@Re_Censo #376 EDHEL, l’Elfa bullizzata

EDHEL
l’Elfa bullizzata

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@Re_Censo #376 EDHEL, l'Elfa bullizzata
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Ciò di cui parliamo oggi è un film e il suo titolo è Edhel. Scritto da Marco Renda e Elena Margaret Starace e con la regia di Marco Renda. I disegni sono del nostro Direttore della YouComix, Massimiliano Cimato.
Prodotto nel 2017 e prodotto e distribuito da Vinians Production Srl, è da meno di un mese finalmente disponibile su Amazon Prime.
Sin dalla sua uscita in alcuni (troppo pochi) cinema sparsi in Italia, ho cercato di portarlo in sala, contattando un cinema a conduzione familiare ma non ci sono riuscito, stesso con il Comicon, soprattutto spingendo con la presenza e successiva vittoria, da parte del pubblico, al Giffoni.

La storia è semplice, ma anche quanto di più profondo, poetico e attuale possibile.
Edhel è una bambina, una giovane adolescente, che ha da poco perso il padre e sta sviluppando un forte conflitto con la madre. Nel frattempo, traslocato e cambiata scuola, nasconde il suo segreto: una malformazione alle orecchie che la fa apparire come elfa.

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A partire da questo accenno, la narrazione del quotidiano reale di Edhel, prende accenni del fantastico, trasformandosi in un film di denuncia, di racconto edificante e una continua ricerca di redenzione che coinvolge più personaggi.
Edhel ama cavalcare, si prepara a livello agonistico ed è una ragazzina già di suo molto introversa, diffidente. La sua piccola peculiarità, non la chiamerò più malformazione, ma la sua peculiarità la inchioda in un ruolo difficile per una adolescente, vista male da tutte le sue compagne, additata da tutti come l’ultima arrivata, quella strana.
Quando poi in classe arriva un nuovo alunno, Edhel non è più l’ultima e con lui inizia ruvidamente ad intessere un’amicizia. Finalmente si può fidare di qualcuno della sua stessa età.

In un percorso indirizzato all’operazione per “normalizzare” le sue orecchie, Edhel però è sempre più chiusa in se stessa, sempre più sensibile, delicata e lontana dal mondo, chiudendo ogni accesso che ha, per poter spegnere il dolore della perdita del padre. E come lei, scopre che tanti altri si allontanano dalla realtà, cullandosi in piccoli e travolgenti sogni, per sentire meno la solitudine, meno il dolore di chi è sempre messo all’angolo e schiacciato dalla brutalità di un mondo che ci vuole tutti omologati e fatti con lo stampino. Un mondo di predatori e prede, di bulli e vittime.

È così che incontra Silvano, un ragazzo che lavora come bidello alla sua scuola, con la fissazione per il fantasy e col disegno. Da alienato e allontanato dal mondo, bollato e bullizzato, Silvano riconosce in Edhel la sua stessa sensibilità, riconosce in quella ragazzina una scintilla di magia.
Silvano è un piccolo folletto, un ingenuo fanatico che ha distorto il mondo per renderlo meno spigoloso e crudele e sta attirando a se Edhel stessa, per arrivare finalmente nel mondo degli Elfi. Lui solo conosce la verità, lui solo sa la vera identità di Edhel e lei pian piano se ne convince, finché qualcosa si rompe.

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L’amicizia con l’ultimo arrivato si spezza, a causa di un tradimento, un voltafaccia, un Bruto che pugnala l’ammirato Cesare. Ed Edhel scappa, spezza i legami con la realtà, pronta a partire con Silvano per il Regno magico degli Elfi, perché lei possa riunirsi alla sua vera stirpe. Un messaggio forte, non di sola evasione dalla bruttura della realtà, ma un messaggio di disperato aiuto, di un’azione che, se non fosse nascosta dalle luci e dal sapore del fantasy, acquisirebbe il tono della cronaca nera e della tragedia.

Ma qui entrano in campo le capacità degli sceneggiatori e del regista, soprattutto. E si, soprattutto, perché tralasciamo l’ingenuità e la bonarietà di alcuni dialoghi, qui ci ritroviamo in un film molto delicato, molto buono, fessacchiotto, ingenuo, gentile. Edhel è un film che prende a pretesto l’ambiente fantasy, farcendo con questo tepore di tranquillità e pace, una storia come tante, di un’adolescente come tanti, che è sommersa dal dolore della perdita, dalla fatica dell’essere diversi e del sentirsi diversi. Un’adolescente che ha il dito puntato, che ha una vita segnata, che incontra un ragazzo, un quasi adulto, che in realtà non è mai riuscito a maturare e a sconfiggere i suoi fantasmi e che si è rifugiato in un mondo fantastico tutto suo e che sprona Edhel a fare altrettanto al solo ingenuo scopo di respirare liberamente, essere vivi, essere se stessi, nonostante tutto. E la drammaticità del film è tutta qui, nascosta in questa ingenuità dilagante, ma poetica, è qui in questa perenne lotta che parte dall’adolescenza e che fagocita tutti quelli che non riescono a vestire la loro armatura e a combattere i propri draghi.

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Ma, come accennavo all’inizio, è anche un film profondo, che tocca temi attualissimi e mai seriamente affrontati, che sono il bullismo, la remissione abusata da parte di alcuni ai danni di altri, del modo così drammaticamente facile col quale le vittime si rinchiudono in un mondo tutto loro.
Edhel è drammaticità e poesia, è trasporto e passione, sviluppato e condito con tutti quelli che sono i segnali tipici del genere fantasy e che nei movimenti di camera, nelle inquadrature, nella fotografia, sono sicuramente evidenziati, ancor più che nel gioco di voci alla Dama Galadriel ne Il Signore degli Anelli, ancor più che in un paio di orecchie di silicone.

Edhel sono io e siamo tutti coloro che, perché diversi, sensibili, interessati a passioni differenti, siamo sempre stati bullizzati, allontanati, tacciati per strani, scemi, non degni di rispetto, amicizia e amore.

Edhel è però anche quella ragazzina che, nonostante tutto, ritorna alla realtà e la affronta a testa alta e orecchie fiere ed è quello che io auguro a tutti: incontrare le persone giuste, i giusti amici, i maestri e compagni della vostra vita, per riuscire a sollevarvi e a diventare i padroni della vostra vita. Non vi auguro quindi dei Silvano o dei Caronte, ma un punto a metà tra i due, tra la fantasia e la rigida realtà. Perché, chi può dirlo… la magia esiste, bisogna solo saperla individuare.

In media stat virtus, si dice, giusto?
Ecco, io vi auguro questo, due piedi, uno in ogni realtà, senza estremizzazioni. In realtà ci sarebbe tanto da dire e temevo di essere troppo riassuntivo, sono almeno due settimane che provo a scrivere questa recensione, perché il tema mi tocca da vicino e in prima persona.
Come ho sempre detto al regista per altre sue opere, Apollo che trovate qui, gli rinnovo i miei complimenti e gli auguro di continuare a inventare e creare, perché questo mondo ha bisogno di occhi come i suoi e del suo linguaggio intriso di narrazioni così dolci, ingenue, forti e profondamente drammatiche.

E vi aspetto, ovviamente, nei commenti qui sotto! Ditemi che ne pensate di questi suggerimenti, vi aspetto nei commenti qui sotto!
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Pubblicato da Re_Censo

Re_Censo è un nome inventato, gestito, prodotto e presentato da "OIRAD Studio d'Arte Grafica di Piedimonte Dario". Format di videorecensioni di libri, fumetti, manga, anime, film e telefilm.

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