IL CARAVAGGIO DI MILO MANARA
Ciao a tutti e bentornati sul canale! Sono Dario e questa è Re_Censo, la videorubrica di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio studio di grafica OIRAD.
Oggi parliamo di Caravaggio! Iniziamo!
Questa stupenda opera nasce dall’esigenza dell’autore, Manara, di ringraziare il Maestro Caravaggio, di porgli un omaggio non solo per il grande passo che fa compiere la sua arte all’intero patrimonio artistico e alla storia dell’arte, ma per ringraziarlo dell’accompagnamento ricevuto sin dalla maturità artistica.
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Quindi, brevemente, possiamo dire chi era il Caravaggio.
Nato Michelangelo Merisi, Caravaggio nacque il 28 settembre 1571 a Milano e fu attivo sia a Roma, che a Napoli, che a Malta e in Sicilia.
Morì giovane, a 38 anni, a Porto Empedocle.
Cosa può aver mai fatto in così breve tempo, quest’uomo nella seconda metà del ‘500?
Caravaggio è considerato uno dei pittori più importanti del Barocco, perché era un fine osservatore della natura umana, di quell’umanità che era tutta attorno a lui e che lui quindi prediligeva per le sue opere.
A differenza delle mode del tempo, i suoi modelli erano perciò presi dal popolo, prostitute, macellai, barboni e mendicanti. Altro aspetto che lo distingueva dal resto dei suoi colleghi, era l’uso della luce e delle ombre. Ogni suo soggetto non era quindi studiato per mostrare e raccontare dei protagonisti in un contesto, ma anzi al contrario, solo il soggetto umano era importante, tanto da farlo fuoriuscire da uno sfondo scuro, illuminandolo con luci e tagli di luce che davano un elemento ancora più drammatico alla scena.
In più, nelle opere religiose, i suoi personaggi non vestivano come all’epoca dei fatti, ma alla moda del ‘500, perché così l’artista trasportava nel presente intere pagine dei vangeli e dell’antico testamento.
È così quindi che una prostituta diventava la Vergine Maria, che una donna errante una santa in estasi, di un macellaio si studiava come si atteggiava per non far capire al capretto che stesse per ammazzarlo per riadattarlo nella decollazione del Battista.
Il tutto, riportandolo nella sua contemporaneità.
Formatosi all’ombra di Leonardo da Vinci e dei manieristi, in tutta la Lombardia, Caravaggio giunge a Roma e riuscirà a ottenere le commissioni più importanti per Cardinali vari e anche per il papa Clemente VIII. Dal carattere volubile e irascibile, Michelangelo si è spesso messo nei guai, tanto da dover fuggire e riparare a Napoli.
Nella mia città sono difatti conservati i dipinti più belli che io abbia mai visto, a partire dal più iconico, la flagellazione di Cristo. Usa quindi il popolo come specchio e ritratto dell’umanità, anche e soprattutto laddove vi è divinità.
Manara racconta la vicenda del pittore cinquecentesco in due volumi, “la tavolozza e la spada“, e “la grazia“, editi 9L Panini.
Due albi stupendi, due piccoli gioielli. So che molti non apprezzano l’opera di Manara perché la relegano al solo erotico e al voler sempre vedere atteggiamenti discinti, invece in questo contesto, questa visione è quantomai azzeccata.
Più che la vicenda, Manara prende a pretesto la vita dell’autore per presentarlo al mondo moderno, come il precursore quale è stato.
Caravaggio viene delineato con un carattere molto borderline; quando si trattano alcuni argomenti o alcuni prepotenti toccano i suoi amici e vede soprusi, semplicemente non ci vede più, posa il pennello e impugna la spada. È proprio questo suo carattere a metterlo nei guai con i potenti di turno e un duello finito male lo costringerà all’esilio a Napoli, poi a Malta, in Sicilia, fino alla morte a Porto Empedocle.
