorno nel regno degli abissi dove la scatola gli è stata consegnata. Quando poi ritorna a casa, scopre però una brutta realtà e che il tempo non scorre allo stesso modo.
    Il secondo è “Vuoto”, protagonista è un anziano Maestro che deve allontanarsi dal tempio e lascia ai suoi allievi un gravoso compito: occuparsi di un barattolo a cui non devono avvicinarsi assolutamente, perché velenoso e mortale. Si esplora quindi una specie di multiverso nel quale l’autore ci permette di indagare ogni tipo di reazione a questo ordine e anche i probabili futuri, se vogliamo, cui possono andare incontro gli allievi.
    La terza storia, la più voluminosa, è “La promessa” ed è forse anche la più struggente tra le storie proposte. Un ragazzo è sempre stato additato come fannullone e combinaguai. Tanto che nessuno vede per lui un futuro roseo, ma in realtà, dopo il salvataggio di un uccello ferito, incontra una ragazza bellissima che chiede aiuto e riparo dalla tormenta di neve e finisce per rimanere a casa del ragazzo per lungo tempo, tessendo e filando per lui, per sdebitarsi. Ma mai e poi mai il ragazzo deve guardarla filare.

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    Quello che queste tre storie fanno è un pò ripetere lo stesso schema narrativo, che alle volte è semplice e altre invece un pò più elaborato, perché non si limita a tornare indietro nella narrazione, mostrandoci antefatti e eventi tenuti nascosti fino a quel dato momento punto e basta, ma anzi li circonda di mistero per creare nel lettore delle aspettative derivanti dai preconcetti che si creano in lui man mano che legge i fatti mostrati.
    Quindi ciò che succede è che protagonista non sono i personaggi, ma anzi è l’animo umano e il modo in cui si modifica e ripiega nelle risposte alle tentazioni e a ciò che è proibito, ad essere messo sotto la lente.
    Scopriamo così quanto sia difficile non rispondere a ciò che è precluso, a un ordine perentorio, se non facendo ciò che è stato detto di non fare, anche se ne va della nostra stessa vita.
    I risvolti sono sicuramente drammatici e la reazione di alcuni personaggi risulta essere più comica, andando a spezzare quella tensione, per poi ricaderci immediatamente, seguendo lo schema di cui sopra, ossia, ad un ordine, una promessa, un compito e un comando, i personaggi rispondono con la loro umanità, cadendo nella tentazione e facendo l’opposto di quanto loro vietato di fare.
    In quell’esatto momento scopriamo che la storia si ferma, torna indietro, svela misteri e antefatti sinora nascosti, approfondendo la situazione, per ritornare al punto di caduta, in cui il destino degli umani tocca il fondo delle loro esistenze, esplorando così nuovi risvolti forse anche peggiori e più drammatici, come nel caso della prima storia, o più distensivi come nella seconda, o più speranzosi, nel dolore vissuto, che aprono a futuri diversi e di redenzione.
    Questo avviene perché, appunto, Niimura rivede la tradizione e modifica i finali delle storie.

    Inoltre la narrazione avviene per immagini, essendo una graphic novel.
Per la prima volta abbiamo nozione di materiali e tecniche utilizzati dall’autore; matite Tombow Mono, inchiostri, carta, post produzione in digitale. E questo conferma ciò che si legge già a primo impatto nelle varie tavole, ossia un disegno più artigianale, con linee nette, tirate con decisione.

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    L’effetto però è si coinvolgente, quanto confusionario.
    Non c’è una gabbia realmente costruita, quindi le vignette assumono dimensioni, ordine e posizioni differenti in ogni tavola e questo modifica anche il ritmo col quale il lettore è trascinato nella vicenda. Ma il ritmo cambia anche in base alla resa stessa del disegno che è veramente minimalista, quasi schematico, essenziale e spesso nella linea, soprattutto in quelle scene d’azione più concitate, molto difficili da decifrare. È un disegno reso in bianco e nero, con i grigi a dare forma alle figure, profondità e alternanza con le campiture nette del nero, con alcune macchie di colore rosso che rendono la violenza, la cupidigia, la forza e la drammaticità della vita e l’irrimediabile della morte, tanto da prende in alcuni momenti il sopravvento. Ben poca attenzione è data alle anatomie e ai giusti movimenti delle giunture.
    Bellissimo è l’escamotage della tavola di sfondo nero su cui si leggono i flashback esplorativi della faccenda, che ci danno così modo di vedere gli antefatti e ricordarci che siamo nei pensieri dei personaggi e leggiamo così di cose che non stanno realmente accadendo, come un gioco di illusioni.

Con le sue quattrocento pagine è un fumetto difficile da leggere per più motivi: il più semplice e immediato è la nostra cultura, così lontana e diversa da quella nipponica, passata poi per di più dal filtro di un autore che ne rivede i finali, raccontandoci alle volte temi che però sono vicini alla cultura occidentale. Ma poi proprio per questo disegno che spezza o avvantaggia la velocità di lettura degli eventi.

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    “Da non aprire mai” è il racconto delle conseguenze della trasgressione e del fascino del proibito, che si sviluppano nel messaggio di fondo che si passa al lettore, che però non si limita al solo “rispetta le regole”, ma che comunque crea punti di contatto tra le culture nipponiche e occidentali, anche se con storie diverse, riallacciandosi a quella morale da ritrovare sul finale delle storie e che le riempie così di significato.
    Ho trovato quindi una bellezza caotica nel segno così rapido, marcato, stilizzato, che riesce a creare ambientazioni e atmosfere leggendarie, che però non sempre si lascia leggere con facilità e che quindi mi lascia ampiamente interdetto e lontano da una conclusione semplice: mi piace o non mi piace? Non lo so, perché, a differenza dello stile di disegno, qui ci sono molte sfumature da tenere in considerazione e non si può arrivare a una conclusione unitaria e decisiva.

E voi l’avete letto? Ditemi cosa ne pensate, se vi è piaciuto, se non siete riusciti a mandarlo giù e perché, cosa vi ha invece attirato, cosa siete riusciti a carpire dalle tre storie e quale è la vostra preferita?

Vi aspetto nei commenti, qui sotto, ditemi la vostra! Vi ringrazio per la visualizzazione e per aver passato del tempo assieme! Come sempre, il libro è nel link affiliato, nell’infobox, così potete recuperarlo!

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Pubblicato da Re_Censo

Re_Censo è un nome inventato, gestito, prodotto e presentato da "OIRAD Studio d'Arte Grafica di Piedimonte Dario". Format di videorecensioni di libri, fumetti, manga, anime, film e telefilm.

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