@Re_Censo #308 The New Pope

THE NEW POPE

Oggi torniamo nel Vaticano secondo Sorrentino. Iniziamo!

Se vi siete persi la prima stagione, intitolata The Young Pope, potete recuperarla qui, così possiamo parlarne assieme, nel frattempo parliamo della seconda stagione, che appunto si chiama The New Pope.

Abbiamo lasciato Lenny Belardo, alias papa Pio XIII sul tetto di San Marco a Venezia, che ha avuto un infarto ed è finito in coma.

La storia si apre quindi con questo papa che è in coma, in attesa del terzo cuore perché gli altri due li ha rigettati. Dopo l’ennesima operazione, non riesce però ad uscire dal coma.
Fuori dall’ospedale, si è creata una “fazione”, all’interno della Chiesa, che lo vede come un santo e che quindi non è per niente contenta che la Chiesa in Vaticano abbia iniziato, dopo nove mesi, a far riunire dinuovo i Cardinali per una nuova elezione al soglio di Pietro.

Già le immagini del papa nudo e massaggiato da una suora in modo ambiguo, mi hanno disturbato fin troppo.

Nell’intento di Sorrentino di mostrare quanto sia marcio l’essere umano e quindi come, di rimando, possa essere marcia anche la Chiesa che, sappiamo essere formata da due nature, quella umana e quella divina, in questo dipinto a tinte così crude, la Chiesa prende le connotazioni di una meretrice, espresse nei tentativi del Cardinale Voiello di farsi eleggere papa.
Ma purtroppo non ci riesce e, da bravo stratega, i voti sono dirottati su un Cardinale insignificante e alquanto borderline, che si farà chiamare Francesco II, pensando di poterlo manovrare, come un tempo pensavano di fare con Giovanni XXIII.

In uno slancio di rinnovamento e di ritorno alle origini della Chiesa, povera e missionaria, Francesco II si perde per la strada, anteponendo a Cristo stesso, la figura del suo servo, Francesco d’Assisi.

Sorrentino ci mostra, anche con una macabra soddisfazione, come vengano privati degli orpelli costosi i vari Cardinali e quale sia poi la fine di Francesco II, avvicinandola, quasi come icona, a Giovanni Paolo I e al mistero che avvolge quella morte.

Arriva così il momento di un altro papa e qui la chiarificazione del titolo “il nuovo papa” sembra esaurirsi.
Siccome nel frattempo Pio XIII non si è svegliato e la Chiesa deve anche avere a che fare con il fondamentalismo islamico, è necessario un nuovo Conclave.

Al precedente un Cardinale non ha partecipato, ma ora sembra necessario. O meglio, a Voiello sembra necessario, perché sa già che non vincerebbe. Arriva così, direttamente dall’Inghilterra, una sottospecie di Lord non decaduto, seguace della “via media” come stile di vita, con una quantità di problemi psicologici e personali/familiari addosso che Francesco II sembrava semplicemente un bambino viziato. E non è neanche stato semplice convincerlo a farsi nominare papa.
Ma arriva a Roma con la vittoria in tasca.

Purtroppo però, la vicenda di questo nuovo papa, Giovanni Paolo III, si trova a dover governare una Chiesa sempre più affogata nel peccato e negli scandali. Le nuove nomine invece di dare aria di cambiamento, sembrano avvalorare gli sbagli sinora perpetrati e questi stessi sbagli finiranno per ritorcersi contro chi li commette.
Arriva poi il momento cui tutta la serie tv sembra tendere, il risveglio di Pio XIII.

Foto di: Gianni Fiorito

Inizialmente i due papi sembrano contrapporsi, quindi alternarsi.
Inquietante è la scena dell’ingresso tra i Cardinali e il Papa Regnante, di Pio, con tanto di sedia gestatoria, come una seconda intronizzazione, ma questa volta nascosta, nel segreto.
Pio quindi usa Giovanni Paolo come burattino, seguitando un continuo intercambio tra i due, fino al momento in cui si fa tabula rasa, col finale.

Un finale che lascia spiazzati, perché troviamo come questa serie tv abbia raccontato il volo pindarico di tre papati, per raccontarne in realtà uno solo, quello di Belardo, o addirittura un altro, nuovo ennesimo Papa, che scopriamo sui titoli di coda in un plot twist incredibilmente divertente.

Ma quello che mi ha affascinato e al tempo stesso fatto schifare, di questa narrazione è la continua visione per eccessi ed estremi di Sorrentino. Abilissimo nel raccontare, il regista ci fa vedere come siano intrecciate le realtà umana e divina, nella Chiesa e nell’uomo stesso, di come, dal coma del papa, si compia una rapida discesa nell’ignobile e nelle scene più oscene, dove suore e preti sono raccontati solo nella loro problematica affettiva e sessuale, di come questo sia il germe costante della caduta della Chiesa e di come a questa si contrappone la figura prima di Giovanni Paolo III, che risulta però quasi complice e addirittura ancora più malato e malsano degli altri, sparendo tra l’altro senza una reale spiegazione, e poi torna quella di Belardo che vive in se la natura umana, conosciuta nella prima serie, e poi quella divina con la quale ancora e ancora lo si dipinge come un santo, quasi essere ultraterreno, che vive una costante relazione e crisi con Dio, che ora non sembra più tanto ascoltarlo.

Questa serie insomma, mostra come la sporcizia dell’umanità, il bagaglio dei problemi psicologici ed emotivi di ognuno dei personaggi, le loro mancanze, possa e riesca a danneggiare e a sporcare, tutto ciò che si ritiene santo e sacro. Di come poi però, basti una piccola purga per far pulizia o far finta, e ripartire da zero, senza però realmente ripartire e cambiare.
Eppure, anche in questa sporcizia, in questa decadenza costante, c’è la possibilità di vedere qualcosa di buono, di puro, di apprezzabile e positivo, rappresentato magistralmente dalla relazione tra Voiello e l’amico Girolamo, forse la cosa più pura e genuina, capace di dare l’occasione a Voiello di riscattarsi.

Rispetto alla serie precedente, questa l’ho trovata molto più lenta, alle volte ha fatto, da una puntata all’altra, dei salti incredibili e i personaggi hanno preso decisioni troppo repentine da un momento all’altro.
Decisamente più sporca e oscena, quasi di parte nel voler mostrare le mancanze di chi poi predica bene e razzola male, ma al tempo stesso trascinante nel raccontare la vicenda e la parabola di Lenny Belardo, della sua strana vita, del suo breve papato, nel quale sono rientrati altri due papi che non si sono dimostrati all’altezza del compito e non solo, neanche all’altezza di ciò che il fanatismo ha creato attorno allo stesso Pio XIII e, al tempo stesso, di quanto sia facile cadere nel fanatismo e, sottinteso, quindi come sia importante il compito della Chiesa nel formare e seguire preti e suore in modo che ne arrivino il meno possibile a ricoprire ruoli e incarichi che porterebbero solo a ferite ancora più profonde, come appunto la piaga della violenza e dell’abuso.

Foto di: Gianni Fiorito.

Ecco, credo che sia tutto qui da dire, ma al tempo stesso ce ne sia ancora tanto, quindi vi aspetto nei commenti qui sotto per sapere il vostro pensiero a riguardo!

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Pubblicato da Re_Censo

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