@Re_Censo #320 La Casa delle Voci | #LASETTADEILIBRI

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Oggi torniamo a vestire i panni della Setta dei Libri per la lettura di marzo 2020. Iniziamo!

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Il libro di cui parliamo oggi è La Casa delle Voci, quinto libro de La Setta dei Libri, è scritto da Donato Carrisi, per Longanesi, 2019.
Ormai i libri si fanno più recenti e quindi niente formato tascabile. Costo 22€, che però ho pagato in meno, avendolo acquistato presso la libreria Trapani al Vomero, che ringrazio ancora per avermelo messo da parte!
Come ho detto durante l’incontro con gli Adepti, la copertina è molto particolare, mi ha sin da subito dato un sapore alla Hunting the Hill House, ma con questa sfera di cristallo, anche molto un qualcosa di divinatorio e esoterico.

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Donato Carrisi, è nato nel 1973 a Martina Franca, in Puglia. Come per lo scrittore del mese scorso, ha iniziato a scrivere per il teatro già a 19 anni, fino al salto nella fiction nel 1999 grazie a Achille Manzotti, produttore cinematografico, che lo aveva notato. Scrive così per la Rai, la Mediaset, producendo per Taodue e Sky. Firma anche la regia nel 2017 di “La ragazza nella nebbia” che gli vale il David di Donatello l’anno successivo.
Nello stesso anno è assunto alla IULM come insegnante di scrittura, dedicandosi all’horror, al giallo, al mystery.  La sua carriera come scrittore di romanzi parte nel 2009 e pubblica di volta in volta sempre per Longanesi, opere che lo ricollegano alla sua formazione in giurisprudenza, preferendo temi che si rifanno alla sua specializzazione in criminologia.

E quale esempio migliore per avvicinarsi alla sua scrittura e alla sua formazione se non l’ultimo giunto in casa Longanesi, dalle sua mani, che è appunto La Casa delle Voci.
Romanzo molto particolare, che effettivamente, come fatto notare da molti Adepti, sembra farcirsi di tanti elementi, tanti fatti e fatterelli che ti costringono a voltare una pagina dopo l’altra, mettendo tanta carne a cuocere, ma che sembra poi non risolvere nulla sul finale.

Ma andiamo nel dettaglio.
Protagonista è Pietro Gerber, psicologo infantile, esperto in ipnosi e presta la sua opera soprattutto per il tribunale, seguendo bambini abusati o con problemi familiari. Lo troviamo all’opera col piccolo Emilian che ha architettato una storia nella quale i genitori adottivi, i nonni e il parroco, sono immischiati in orge e lui è sempre più affetto da bulimia.
Nel frattempo, una collega dall’Australia gli propone una paziente atipica per lui. È una giovane donna in arrivo dall’Australia, pronta nella ricerca della verità sul suo passato, un oscuro passato che si è svolto in giro per la Toscana ed è convinta che suo fratello sia morto per colpa sua.

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Questa ragazza è Hanna Hall.
Attraverso delle sedute di ipnosi, Gerber tira fuori dalla Hall una serie di ricordi particolari che la vedono protagonista di una vita particolarmente borderline, con dei genitori che sembrano portarla in giro come fossero nomadi, ma in realtà scappano da degli Estranei che minacciano di togliere loro la piccola. Così le danno delle regole molto ferree e ogni volta che cambiano casa, che loro chiamano Casa delle Voci, cambiano anche i nomi e ognuno di loro deve scegliere il proprio e urlarlo.
Mentre Hanna racconta di come gli Estranei arrivano a toccarla e a prenderla, a lungo andare negli anni, scopriamo anche che lei riesce a mettere in serio imbarazzo l’addormentatore di bambini, trovando in lei molti punti in comune e quasi un linguaggio comune, soprattutto quando alcune parole ben scelte dalla donna, scavano a loro volta nel passato del dottore.

Gli scambi telefonici tra Gerber e la Walker dall’Australia, continuano fino ad un punto massimo, un apice, che segna anche un punto di rottura, accompagnato dal peggiorare della relazione tra Gerber stesso e la Hall.

