TOPOLINO
3440
Oggi parliamo del numero 3440! Iniziamo!
Storie e Sceneggiature
Topolino&Minni in: qualcosa nella Nebbia
Storia di: Pietro B. Zemelo
Disegni di: Davide Cesarello
La prima storia di questo volume è divisa in due parti e vedono Topolino e Minnie in partenza per una vacanza di puro relax, ma a causa di un’improvvisa nebbia sull’autostrada sono costretti a deviare da loro tragitto per fare pausa nella ridente cittadina di Boscozucca, dove però sono avvenute alcune sparizioni. Ovviamente Topolino non si lascia scappare la prospettiva di un’indagine del genere. Ma sarà Minnie a completare l’indagine e a metterlo in salvo. La tensione narrativa raggiunge il suo apice alla fine della prima parte, quando Minnie è in pericolo per poi proseguire nella seconda parte con una tensione molto più allentata e con un ritmo molto simile a quello della prima parte, che devo dire la verità neanche ci prova a creare un mistero credibile e soprattutto a far paura, tanto più che i motivi per i quali queste zucche prendono vita non ci viene rivelato neanche sul finire della storia, trasformandola quasi in un tentativo che è più un nulla di fatto, che un tentativo vero e proprio.
La Ballata di John D. Rockerduck, ep. 2
Storia di: Marco Nucci
Disegni di: Giorgio Cavazzano
Continua l’avventura nel passato di Rockerduck e questa volta l’attenzione si concentra sull’evoluzione scatenata nella prima parte, che quindi si sviluppa in un succedersi di incredibili successi che ribaltano la situazione iniziale, prefigurando così la risalita e l’ascesa di un nuovo Rockerduck. La vicenda si svolge con un ritmo molto incalzante, anche se la trovata narrativa è forse un po’ ripetitiva, ma per fortuna arriva un punto nel quale finalmente taglia corto. Su quello che sembra il finale sono rimasto forse un po’ deluso, per la semplicità con la quale questa storia giunge alla conclusione e mi sarei forse aspettato minimo una puntata in più, invece poi la storia si immerge in un nuovo finale, che è un risvolto ancora più intricato e che approfondisce ancora di più le relazioni tra alcuni personaggi, con uno sguardo molto malinconico al passato, che chiude così la narrazione in maniera molto forte e decisiva, ma soprattutto coinvolgente e concreta.
Paperino e le papere del Campidoglio
Storia di: Alessandro Sisti
Disegni di: Giorgio Cavazzano
Per ricordare la scomparsa nell’anniversario di Gigi Proietti, questa storia ci viene proposta per la prima volta dalla sua primissima uscita nel gennaio del 1997 ed è descritta proprio con l’aiuto di Proietti stesso. Torniamo indietro nel tempo, all’epoca della Roma imperiale, dove Paperone s’inventa la qualunque pur di guadagnare e questa volta i barbari sono visti sotto i panni di turisti. I segnali della contaminazione artistica di Gigi Proietti sono alquanto evidenti, non solo nel ritmo della narrazione, ma anche proprio nel modo con il quale i personaggi sono studiati e caratterizzati, in maniera particolare proprio nel linguaggio con il quale il grande attore romano disegnava i suoi di personaggi. Una storia veramente molto coinvolgente, che sembra uscire in maniera prepotente dal modo classico con il quale raccontare il passato vestito con i personaggi di Paperopoli e che arriva a un finale, seppur scontato, ma perfettamente in linea con la storia fino a quel momento raccontata.
Grosso Guaio a Paperopoli – Prologo
Storia di: Marco Gervasio
Disegni di: Giuseppe Facciotto
L’ultimo episodio parte all’interno della Boutique di Minnie e Betty, ma poi si sposta subito al commissariato di Topolinia. In verità è un prologo di poche vignette, che ci dà semplicemente il via per quella che sarà una storia che, in effetti, partirà solo la settimana prossima, per cui staremo a vedere.
Disegni e stile
Copertina a tema Halloween, che però è troppo poco spinta, non ci crede neanche lei e fa un po’ da apripista al sapore che troviamo quindi nella prima storia che abbiamo visto. Non basta una zucca e colori smorti per rendere l’Horror di Halloween.
-Il disegno della prima storia è molto moderno, ha una linea abbastanza presente, ma crea dei bei volumi, soprattutto per quanto riguarda alcune scene molto descrittive, possiamo dire quasi cinematografiche, che rompono il layout e occupano l’intera tavola, caricandosi così di molti dettagli, mentre il resto della narrazione vede un colore molto semplice e piatto, col quale poche volte si gioca, tono su tono, per creare le ombre. Interessanti sono le scene che hanno il tipico taglio di una narrazione horror, con inquadrature ed effetti scenici interessanti, che però sono forse più potenti della narrazione stessa.
-Il disegno della storia su Rockerduck non è diverso da quello che abbiamo visto la volta precedente, infatti la linea riesce a creare figure molto pulite, con i loro volumi che risaltano nelle scene, che tutto sono tranne che semplici, perché, anche se con poche linee, riescono a dare molti dettagli, sia agli ambienti interni che a quelli esterni. Ho particolarmente apprezzato non solo l’inizio della vicenda, ma anche e soprattutto il modo con il quale il flashback finale viene raffigurato.
-Il disegno della storia delle Papere del Campidoglio è un disegno veramente molto classico e si vede benissimo anche come questo sia stato reso con le tecniche dell’epoca, stiamo parlando pur sempre del ’97 e quindi la linea, seppur moderna per l’epoca e con un risultato sicuramente più accattivante e vicino a quello che conosciamo noi oggi, è pur sempre una linea alquanto acerba per la resa “digitale” soprattutto negli spessori, che alle volte sembrano creare forme che si staccano dalle scene e dagli sfondi, ma veramente belli e particolari sono le vignette, cariche di dettagli che fanno rivivere la Roma del tempo. Dettagli che si spostano poi anche sull’abbigliamento e le caratterizzazioni dei vari personaggi.
-Il disegno dell’ultima storia, cioè del prologo di quella che partirà la settimana prossima, è molto moderno e la linea è sicuramente molto sottile, almeno inizialmente, rifacendosi forse agli stili un po’ francesi della Boutique di Minnie e Betty, per poi prendersi tutto lo spessore che ben conosciamo, avvicinandosi a un disegno decisamente molto più moderno, che perde la morbidezza della linea per assumere un sapore quasi troppo digitale. C’è veramente poco da dire, essendo queste poche scene un prologo. Staremo a vedere quindi la settimana prossima.
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