@Re_Censo #508 I miei stupidi intenti | #LASETTADEILIBRI

I miei stupidi intenti
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Oggi torniamo a vestire i panni della Setta dei Libri per la lettura di marzo 2022. Iniziamo!

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Questo mese, con La Setta dei Libri, abbiamo letto “I miei stupidi intenti“, edito da Sellerio, 2021, scritto da un giovane Bernardo Zannoni.
È il primo Sellerio che acquisto, quindi è per me strano trovare una brossura ricoperta di una copertina sottilissima che però non si sfila del tutto.
Pagine molto lisce e che sembrano veramente pregiate. Costo di 16 €.

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Bernardo Zannoni è nato a Sarzana nel 1995.

Vive tutt’ora a Sarzana e “I miei stupidi intenti” è il suo primo romanzo.

Quindi di lui, nonostante l’età lo configuri come nativo digitale, non si sa null’altro online.

 

 

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Il libro di oggi è quindi “I miei stupidi intenti“.
Protagonisti non sono esseri umani, ma animali. Sembra proprio di vederci catapultati in uno di quei cartoni animati anni 80/90 in cui gli animali venivano fatti parlare e scappando da un pericolo, formavano un gruppo che si aiutava a vicenda.
Qui non è propriamente così, già a partire dalla natura stessa degli animali, quasi fedelmente rispettata.
Vero protagonista è Archy, una faina che nasce in pieno inverno in una tana in cui il padre è rimasto ucciso e a occuparsi di lui e dei suoi fratelli e sorelle è la mamma, che come una disperata va in giro a caccia e pensa al loro sostentamento.

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Sin da subito la stessa famiglia di Archy diventa quindi uno specchio e un riflesso di una famiglia umana con le sue difficoltà, quasi rapportate a quelle animali, perché nella narrazione creata da Zannoni, questi vivono proprio da animali, con i loro ritmi, cicli e istinti.
Una delle tante differenze che li avvicinano al mondo umano sono gli arredi delle loro tane, il fatto che si parli di letti, di cucine, di ingressi e comodini.

Ma l’umanizzazione di questi animali potrebbe pure finire qui, se non che, nel dare via il figlio zoppo per far mangiare gli altri, Archy si ritrova a vivere con una anziana volpe che fa l’usuraio, barattando e facendosi pagare alimenti e merci dagli altri animali che non sanno cavarsela nei mesi duri dell’inverno. Ed è tramite Solomon che Archy entra in contatto con una realtà nuova, diversa, lontana dal mondo animale e che prefigura Solomon più vicino agli umani, svelandolo però al lettore con calma e un svelamento progressivo.

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Quello che Zannoni fa in questo romanzo, è scrivere delle vite umane, facendoci abbassare le difese perché le fa raccontare e vivere a degli animali, quindi ce le fa pensare lontane da noi.
Quindi ci fa credere che sia lontano che un fratello si innamori e si senta attratto dalla sorella, che un maschio appena arrivato sfrutti la madre di Archy e violenti le sue sorelle, mostrandoci come sia ingiusta la vita.

Zannoni prende a pretesto il racconto e l’ambientazione animale per mostrarci con una scrittura leggera, evocativa, semplice, ma che ha una visione veramente profonda e attenta, la vita umana, camuffandola per colpirci aspramente e con una certa forza, nei nostri punti più deboli, minando le nostre certezze e sopraffacendoci assieme alle reazioni dei personaggi.

Non ci sono temi che Zannoni non tocchi e li racconta con un disarmo incredibile, forte, deciso, sapiente come se questo non fosse il suo primo romanzo, ma fosse uno scrittore navigato e d’esperienza.

Abbiamo Archy che quindi vive in casa di un despota, violento, come se fosse quindi il suo schiavo e la giovane faina non avesse diritti. Eppure, piano piano, un po’ Archy e un po’ la vita stessa, scalfiscono la corazza dell’usuraio che si svela, nel tempo, in una relazione fortissima, la più forte di tutto il libro, che va oltre il puro istinto animale e che configura così la volpe e la faina come sempre a metà tra due mondi molto simili tra loro, animale e umano, ma nettamente diversi, lontani.
E tutto questo Zannoni lo racconta indicando nella consapevolezza, nella coscienza di se, nella cultura e nella scrittura, nel saper leggere, la radice un po’ di tutti i mali di Solomon e Archy, come se elevandosi alla conoscenza, Solomon prima e Archy dopo, non riuscissero più a vivere come animali tra gli altri animali, alla maniera dettata dalla loro creazione.

