Oggi parliamo dinuovo di Leo Ortolani, fumettista pisano famoso per il suo personaggio “scimmiettoso”, Rat Man.
Questa volta Ortolani si è ispirato alla pellicola di Cameron, Avatar. E come Avatar è uscito nelle sale in 3D, anche questi due fumetti, spillati, sono accompagnati da un paio di occhialini 3D per poter leggere la steroscopia delle tavole.
La bellezza di questa “avventura” parte già dalle copertine, a colori, leggibili esse stesse dagli occhialini.
Ogni tavola, come dicevo, è stata studiata e disegnata in stereoscopia. Ma cosa è la stereoscopia? E’ una tecnica anaglifica che simula la tredimensionalità e la profondità di campo, ponendo i soggetti su più piani focali.
Siccome a me non è piaciuto molto il film AVATAR, sono stato contendo di aver trovato in Ortolani un collega in questo mio giudizio. E il fumetto, in questi due volumi, racconta la storia di un uomo, senza nome, che viene introdotto su Pandora, il pianeta dei Nadalé e attraverso gli insegnamenti di una formosa Nadalé, viene anche introdotto agli usi e costumi del popolo.
La caratterizzazione dei personaggi del film viene sfruttata e travisata sempre in chiave comica, a partire dalla funzione della treccia che nel film serve a connettersi col mondo, fauna e flora, qui invece ha uno scopo più… carnale.
Quindi, se nel primo volume si presenta Pandora e l’introduzione dell’Avarat nella loro cultura, nel secondo volume giungono anche i militari.
Come Rat Man, anche Avarat ne combina una più del diavolo e nel corso degli eventi, seppur le sue intenzioni sembrano essere vanificate dalla deficienza del personaggio, si giunge comunque, forse per il suo buon Karma, ad un epilogo positivo.
La sceneggiatura di questo AVARAT è una pietra miliare, perché genuina, innovativa, densa e accogliente per il lettore.
Ma come fa Ortolani a sviluppare la stereoscopia?
Apri il video e scoprine di più! 😀
Re_Censo
