Come una Bambola di pezza e fieno
Le spose bambine
Ciao a tutti e bentornati sul canale! Sono Dario e questa è Re_Censo, la videorubrica di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio studio di grafica OIRAD. Se non siete ancora iscritti, potete supportare le attività del canale, cliccando qui sotto e sulla campanella a lato. Info e siti web nell’infobox! Oggi parliamo di cose molto serie… Iniziamo!
Quello di cui parliamo oggi è un libro autoprodotto tramite Amazon, dalla collaborazione interna al team dei SemiSeri.
I SemiSeri sono un gruppo di cinque persone che non solo si confrontano tra loro, ma prendono alcuni temi e ci lavorano sopra, per sviscerarli e costruirci dialogo e confronto, per emozionarsi, emozionare e riflettere. Almeno, dalle mie ricerche, questo è ciò che ho capito di loro.
Autrice è Teresa Bonaccorsi, che è stata poi supportata da tutto il team, nell’editing, nella postproduzione, nell’illustrazione in copertina e divulgazione sui social e online.
Il libro in questione è “Come una bambola di pezza e fieno”, che trovate nel link affiliato, casomai vogliate recuperarla, e devo dirvi la verità, mi aspettavo, per 6€, un libro cicciotto di almeno un paio di centinaia di pagine. Invece è una sogliola impercettibile.
Ma è forse giusto così, non solo perché sono soldi che andranno in toto al sostegno delle iniziative di una associazione ONLUS, per aiutare l’educazione e l’infanzia dei bambini del Burkina Faso, ma anche perché è una storia di contrasti e sofferenze.
E il primo contrasto lo troviamo proprio in questo: un libro sottilissimo, neanche 25 pagine, ma di una profondità e uno spessore umano da far accapponare la pelle.
La storia è quella di Aisha, una bambina di un non ben precisato luogo geografico.
Già qui, senza etichette geografiche, possiamo benissimo immaginarci come Aisha possa vivere lontana da noi, non toccarci con la sua storia, ma anche essere così vicina a noi. E non solo geograficamente, ma culturalmente e storicamente; non dimentichiamoci infatti cosa accadeva alle bambine non italiane durante il periodo fascista e non solo.
Aisha è una bambina, neanche preadolescente, è proprio una bimba e la troviamo mentre, nella povertà devastante in cui vive, alle prese con la costruzione di una bambola.
Con un pezzo oblungo di legno, attorno al quale imbottisce del fieno, vi stringe delle pezze scompagnate per costruire il corpicino della sua piccola amica e compagna. Ma proprio quel giorno, la vita di Aisha, così contenta di veder tornare il padre da lavoro, viene sconvolta da un altro uomo che si presenta in casa e la pretende come moglie.
Ciò che questa storia vuole farci conoscere è la tragedia di milioni di bambine che vivono la disperazione di un matrimonio combinato in tenerissima età, che spesso se non sempre, diventa mero abuso e sopruso, violenza non solo psicologica, ma fisica.
L’abuso è raccontato da Bonaccorsi con una semplicità e una immediatezza che forse fanno sparire troppo rapidamente e non rendono la crudeltà della vicenda, ma si concentra sulla piccola Aisha cui neanche la madre ha avuto il potere di difendere e spezzare il circolo vizioso che ha preso lei, sua madre, sua nonna e come prenderà sicuro la sua discendenza.
Bonaccorsi non si concentra nel descrivere la violenza, ma ce la fa vivere attraverso la disperazione nuda e cruda della bambina. Un pugno allo stomaco, talmente forte, da avermi quasi procurato un conato di vomito.
Ecco l’altro contrasto di questo racconto breve.
Un mondo così tanto evoluto, che si dice così tanto civilizzato, da sfruttare alcune regioni del mondo e impoverirle talmente tanto da rendere possibile l’acquisto da parte di un uomo, di una bambina che ancora non ha avuto neanche il menarca e che però, le fantasie e i bisogni depravati di un quarantenne distruggerà. Distruggerà la libertà, i sogni, l’istruzione, la speranza, la voglia di vivere, la forza di vivere, la dignità, l’umanità di una creatura indifesa.
Solo perché economicamente se l’è potuto permettere, solo perché la società nella quale vive, in piccolo, e il mondo che ha portato a questo divario e contrasto sociale così forte, lo permettono.
Come una bambola di pezza e fieno, finisce in modo criptico.
Sappiamo che esistono molti modi con i quali potrebbe finire. Come con Zaira, la madre, reclusa in un angolo della casa a figliare e occuparsi della prole. O come tante altre bambine, abusate, morte di parto, scappate, punite, morte violentate, perché no… suicide nel tentativo di smettere di soffrire.
Una realtà molto lontana, ma una realtà che ancora esiste e che trasforma queste poche pagine, in un abisso in cui è giusto specchiarsi, vedere cosa succede, smettere di vivere con gli occhi foderati di prosciutto e prendere posizione, perché queste bambine possano vivere, sognare, istruirsi, avere consapevolezza di se, desiderare un futuro nel quale si realizzano.
Il libro è tutto qui, ma proprio per questo, ci segna nel profondo e ve lo consiglio molto convintamente. E se pensate di conoscere altre storie simili, fatemele sapere, condividendo i titoli qui sotto nei commenti, ricordando però che acquistare questo racconto può aiutare a cambiare le cose.
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