Non c’è nulla di diverso in Archy di un ragazzo che, finalmente cresciuto e abbandonata la debolezza e il sogno della adolescenza, scopre l’amore, scopre la fame, si fa insegnare a leggere e scrivere, scopre che la sofferenza è ciclica, che è importante farsi una posizione e non affrancarsi al più forte.

Ma Archy cresce, in modo così disfunzionale, all’ombra di Solomon, che piano piano si scopre spaventato dalla morte e più si avvicina a questa, più mostra ad Archy chi sia il padre degli uomini, Dio, ponendo uno scalino ancora più alto nella narrazione e nella vita dei personaggi, inserendo quindi temi molto profondi, filosofici, teologici, sulla crudeltà di Dio, sul perché tenga agli uomini e non anche agli animali e sul come Solomon si identifichi più in un uomo che aspetta di ritornare al padre, che come animale da esser mangiato dopo morto. E la sua vita non deve scomparire, ma deve essere portata all’eternità attraverso la scrittura, dettandola e raccontandola al giovane.

E quando Archy vede sparire tutto quello che nella gioventù gli ha dato sicurezza, anche nel dolore e nella  sofferenza costanti, sembra ancorato, fermo in quel punto del bosco, dal quale non solo non riesce a muoversi, ma continua a vivere come se potesse campare di rendita, perpetrando la stessa tossicità in cui è nato e cresciuto, rivoltandosi addirittura contro la sua stessa famiglia, che chissà come ha avuto modo di costruirsi, facendo del suo istinto alla fame e alla sopravvivenza, l’unica voce da sentire, a dispetto della tanto ricercata amata che, di punto in bianco scompare con la prole.

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La consapevolezza e la tristezza ritornano a fargli ciclicamente visita, in tutta la sua vita, ponendosi delle domande che sono tutte umane, in una condizione che è però tutta animale, fino alla fine dei suoi giorni, raccontandoci gli stupidi intenti di un animale, una creatura che era considerata debole, perché zoppa, schiavo, perché di proprietà, quasi figlio e discente per adozione di intenti, ma che non ha saputo scollarsi di dosso tutto ciò che lo ha ferito, che non ha saputo forse trarre insegnamento dal passato, cosa non solo umana ma prettamente animale, per poter sopravvivere, ma che ha  comunque tentato di diventare immortale, come il suo maestro, attraverso la conoscenza delle parole.

Sicuramente I miei stupidi intenti è un libro nuovo, particolare, che ha numerosi rimandi caratteristici ad altri romanzi, ma che rivede e ricrea tutto a modo suo.
Ad esempio gli animali Orweliani diventano man mano consapevoli e umani, qui invece lo sono da sempre un po’ umanoidi.
O ancora, la consapevolezza di schiavo e discente alla Oliver Twist, affamato di cibo e conoscenza. Ma come la ricerca di cibo, per colmare una fame animalesca che lo inserisce irreprensibilmente nella vita, così anche la ricerca di Dio, caratterizza tutto il percorso di Archy, e di Solomon, ed è forse il tratto distintivo più eclatante che lo avvicina all’uomo e che al tempo stesso lo mette in pace con se stesso.

La fine tragica della vita di Archy, una fine così animale, è anche però una fine molto poetica, densa, potentemente umana, che nel dolore lascia comunque un segno, un desiderio, uno stupido intento, perché non s’è riuscito a raggiungerlo a dovere e lo si giudica in retrospettiva.

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Zannoni ha creato una meraviglia e se consideriamo che è il suo primo romanzo, non vedo l’ora di leggerne altri e quindi gli auguro veramente una carriera densa, perché più scriverà, più rimarrà eterno nei secoli, proprio come eterni sono Solomon e Archy, per chi sa leggere.

Vi aspetto nei commenti, qui sotto, ditemi la vostra, cosa ne pensate, cosa vi è piaciuto, cosa vi sareste invece aspettati e cosa invece non vi ha proprio dato quella scintilla che speravate di avere!

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Pubblicato da Re_Censo

Re_Censo è un nome inventato, gestito, prodotto e presentato da "OIRAD Studio d'Arte Grafica di Piedimonte Dario". Format di videorecensioni di libri, fumetti, manga, anime, film e telefilm.

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