@Re_Censo #292 I Medici 3 – Lorenzo è veramente “Magnifico”?

I MEDICI – Nel Nome della Famiglia
Stagione 3

Ciao a tutti e bentornati sul canale! Sono Dario e questa è Re_Censo, la videorubrica di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio studio di grafica OIRAD .

Parliamo della terza stagione dei Medici! Iniziamo!

Per chi si fosse perso le altre due puntate sulla stagione uno e due, un piccolo sunto è dovuto, perché il ritmo e l’arco narrativo della terza è molto più veloce e copre, appunto, molti più anni.

 

A Firenze, durante il Rinascimento, una figura importante, il Gonfaloniere, stava iniziando a prendere potere, fama e ricchezza. Costui era Giovanni de’ Medici (Dustin Hoffman). A capo solamente de facto della città, nella serie tv non sembra così, il suo ruolo era però importantissimo perché a capo della banca medicea ed era malvisto per le sue origini contadine.
Avvelenato, a lui gli succede Cosimo de’ Medici (Richard Madden), il figlio, aiutato dal fratello Lorenzo detto il Vecchio, alla guida della famiglia e della Banca.

Purtroppo Lorenzo muore e Cosimo deve vedersela da solo, perennemente innamorato dell’idea di portare bellezza a Firenze, attraverso l’opera più importante, la cupola di Santa Maria del Fiore. Non fidandosi delle capacità del figlio Piero, troppo giovane per interessarsi delle faccende della famiglia, deve dividere il suo tempo tra il governo della Banca, quello della città e con le indagini sulla morte del padre, un mistero che questa prima stagione ci propone come un giallo d’epoca.

Alla morte di Cosimo, Piero succede a capo della famiglia. Ma è malato di gotta. Accusato di non riuscire ad avere il coraggio e la visione del potere del padre, il figlio Lorenzo lo depone dal Consiglio dei Priori e alla sua morte gli succede a pieno titolo.

 

Lorenzo è protagonista della seconda stagione e lo vediamo arrabattarsi nel mondo politico e finanziario non solo di Firenze ma di tutta l’Italia. Ad ogni passo avanti, sembra farne due indietro, tradito e circondato da nemici. Momento culmine a cui tutta la stagione tende è la Congiura dei Pazzi, un piano di sabotaggio e di omicidio che la famiglia de’ Pazzi mette in campo per togliere di mezzo questa “famiglia di arricchiti” che senza i giusti titoli è arrivata al potere della Signoria.

A capo della congiura vi è Jacopo (Sean Bean) e i suoi nipoti Francesco (Matteo Martari) e Guglielmo (Charlie Vickers). Mentre quindi Lorenzo conia e fonda la propria fortuna e il destino suo e della Signoria, è costretto a dover vedere la morte del fratello Giuliano (Bradley James) durante la messa di Pasqua, mi sembra, e a sporcarsi le mani con l’arresto e la messa a morte per impiccagione della famiglia Pazzi e di tutti i loro complici.

 

La terza stagione è quindi diretta conseguenza di questi eventi.
Lorenzo, riconosciuto come il Magnifico, sta costruendo attorno a se e a Firenze l’idea del bello e di come attraverso l’arte, l’uomo può avvicinarsi a Dio, e soprattutto di come questa bellezza sia remunerativa per lui e per la Signoria tutta.

Purtroppo però le difficoltà nella penisola si succedono a ritmo intenso. A causa dell’impiccagione, nella Congiura dei Pazzi, di un vescovo caro al papa, Sisto IV decide di inviare il nipote Girolamo Riario contro Firenze con le truppe papali, scomunicando la città e non permettendo i sacramenti.
Lorenzo riesce a sciogliere i Priori e a istituire i Dieci, un organo pro-tempore che doveva snellire la burocrazia e occuparsi del periodo di guerra, ma che si è protratto molto più del dovuto, tramite il quale Lorenzo ha di fatto governato sulla città.

Mentre lui quindi si occupava della città, la madre, Lucrezia, governava la Banca, teneva da conto e gestiva i libri contabili. Ma non è l’unico esempio di donna e del ruolo della donna, espresso in questa serie tv che ci delinea delle madri, delle mogli molto forti, molto presenti in famiglia e nella vita pubblica e politica, intessendo i loro rapporti con i potenti, con signori, marchesi e conti, vescovi e cardinali, quasi fossero ambasciatrici e vicarie del potere maschile, con ampia libertà di movimento. Decisamente più di quanto adesso attualmente si voglia fare.

