@Re_Censo #425 Nella mia testa, tratto da una fantasia vera di Nicola Conversa

Nella mia testa
tratto da una fantasia vera

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Oggi facciamo un viaggio molto particolare, nella testa e soprattutto nel cuore… Iniziamo!

@Re_Censo #425 Nella mia testa, tratto da una fantasia vera di Nicola Conversa

Oggi parliamo di “Nella mia testa“, libro uscito il 13 aprile 2021 per Rizzoli, in questa copertina cartonata con sovracoperta, dal costo di 17€.
Un formato molto bello da tenere tra le mani, un po’ scricchiolante, ma tutto sommato curioso. La carta è sicuramente diversa dal solito romanzo, soprattutto forse in virtù del fatto che ogni capitolo, chiamiamoli così, ha la sua fotografia.

Ma prima di addentrarci, parliamo dell’autore, brevemente perché spero di incontrarlo in una diretta, come mi ha proposto.

Nicola Conversa nasce il 19 maggio 1989 a Bari, Canosa di Puglia.
Dal 2010 inizia a caricare online i suoi video, sotto il nome di Nirkiop e con lui ci sono i suoi amici, da cui appunto l’acronimo.
Conversa si impone online con tutta la sua delicatezza e il suo sguardo particolare sul mondo, soprattutto sul mondo delle relazioni e delle emozioni. Fine indagatore dell’umano, Conversa dirige e prima ancora scrive ogni suo video, collaborando con i suoi amici. Nel 2014 co-dirige il suo primo lungometraggio, “La Matricola“, di cui ha curato la sceneggiatura e nel 2018 arriva al David di Donatello con “Mezzanotte Zero Zero“.

Nella mia testa, è l’esempio, già a partire dal titolo, della linea sottile che Nicola scavalca, lasciandosi alle spalle il mondo reale, per immergersi in uno immaginario, dove anche gli oggetti e gli animali, oltre le persone, hanno vita, prendono vita, si muovono, agiscono, o semplicemente subiscono alcuni eventi, desiderandone altri e, come vedremo più avanti, nel raccontare attraverso la fantasia questi episodi, in realtà non si allontana dal mondo reale, al quale è saldamente e romanticamente ancorato.

La vicenda si apre con un evento carico di attese, emozionante, asfissiante per la lunga attesa, ma desiderato, nel quale si presenta il protagonista e si da avvio a tutto il racconto.
Già da qui, Conversa ci mostra come sia bravo con le parole, creando lo scenario adatto, incasellando e cesellando i dettagli che ce lo rendono reale, concreto.

E poi parte.
Parte con la testa e parte col cuore in un viaggio fatto a capitoli, come dei post su Instagram, fatto di immagini nelle quali l’autore ci mostra cosa ha scatenato in lui il racconto e la riflessione.

Già dal primo racconto capiamo che non sono solo gli esseri umani i protagonisti, e col secondo, siamo chiamati a immedesimarci quasi con l’arredamento.
Non vi nascondo che un po’ sono così anche io, che ho difficoltà a buttare le cose vecchie o rovinate, perché è come buttare via i ricordi che hanno vissuto.

Conversa passa anche dai generi, raccontando in prima persona sia personaggi maschili che femminili, delineandoli con la stessa delicatezza, spogliandoli quasi di quegli stereotipi che la società ha costruito, mostrandoceli per quello che sono, con le loro storie. Il tutto partendo da ciò che lui vede così, di sfuggita, per caso, perché gli è caduto l’occhio o per un particolare che lo ha colpito.

La fantasia e la creatività che lo denotano, ci permettono di allontanarci dal conosciuto e di varcare la soglia della sua testa, nella quale le storie vorticano per riuscire a crearsi e a prendere corpo, diventando reali. E se ci poniamo la domanda se tutto ciò sia in un certo senso reale, possiamo risponderci un po’ come un Silente che dice ad Harry:

Certo che sta accadendo dentro la tua testa, Harry! Dovrebbe voler dire che non è vero?

In questo vortice ordinato di eventi, che paiono scollegati dalla vicenda di apertura, ma che poi in essa trovano fondamento e veridicità, conferma e coerenza, Conversa esamina la vita delle persone più disparate: mogli che divorziano da mariti fedifraghi; messaggi che sono scritti, cancellati e mai arrivati a destinazione; animali che raccontano il razzismo e la paura di sognare. Ma anche storie che hanno un inizio, come una pietra lanciata in un lago e che riverbera i suoi effetti in onde concentriche, con un personaggio per poi arrivare ad un altro.

