@Re_Censo #417 Il TOPOLINO n. 1 del 1949! Confronto

Il TOPOLINO n. 1 del 1949!
Confronto

@Re_Censo #417 Il TOPOLINO n. 1 del 1949! Confronto

Oggi torniamo nel 1949, con un pizzico di modernità… Iniziamo!

Come vi dissi, al rinnovo dell’abbonamento del Topolino, mi sarebbe arrivato il fumetto numero 1, ovviamente una ristampa a numero limitato, con copertina soft touch.
Purtroppo per una serie di cose, non ho potuto portarlo sul canale a gennaio, come avevo promesso, ma se mi seguite, sapete anche il perché di questi ritardi.

Dunque, oggi parliamo di questo numero e più nello specifico, di come è realizzato e quali sono le differenze con i numeri più recenti, perché nel leggerlo, la meraviglia era proprio in queste differenze che mi hanno tanto affascinato.
Le informazioni su autori, sceneggiatori e disegnatori, le ho estrapolate da fumetto-online.it.

Partiamo dalla copertina, come ho detto con questo effetto soft touch, che sembra vellutata, e la nobilitazione lucida della sola figura di Topolino e del naming della rivista.
In quarta, Minnie.
Aprendolo abbiamo il sommario in seconda, con tutti i riferimenti, credits, e desclaimer pubblicitari.

Si parte subito con la prima storia:

Topolino e il Cobra Bianco” (disegnato da BIOLETTO Angelo e scritto da MARTINA Guido).
Sono tutte storie molto brevi, dove oltre alla prima tavola a colori, le altre si alternano ogni due. Salta subito all’occhio che hanno scritto con le cacchette e non con delle lettere chiare da leggere. Inoltre ancora non c’è una chiara regola sul come debbano essere i riquadri narrativi e in più, in questa storia, tutti i bianchi dei personaggi sono bucati, quindi prendono il colore del mare.

Eta Beta l’uomo del 2000” (disegnato da GOTTFREDSON Floyd e scritto da WALSH Bill) è solo una prima parte, la seconda sarebbe uscita più avanti.
Inizia con i toni del grigio e poi si alterna, ogni due, a tavole a colori. Già si notano però le penne differenti che caratterizzano la rosa degli stili. Qui c’è molta più tensione, un ritmo quasi più cinematografico ma decisamente frettoloso.

Partono quindi i giochi, le curiosità presentate da Paperino.

Paperino milionario al verde” (disegnato da BARKS Carl e scritto da BARKS Carl) riprende Paperino e il suo vicino Bambo nella loro lotta a chi è migliore dell’altro e questa volta la corsa è a chi è più ricco. Spettacolari le espressioni di tutti e due, che vediamo qui essere nella forma papera più allungata nei colli, ma dalle dita tozze. Le scene sono davvero molto semplici, pulitissime, peccato per qualche campitura mancante di colore e Qui, Quo, Qua parlano ancora a frasi somministrate da ognuno.
Probabilmente è la storia più lunga di questo numero e ha un sapore veramente d’altri tempi, sembra di vedere una puntata di Stanlio & Ollio, con un succedersi di eventi nefasti per Paperino, che culminano in quel sano e disarmante umorismo che ben conosciamo.

Confidenze di Gambadilegno” è la sezione gioco a indovinelli, mentre il “Circo Equestre” è un copione molto carino e per come sono fatto io, fossi vissuto all’epoca, avrei preteso dai miei fratelli di inscenarlo, costruendo abiti di scena e scenografie, proprio come facevo da bambino.

Le storie dello Zio Remo Coniglietto dell’Acobaleno d’Oro” (disegnato da MOORES Dick e scritto da STALLINGS George) è un’altra storia molto lunga, che prende il sapore di una favoletta.
Molto avvincente, ma non so perché, anche snervante. Nelle tavole bianco e nero, la linea è molto presente e c’è un tratteggio molto interessante. Diciamo che per il politically correct attuale, una storia simile non sarebbe mai stata approvata oggi. Eppure scorre molto bene, si lascia leggere e si lascia guardare a lungo.

Il Castello incantato” è una specie di gioco dell’oca, mentre “Il Sistema Psicologico, di Walt Disney“, mi ha fatto tornare indietro nel tempo, quando a scuola le parole erano sostituite dai disegni. Questo stratagemma spinge il bambino a leggere e potrebbe essere un gradito ritorno se apparisse nel moderno Topolino.

