@Re_Censo #341 DC Panini Comics – Gli Alpha e i Numeri 1

Superman – Alpha
Interessante excursus che spazia dalla prima storia di Superman, uscita nel 1938 in Action Comics n.1 e poi nel 1972 e nel 2005.
Tre piccolissime storie che ci mostrano, a modo loro, il personaggio, facendocelo assaggiare in tre epoche diverse; a partire da quella che sicuramente è la versione più ingenua e leggera, con personaggi molto rigidi, proporzioni poco chiare e definite, colorazioni limitate, piatte e una narrazione che sembra scalpitare, ma è meramente e puramente di compagnia, senza nulla pretendere, fino ad una evoluzione che accompagna non solo il personaggio, la sua crescita, sviluppo, approfondimento, ma anche il modo col quale è narrata la vicenda e lo stile del disegno.

Si delinea un tratto più studiato, decisamente maturo, sviluppato non più in vignette piccole e scarne, ma più arieggiate e particolareggiate, che vantano anche di alcuni retini e non della sola china, che però poi va a cozzare e a stridere con lo stile adottato nell’evoluzione del colore digitale, dove le linee diventano morbide, decise, le proporzioni e i volumi si concretizzano, ma Superman diventa quasi solo mento e collo taurino. Non il mio preferito.
Al contempo, le gabbie e i layout delle tavole impazziscono, spezzano la tradizione e si fanno molto più pop, quasi cinematografiche, anche se la narrazione continua a essere altalenante, con gli eventi che corrono rapidamente, saltando da un punto all’altro con troppa superficialità.

Superman 1 – Doni
Il primo spillato, che uscirà ogni 15 giorni, parte con la ripresa dell’Action Comics 1012 e 1013, usciti nel 2019.
Qui quindi ritroviamo Superman alle prese con una missione segreta, alla ricerca di Leviathan e da cui prenderanno le mosse tutti i filoni narrativi del DCU. Ho trovato molto interessante lo stile narrativo, il continuo salto tra più personaggi è inizialmente disorientante, ma ci aiuta così ad apprezzarli tutti e a non fossilizzarci solo su alcuni. Interessante quindi è l’introduzione di Ms. Goode, giornalista rivale di Lois Lane che sembra prenderle un caso, in sua assenza e va ad intervistare la protagonista di entrambe queste storie, che è Rose e Spina.
Un giochetto che non è nuovo nella caratterizzazione dei personaggi della DC, ma che è molto intrigante.

Come è da immaginare, lo stile è molto moderno, sia per la narrazione, che per lo stile di disegno, molto digitale, molto realistico, con vignette, scene, impaginazioni e impostazioni degli spazi, molto cinematografico, dove però è data una distanza focale dai piani che via via sfumano e aiutano a mettere a fuoco. Ciò che non sopporto proprio è il caos che si crea con tutta questa insalata appesa tra le vignette. Altrettanto interessante è suggestive sono le tavole dallo stile pittorico, diciamo quasi alla Kill Bill e i forti contrasti cromatici.

Batman – Alpha
La prima apparizione di Batman si ha nel 1937 e, come per Superman, il suo stile si è sviluppato nel tempo, creando una rosa di tipologie via via diverse, complesse, pur rimanendo se stesso. La prima storia è quella de Il caso del sindacato dei chimici, nella quale lo vediamo più come un detective, che come super eroe. L’attenzione è tutta su Wayne, che pian piano, già dalla storia successiva, da personaggio che indossa una maschera, diventa lui stesso una maschera, come se la personalità dominante fosse quella del pipistrello mascherato.

Anche in questo caso, la narrazione è molto figlia del suo tempo e l’aspetto che più ha incuriosito il lettore, ossia la nascita del pipistrello dopo la morte dei genitori, viene indagata più volte e ogni volta con maggior presenza di dettagli e ricercatezza.

L’ultima storia è quella che più si avvicina a noi, anche se ha ormai quasi 15 anni. Si perde quindi lo stile impostato e rigido, piatto, per niente dinamico e anzi marionettistico, per arrivare col digitale, a tavole di un dinamismo interessante, molto fisico, molto acrobatico e decisamente filmico. Anche qui, le scene prendono corpo su entrambe le pagine aperte, permettendoci di entrare nell’azione e nel vivo, alternando scene e inquadrature sottolineate da stili molto pittorici, ad altri più propriamente fumettistici, con linee di contorno molto presenti e marcate, a gradienti gialli, ocra, seppia e violetti.

Peccato che quest’ultimo Batman sia ben poco affascinante e quasi dentone. Un vero spettacolo sono le scene finali con la dominante rossa.

Batman 1 – La città di Bane 1 e 2
Con questo inizio il nemico che si prefigura è sin da subito chiaro alla vicenda, ma il lettore lo deve scoprire pian piano. I poliziotti sono stati sostituiti da due nemesi di Batman, Jocker e Enigmista e subito è chiaro, con l’ingresso di Batman stesso, che la situazione è irreale, assurda, capovolta.

Chi comanda in città non è più dalla parte della legge, dei buoni e infatti ogni eroe è bandito da Gotham e se dovesse tornare in città, finirebbe molto male.
Ma quindi in tutto questo Batman dove sta? A dircelo è una serie di piccoli flashback che ci allontanano da questo mondo al contrario e ci mostrano il pipistrello privo di sensi, con solo Catwoman ad aiutarlo. Questa specie di utopia caotica e negativa, messa su da Bane, diventa molto asfissiante, fa digrignare i denti ed è piacevolmente disegnata con un succedersi di vignette strette e lunghe, cinematografiche, con altre splashpage immersive, piene di dettagli. Le linee dei corpi molto più affusolate e flessuose, dinamiche, ma cariche di muscoli e consistenza.

Anche in questo caso, l’illusione prospettica della profondità è resa con quinte e sfondi che sfumano e aiutano così la lettura dei volumi. Sullo sfondo una minaccia che si pensava reclusa da tempo, ma che anzi sta reclutando e mettendosi all’opera in gran segreto.