In sordina passa anche il matrimonio del protagonista, sparendo d’improvviso, come se non fosse mai esistito. In più, scoprendo la relazione reale tra la Hall e la Walker, e ancor più il fatto che la Hall sapesse molte cose del passato di Gerber e che il passato stesso e le sue conoscenze sembrano intrecciarsi e infittirsi col caso della Hall, mi faceva sempre più dubitare dell’imparzialità dell’ipnotizzatore. E soprattutto della sua credibilità, arrivato ad un punto del racconto, tanto che, nell’ultima parte che ho trovato più scorrevole della seconda, ho seriamente pensato che tutta la faccenda servisse più a lui che alla sua assistita e che fosse lui sotto ipnosi.

Un capovolgimento che sentivo sempre più opprimente e vicino, ma che poi non si è realizzato, seppur a molti Adepti sia piaciuta questa mia idea di conclusione alternativa.

Trovo quindi che questo racconto abbia moltissime premesse buone, molto cinematografiche, con molte scene decisamente coinvolgenti sia visivamente, d’immaginazione, che d’impatto emotivo. E lo scrittore ha anche una certa e affermata conoscenza e capacità nel raccontare il proprio pensiero.

Ciò che mi ha lasciato di sasso è la poca profondità di certi passaggi, forse uno stile di scrittura un po’ settario, nel senso che conoscendo la materia non sempre va nello specifico spiegando a chi ne è estraneo. Lancia nel racconto molti fatti, molti dettagli, molti misteri che, come ho detto all’inizio, danno molto spessore, molta importanza al mistero, alla realtà del thriller e così anche verosimiglianza e pregnanza nella mente del lettore, per poi iniziare a perdere un po’ di colpi, prendendo il sopravvento una scrittura asettica, asciutta, leggermente più horror e fantastica perché appunto, tinteggiata con meno particolari che quindi la fanno avvicinare a un qualcosa di meno veritiero.
Alcuni addirittura sentivano avvicinarsi più un fantasy, per come l’ipnosi veniva concepita.

Eppure trovo il tutto molto esaltante, molto avvincente.
Nel suo complesso è un romanzo che ho trovato molto gradevole, trascinante, che ha alternato in uno schema molto chiaro e pulito, il racconto del presente, con flashback del passato e il racconto in prima persona durante le sedute di ipnosi, in modo talmente lineare, ma mantenendo alto il mistero e quindi costringendo i personaggi ad indagini forse alle volte troppo facilitate, che poco mi ha interessato vedere mancare alcuni punti.

Molto probabilmente, Carrisi, essendo scrittore per la televisione e il cinema, quindi per immagini, ha un modo evidentemente molto evocativo che funziona tutto sommato bene, ma che ha delle lacune nella coda dell’intreccio che conduce all’epilogo e alla risoluzione, un po’ da rivedere.
Il finale, che molti definiscono assente, ha per me un tono molto enigmatico, che unisce incredibilmente i due personaggi protagonisti, Gerber e Hall, tanto da dar loro una forza vitale talmente profonda che diventano vivi e reali a spasso nel mondo reale e chissà che non stiano cercando ancora se stessi, relegando tutto il corollario degli altri personaggi conosciuti, sullo sfondo, come se fossero appunto fonti da utilizzare alla bisogna, strumenti utili che, assolto al loro compito, semplicemente smettono di esistere nella vicenda narrata.

Un libro per me nuovo nel genere, anche perché scritto da un italiano, forse con una scrittura ingessata e asettica in alcuni punti, ma che mi ha saputo trascinare.
Avevo regalato questo libro a mio nonno, quindi sono stato contento di doverlo comprare per me e di poter condividere con lui pareri e impressioni sulla lettura comune, un’esperienza in più con mio nonno ormai 90enne, che conserverò gelosamente nel cuore.

Ovviamente adesso voglio sapere voi cosa ne pensate, io ho lanciato un po’ la palla, infarinando e dicendo la mia, ma ad andare in profondità vorrei foste voi.
Soprattutto, come dico sempre, se discordate da me e dal mio pensiero!

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Pubblicato da Re_Censo

Re_Censo è un nome inventato, gestito, prodotto e presentato da "OIRAD Studio d'Arte Grafica di Piedimonte Dario". Format di videorecensioni di libri, fumetti, manga, anime, film e telefilm.

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