@Re_Censo #472 YURIA, chi ha ucciso il monsignore?

YURIA
chi ha ucciso il monsignore?

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Oggi parliamo di un cortometraggio! Iniziamo!

@Re_Censo #472 YURIA, chi ha ucciso il monsignore?

Oggi parliamo di un film, che pensavo tale, invece è più un cortometraggio di una quarantina di minuti e dall’apparenza ben più che tronco, come se gli mancasse un pezzo.
Ma andiamo con ordine.

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A Curinga, in Calabria, arriva frà Ludovico per investigare sulla morte del monsignore di un monastero lì situato.

La storia si apre proprio con la fine di una messa e già lì gli errori sono palesi, grossolani, ben evidenti. Essendo noi italiani un popolo cristiano di lungo corso, certi errori non sono ammissibili, perché snaturano le immagini, sfibrano i dialoghi, rendendoli finti, sterili, meccanici.

Frà Ludovico viene introdotto nel monastero da una suora dall’atteggiamento altezzoso e dallo sguardo un po’ lascivo. Ma in realtà è tutto il parterre di personaggi ad apparire poco organico, realistico.
Si respira molto l’aria alla “Nome della Rosa” di Umberto Eco, non solo per la presenza di un frate investigatore, ma anche per il mistero che si vuole far aleggiare attorno alla morte del monsignore che, a inizio della narrazione, si dice sia stato avvelenato.

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Proprio come accade tra le pagine di Eco, frà Ludovico inizia le sue indagini. Indagini che appaiono però per poche scene e si limitano ad una passeggiata del frate, muovendosi all’inseguimento di un seminarista ancora più strano e disturbato, che col suo comportamento non fa altro che aumentare i sospetti su di lui. Nel seguirne i passi però, frate Ludovico incappa nella suora che gli spiattella tutto.

Se c’era, fino a quel momento, un minimo di tensione, di suspense reso dal senso di incertezza, dal comportamento dei sacerdoti, con quella confessione tutto si spezza prima ancora di nascere realmente, deludendo lo spettatore di quanto inizialmente promesso, ossia proprio l’indagine del frate, su cui in sostanza sembrava basarsi tutta la tensione e la narrazione della prima parte del corto.

E con quella rivelazione, la storia sembra inequivocabilmente troncarsi, trovare la sua fine. Il frate è pronto ad andar via, avendo così acciuffato il colpevole omicida e consegnatolo alla giustizia. Ma ancora una volta, tutto questo non viene raccontato, semplicemente si stacca dalla scena della confessione e si riattacca a quella della vettura della polizia che parte con l’assassino, in una rapidità che smonta ogni possibile coinvolgimento del pubblico con scene d’azione e magari le reazioni dell’arrestato.

Il film, o meglio, il cortometraggio sembra giungere alla conclusione ma finalmente succede qualcosa che sembra ridare un afflato alla sceneggiatura, facendola un minimo rinvenire prima di ripiombare nell’inconcluso.
Si, perché con la rivelazione finale di un’ennesima confessione fatta al frate, sembrano aprirsi porte nuove, possibilità nuove, ma tutto questo non trova poi il giusto spazio e tempo, come se lui avesse fretta a lasciare Curinga e quei preti male assortiti, invece che fermarsi e continuare, o meglio, iniziare finalmente a fare le vere indagini.
Perché si, tutto sembra un po’ raffazzonato, buttato in caciara, con poca organicità e praticamente scritto male.

L’idea della storia è carina.
L’ambiente è interessante, evocativo.
Anche la narrazione poteva, in potenza, essere sviluppata al meglio, ma è come se non avesse avuto la capacità di farlo, troppo accennata, poco convinta.

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E i realtà è tutto il lavoro ad avere una sensazione finale di poco studiato, fatto di fretta.

Partiamo proprio dall’inizio, parlando di errori:

-Il sacerdote che celebra, dall’altare dice che “hanno finito la loro omelia”.
Ma se siamo a fine messa, l’omelia è finita da tempo, per di più è anacronistico il noi.
In più indossa, lui e l’altro sacerdote concelebrante, i paramenti liturgici, rossi (non si sa perché) e però non hanno i camici al di sotto, bianchi.

-Il comportamento, la recitazione, l’impostazione della voce di don Enrico e don Gregorio sono troppo fredde, impostate, irreali. Vogliono forse indicare una personalità disturbata? Una mente malata?

Frà Ludovico è un frate, ma è vestito da prete.

-L’abito talare dei preti si ferma sotto le ginocchia.
Mancanza di budget? Non sanno come è fatto il vestito dei preti, eppure siamo pieni, in Italia! Bastava guardare un attimo una diretta del papa.

Suor Beatrice è muta dall’inizio ed è probabilmente la più brava, quella che risalta di più, soprattutto quando piangendo portano via l’assassino.

-Tutta la narrazione gira attorno a sette personaggi, ma non riesce a dare un intreccio e una profondità che magari già la sola presenza di un flashback che raccontava l’omicidio o la relazione del monsignore, poteva aumentare il ritmo, approfondire la vicenda, darle veridicità.

-I dialoghi sono inconsistenti, poco realistici, non approfondiscono le personalità dei personaggi, li fanno anzi apparire macchiettistici e finti, preimpostati.

-La fotografia e le riprese non sottolineano l’ambiente, non lo particolareggiano, non gli danno enfasi. È tutto troppo illuminato, poco profondo, poco narrato. Eppure proprio l’ambientazione, il monastero, aveva di che dire, poteva diventare un elemento importante e non solo uno sfondo.

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Il risultato finale è quello di avere sprecato una occasione.

Come ho detto, l’idea è carina, quella di un monsignore assassinato e di un frate investigatore, mandato addirittura dal Vaticano, come se il vescovo della Diocesi di appartenenza fosse impossibilitato.

Ma è tutto talmente raffazzonato, inconcludente, poco definito e chiaro, che l’unico momento in cui la tensione, la suspense e il mistero salgono a galla, come uno dei personaggi apre bocca, mostrandoci quanto sia finto e poco credibile, che tutto l’impianto crolla e il patto con lo spettatore sulla sospensione dell’incredulità, perde di senso e svanisce, risultandoci così come una recitazione da spettacolino di fine anno scolastico, con tanto di vestiti fuori misura e troppo piccoli per sembrare veri.

Online, dalle ricerche fatte, sembra che siano tutti sicuri di un progetto da venire, come una serie che racconti la vera indagine di frà Ludovico.
Dio ce ne scampi, se le cose che ho segnalato non cambiano per il meglio!
In realtà tale sensazione, di incompiuto e di un presagito ritorno, sono effettivamente palpabili, ma non so cosa sperare e cosa augurarmi e augurarci.

Sono rimasto davvero deluso.
Quasi quasi, è più impattante il trailer, che il corto in se.

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Vi aspetto qui sotto, ditemi la vostra, se non vi ha convinto qualcosa, spiegatemi cosa, se mi sono completamente sbagliato io, ditemi dove ho capito male e se sono troppo pretenzioso.
Insomma, vi aspetto nei commenti qui sotto, ditemi cosa ne pensate!

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Pubblicato da Re_Censo

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