Tutto il suo viaggio viene fatto all’insegna della ricerca della grazia, questo perdono papale che gli permetterà di ottenere le più importanti commissioni e di essere così conosciuto da tutti. Perdono che sembra sia sempre più lontano, che faccia fatica ad arrivare, ma che è preannunciato da alcuni personaggi, soprattutto una donna, come indicato da Manara stesso, che arriva purtroppo troppo tardi.
Se quindi questi due volumi sembrano non costruire un vero e proprio climax dai ritmi intensi e incalzanti, tipici di tanta editoria conosciuta e letta sinora, persino trasposta in film, la grande forza e potenza di questa vicenda è raccontata prima con gli occhi dell’autore Caravaggio e poi con le sua mani.
Tramite gli occhi adocchia un mondo popolato dalla gente più diversa e disparata nella quale si rivede e rivede materiale del bello che sa realmente comunicare e non modelli asettici, troppo ascetici, impostati e quindi distanti dall’osservatore. Quindi, scelti i soggetti, come già detto, imposta il suo capolavoro, come un sapiente regista dei nostri tempi, decide da dove e come si debba poi leggere quell’opera specifica, riempiendola di segni, simboli, significati profondi e che catturano l’osservatore, guidandolo alla scoperta di ogni chiave di lettura.
Questo fumetto fa quindi questo passaggio; ci mostra come Caravaggio viene invaso dal genio, dall’ispirazione, partendo da una commissione specifica o meno, visualizzandone i personaggi principali, le loro fattezze, le vesti, le pose, il carattere, acciuffando i volti dal popolo a cui quell’opera stessa è poi destinata.
Non meraviglia, eppure per fortuna lo fa, il vedere che quindi tutt’oggi rimaniamo incantati dalla sua magia fatta colori, luci, ombre, dettagli. E questa stessa magia viene raccolta e traghettata, ovviamente con l’altro genio di questa danza, Manara, che ci mostra questi passaggi fondamentali che ci aiutano a comprendere meglio l’opera di questo pittore straordinario.
Trovo questo fumetto un’occasione speciale, mistica quasi, molto intima, con la quale avvicinarsi a due grandi uomini, due grandi artisti, l’uno spiega l’altro.
Manara racconta Caravaggio, lo traghetta dal passato, dalle sue opere che egli stesso ricopia in queste meravigliose tavole, dai musei, per farlo giungere a noi e al futuro per quello che è, per l’autore cui dice di dovere molto. Tale ammirazione non è solo evidente nelle due lettere che sono a inizio dei due volumi, ma traspare anche dalla delicatezza con la quale ha ricopiato le opere caravaggesche, dalla cura dei dettagli di ogni singola vignetta, dalla bellezza con la quale sono raccontate Roma e Napoli e vi assicuro che rivedere la mia città passata dalla mano di Manara è una grande emozione.
È insomma un passato che torna in vita e prende nuovi respiri.
Non ho potuto fare a meno di acquistare il primo volume, quando al Comicon mi presentarono l’opportunità dell’edizione limitata e ho atteso come un folle il secondo numero, quindi vi parlo dell’effetto che ha fatto a me il poter sfogliare pagine così grandi, così belle, con una stampa così stupenda.
Semplicemente un tuffo nel mondo ricreato da Manara, dalla sua arte, dalla sua bravura, dalla sua capacità narrativa sia a parole che con i disegni, e rivivere sotto una luce diversa, la storia di un artista che ho sempre adorato, amato follemente. E il poterlo rivedere così è impareggiabile, quindi non posso far altro che ringraziare il Maestro Manara per l’opportunità.
Questo è il suo Caravaggio, che trovate nelle fumetterie e in libreria e vi aspetto nei commenti qui sotto per condividere assieme quanto questi due artisti significano per voi. Ho parlato come al solito troppo, ma se questa puntata vi è piaciuta, fatemelo sapere con il mi piace qui sotto e condividetela con i vostri amici!
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Re_Censo