Buci e le pulizie di Primavera” (disegnato da GUNN Don) è una piccola storiella molto avvincente, lontana dai personaggi tipici della Disney.
Una formichina sfugge le pulizie di primavera impostegli dalla moglie e va a far visita ad un amico, Buci che però è in partenza come guardiano dei boschi contro gli incendi. La storia è davvero molto accattivante e piena di un genuino entusiasmo, ma la cosa che più mi piace è il disegno.
Un disegno molto pulito, carico di dettagli di china, soprattutto nelle tavole bianco e nero, che prendono molto più vita rispetto a quelle a colori.

Un’altra rubrica su domande e risposte, curata da Pippo, anche se ci vedevo bene Pico De Paperis, ma forse all’epoca ancora non era stato partorito. Ma mi è piaciuta molto.

Il piccolo lupo mannaro e Cappuccetto Rosso” (disegnato da BUETTNER Carl e scritto da BUETTNER Carl) è una storia molto caratteristica, possiamo dire quasi metanarrativa, perché il piccolo Lupetto cerca le attenzioni del padre, che però lo vuole più cattivo e meno delicato, ma poi finisce con l’interessarsi alla storia che il figlioletto stava leggendo e a volerla rivivere.
Purtroppo però non ha letto il finale dedicato al lupo, nella storia di Cappuccetto Rosso e il tutto prende una nota davvero molto comica e divertente. A differenza delle altre, questa è tutta in bianco e nero, disegno molto minimal e scompare persino il tratteggio.

Con “Tutti Stregoni” abbiamo poi una pagina di giochi, l’annuncio dell’uscita successiva, l’Albo d’onore degli Amici di Topolino e la Rubrica filatelica, col Topolino Club; peccato non potersi iscrivere!
Molto carino il bollino di fedeltà, ma non penso sarei riuscito a tagliare il fumetto!

Pluto salva la nave” (scritto da BARKS Carl, HANNAH Jack, GEORGE Nick) è solo la prima parte e si introducono semplicemente i personaggi e una velata minaccia. Alle tavole a colori si alternano quelle in scala di grigio, ma davvero semplici e di scarso dettaglio. Ciò che mi viene da pensare è che Pluto non è mai cambiato in questi anni.

Dopo una pubblicità sulle storie illustrate Mondadori, c’è l’ultima storia.

Paperino e il segreto del vecchio castello” (disegnato da BARKS Carl e scritto da BARKS Carl) anche questa è solo l’apertura e vede Paperone, Paperino, Qui, Quo, Qua andare in Irlanda a riscattare un antico tesoro della famiglia De Paperone.
La linea di Barks c’è tutta ed è visibile nei colli lunghi, nei becchi quasi triangolari e piatti, ma soprattutto nelle piume gialline ai lati delle guance di Paperone. Quasi immerso in uno scenario alla Dracula di Stoker, il disegno a colori rende sempre in maniera diversa, meno d’effetto, rispetto a quello in bianco e nero. Ultima pagina, sulla terza di copertina, torna la stampa a toni di rosso e nero. Molto interessante.

Ho trovato il volumetto quasi una rivelazione, molto bello, con contenuti disposti anche diversamente, non solo come testo ovviamente, ma anche come disposizione grafica, praticamente assente.

Molte cose, forse indirizzate più ad un aspetto educativo e di intrattenimento, sono scomparse, a favore di altre, un po’ come nel passaggio da De Poli a Bertani che ha visto sparire la sezione dell’Oroscopo e approfondire il redazionale.

Eppure, pensare che da questo “libretto”, siamo arrivati a questo fumetto come lo conosciamo oggi, dalla spilla centrale, alla brossura a colla, è davvero affascinante!
Penso, magari è un’ovvietà, che si aprirebbe sicuramente un mercato se si ripartisse con le ristampe!

E voi l’avevate perché ereditato, acquistato o avete questa mia stessa versione, approfittando del rinnovo dell’abbonamento?
Ditemi la vostra, cosa ne pensate, cosa vi convince e cosa no del modo di fare fumetti di più di 70 anni fa!

Vi aspetto nei commenti qui sotto, ditemi cosa ne pensate! E se la puntata vi è piaciuta, ricordate di mettete mi piace e di condividerla con i vostri amici e se ancora non vi siete iscritti, cliccate il pulsante e la campanella a lato!

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Pubblicato da Re_Censo

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