 

 

Ciò che maggiormente colpisce in questa narrazione così veloce, che salta senza alcun indizio in sovraimpressione sullo schermo, dell’avanzare del tempo, ma che ci trascina nello scorrere degli anni, è proprio la mutazione di Lorenzo.
Stereotipato come il Magnifico, Signore di Firenze, bello e bravo che ha riunito a se artisti di ogni calibro quale mecenate della città, ai non addetti ai lavori come me salta subito all’occhio come un personaggio  dipinto in toni più foschi. Lorenzo è diviso dal dolore della perdita del fratello e il ritrovamento del suo figlio illegittimo rompe anche la relazione col suo figlio primogenito Piero che si vede così messo da parte per favorire il cugino.

 

 

Ancora, Lorenzo è all’oscuro di come la banca è gestita dalla madre e soprattutto di tutti i sotterfugi che la donna ha messo in campo per attingere a fondi non di sua competenza, pur di permettere al figlio di realizzare il suo sogno e alla famiglia di prosperare.

Questo tema del Lorenzo pulito, ignaro e senza colpe, si scontra con la decisione repentina di mettere a tacere e uccidere i suoi avversari, avvalendosi del consiglio del Vermilinguo di turno, un consigliere che lo accompagna e lo obnubila, che combina un sacco di guai credendosi capace, quando persino la sua famiglia d’origine sa di che pasta sia fatto, sino all’apice di tutta la faccenda: quando la realtà che Lorenzo pensa di costruire e abitare, si scontra contro le omelie e i discorsi filo-politici che il Priore di san Marco, Frate Savonarola, pronuncia aizzando il popolo povero e affamato contro i signori di Firenze.

A nulla valgono i patti, a nulla servono le minacce, a niente l’acquisto di nomine e l’elezione papale di Cardinal Cybo, Innocenzo VIII, per difendere Firenze, quando il nemico è stato cullato e nutrito in seno alla città.
La diatriba, i forti contrasti non solo politici, ma familiari, antropologici possiamo dire, che si susseguono negli anni che questa stagione racconta in velocità, macchiano Lorenzo come un tiranno, malamente consigliato, tinteggiando la sua relazione con la Santa Sede, con la chiesa in generale, persino con la sua famiglia quando sfrutta i figli per ottenere gli obiettivi e gli scopi che si è prefissato, ce lo mostrano tutto il contrario di quello che ci siamo sempre immaginati, disegnando quel periodo di prosperità e pace fiorentina, in modo più umano e vicino.

Certo romanzato, come romanzata è la morte della moglie, spentasi quasi di dolore, quando invece è morta per la tubercolosi, ma seppur romanzato, molto verosimile.

Di forte impatto emotivo è quindi la conclusione della serie, con la morte di questo Magnifico, che si è reso tale proprio per il suo governo tiranno, ma quasi illuminato, per il suo limite, il suo dolore, e con le bellezze che è riuscito a far nascere e crescere a Firenze, nella forza che ha impresso nel governo della città, quanto negli artisti di cui si è attorniano, di Botticelli, Donatello, Michelangelo, Leonardo, come anche di tante figure che se si fossero intrecciate in maniera positiva e produttiva, sono certo avrebbero aiutato ancor di più Firenze ad essere capitale nell’Europa del tempo e non motivo di contrasti col Magnifico, però con i se e con i ma la storia non si fa e forse non staremo qui se le cose fossero andate diversamente.

Forse una stagione un po’ sottotono, con un personaggio più cupo, sofferente e alle volte incerto e mai dubbioso, che si è costruito con forza e difeso con i denti, che ha perso l’amore vero, Clarice Orsini quasi il suo grillo parlante. Non c’è una vera redenzione, un sollevarsi dalla polvere, perché i frutti di questi suoi piani e progetti non li ha assaporati in prima persona, quanto i suoi discendenti e la nostra penisola per intero.

I Medici resta sicuramente un esperimento ben riuscito, molto carico, molto potente, primo si spera di una serie di progetti Rai che spero possa vedere non solo bravi e talentuosi attori stranieri, quanto possa insegnare a quelli nostrani come si recita, come si lavora per un prodotto di qualità che non sia la solita telenovela nostrana, ma qualcosa che merita attenzione nostra e del mondo, attingendo alle “riserve” del nostro passato come ispirazione di un qualcosa di potente che mostri al mondo la nostra cultura, il nostro passato, che è il passato dell’Europa tutta.

Tanto di cappello al cast, agli sceneggiatori e a ogni reparto, in primis trucco, parrucco e sartoriale, che ha saputo ricreare le ambientazioni, i costumi e ogni minimo dettaglio, dando profondità alle immagini e coerenza al racconto.

Mi aspetto grandi cose in futuro. E no, a quanto ho letto non ci sarà un Medici 4, ma una serie tutta dedicata a Leonardo Da Vinci (interpretato da Sebastian de Souza che qui invece era Botticelli), che spero abbia i giusti collegamenti con questa serie.

Bene! Ditemi la vostra, io ho solo accennato e detto quel che penso della stagione, senza entrare nei dettagli, quindi tocca a voi dirmi che ne pensate, nei commenti qui sotto!

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Pubblicato da Re_Censo

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