Lo schema del racconto, volendo fare i chirurghi freddi e asettici di un cuore da dover esaminare, è quasi sempre lo stesso e nonostante si ripeta, ha delle sfumature che non lo rendono una costante che subito si percepisce e che quindi smonta la sospensione dell’incredulità, ma anzi permette all’autore di continuare a raccontare e sorprenderci. E funziona più o meno così:

-L’introduzione ci mette in contatto col protagonista, che può essere un evento, una persona, un oggetto o un animale. Ci viene presentato, mostrato avvolto nel mistero o in una nube onirica, lasciando che ci facciamo ognuno la propria idea.

-Poi la vicenda si carica di tensione, in un crescendo potente gli eventi accelerano e svelano la verità dei fatti, smontando ciò che abbiamo pensato, ciò in cui abbiamo incasellato i protagonisti.

Infine gli ultimi pezzi, dopo questa catarsi, si mostrano e si raggiunge il cuore della vicenda, dal quale usciamo con una morale, con una storia che entra nella nostra personalissima vicenda.

E con le conclusioni di questi viaggi, ognuno di noi deve misurarsi.
Ma, io direi, dobbiamo misurarci anche con i preconcetti con i quali abbiamo tratto le premesse delle vicende o con cui abbiamo costruito e completato le parti mancanti, prima di incontrare la catarsi che ci fa fare l’autore, e dobbiamo poi entrarne in contatto e misurarci con loro.

Così, le storie che si succedono non sono più storie in una mera successione e scansione, ma anzi sono storie che hanno uno scopo che non è il mero raccontarsi, ma il mostrarsi a noi e darci il là per delle nostre personalissime riflessioni. E questa cosa trova, per me, riscontro anche nel finale del libro che diventa quindi, a sua volta, l’ultima storia che completa tutte le altre, che completa l’apertura e ne rafforza tutta la potenza.

Personalmente mi sono molto emozionato leggendo il libro, nonostante io conosca i post di Conversa e abbia visto e rivisto i suoi video, tratti proprio da alcune storie qui presenti. Eppure, avvicinarmici sotto questa forma, le fa riappropriare della loro potenza comunicativa e di racconto, dando all’autore la potenza di un personaggio mitologico a cui è dato il potere della narrazione, di imbrigliare il lettore nella sua trama, dispiegargli l’ordito e condurlo alle proprie conclusioni.

Il libro si legge con una rapidità incredibile, ma trovo anche sia giusto dare ad ogni storia il suo tempo, il suo peso e avere quindi tempo perché questa scavi in noi per trovare il gancio col quale aggrapparsi e trasformarci. E ci sono tantissimi episodi, quindi non possiamo dire di non trovare quello che fa per noi, quello che ci da una bella scossa.

Nella modularità del ritmo con cui le vicende si susseguono, che così posizionate non mostrano mai il fianco scoperto, dall’inizio alla fine troviamo in questo libro un compagno di viaggio, una piccola scialuppa che ci permette di immergerci nella testa di Nicola Conversa, nel suo modo tutto particolare di vedere il mondo, di ricamarci con la sua fantasia, ma, sospetto, anche di leggere le persone, gli oggetti, di capirle più a fondo di come fanno tante altre persone che restano sulla superfice e giudicano.
Persino gli spazi, i capoversi e i punti sospensivi, hanno importanza, danno ritmo, peso, leggerezza alla lettura e quindi alla situazione narrata. E queste scelte non sono campate in aria, ma frutto di un cervello vivace e molto riflessivo, nel quale, già da anni, mi ci rifletto ed è forse il motivo, risate a parte, che mi ha fatto innamorare delle storie che già nei video del passato, l’autore e youtuber raccontava.

Non nascondo, concludendo, di avere un forte legame con questo autore, nonostante siamo evidentemente diversi, ma ci accomuna almeno un po’ per il modo di approcciarci alla vita, di viverla e vederla sbocciare, faticare, realizzarsi, in tutto ciò che ci circonda. Mi è davvero tanto, tanto piaciuto questo viaggio nella testa di Nicola, che spero possa offrircene altri, che siano di carta e inchiostro, o di immagini fisse e in movimento, perché ne abbiamo davvero la necessità e il bisogno di tanto romanticismo costruttivo e catartico.

Adesso, in teoria vi aspetto nei commenti qui sotto, fatemi sapere se lo avete letto, cosa ne pensate e cosa vi è piaciuto e cosa non vi ha convinto, di questo libro. In teoria, dovrei esser riuscito a proporre a Nicola una intervista, quindi, come per il passato, vi aspetto la settimana prossima per il video con la sua intervista. Se non lo vedete, prendetevela con lui!

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Pubblicato da Re_Censo

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