VIKINGS
Stagione 3
Ciao a tutti e bentornati sul canale! Sono Dario e questa è Re_Censo, la videorubrica di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio studio di grafica OIRAD. Oggi parliamo della terza stagione di Vikings! Iniziamo!
Per capire meglio la terza stagione, recuperate la prima stagione e la seconda stagione.
In questa stagione si danno avvio a degli eventi che scateneranno le proprie conseguenze lungo il resto della produzione. Eventi che mettono a confronto i due mondi, quello norreno e quello cristiano, e che si sviluppano in modo talmente avvincente e sorprendente, che forse questa è l’ultima stagione decente di Vikings e io ho visto anche la quinta appena uscita su Netflix.
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Qui Ragnar decide di tornare nel Wessex e con lui partono l’ex moglie Lagertha e i più stretti, compreso il frate Athelstan e il fratello Rollo. Nel Wessex iniziano a intessere rapporti che risulteranno poi essere dannosi: Re Ecbert convince Ragnar a essere suoi mercenari per sconfiggere lo zio e il fratello della principessa Kwenthrith e incoronarla così regina di Mercia. I Norreni ne guadagneranno in terre da coltivare, per la gioia di Lagertha.
Ma mentre Athelstan rimane nel Wessex tornando a vestire i panni del frate, dinuovo combattuto tra la fede cristiana e quella di Odino, Ecbert lo sobilla e gli mostra segreti e studi da portare avanti, facendoselo amico e ancora si fa furbo e seduce Lagertha.
Ma neanche Athelstan è poi così scemo, ritrovandosi amante della moglie del figlio di Ecbert.
Nel frattempo aumentano le dosi di misticismo che vengono date alla trama sia sul lato cristiano che su quello pagano; visioni affliggono le donne rimaste a Kattegat, e persino Athelstan, forse resosi conto di aver commesso qualche sbaglio, combattuto e afflitto, inizia un percorso particolare di redenzione, tutto suo. Le visioni quindi prendono fattezze reali e uno sconosciuto giunge a Kattegat inzigando persino Aslaug.
Mentre la stagione precedente è un continuo ritmarsi di eventi, un saltare tra luoghi, fatti e vicende personali dei protagonisti, qui il ritmo rallenta. Tolte le prime puntate incentrate sulle guerre e sulle abili mosse di un Re Ecbert sempre più abile e sobillino, questa terza stagione si fa più cupa, il combattimento diventa ancor più interiore.
Aslaug, a Kattegat, che sa di non dover tradire il marito, cade vittima del visitatore e il destino così colpisce con la morte.
In un susseguirsi di vicende sempre più serrato, bello e interessante è il contrasto sempre maggiore nel quale si trovano a cozzare questi due mondi così lontani tra loro, contrasto rappresentato poi da un rito pagano nel quale il Re cristiano partecipa per pura curiosità. Due culture, due mondi, due fedi ben diverse tra loro che si scontrano, non solo sullo schermo, ma nell’intimo dei presenti. Lo trovo un concetto molto bello da vedere.
Finiti gli scontri nel regno di Mercia, da contraltare i nostri norreni trovano le mire al potere di quelli rimasti a casa e le sfide e i tradimenti che si architettano per raggiungere il potere, minando l’autorità di Lagertha.
A questo si aggiungono le conseguenze di quello che è accaduto durante la loro assenza e sono costretti tutti a fare fronte con la realtà dei fatti.
Ovviamente neanche nel Wessex le cose sono rose e fiori, perché Aethelwulf, figlio del re, scopre il tradimento della moglie.
Mentre le cose precipitano, il tempo passa e Ragnar è sempre più scollato dal suo ruolo di Re governante, ma più interessato a quello di Re conquistatore. Decide così di indirizzare le flotte verso la Francia e verso Parigi, sfruttando ancora una volta le conoscenze di Athelstan sulla città.
Dinuovo la dicotomia tra mondo cristiano e pagano perde le barriere che li separano e mentre il figlio bastardo di Athelstan viene battezzato, lui riceve finalmente un segno e abbandona la fede pagana. Fatto che farà infuriare Loki e porterà ad una piena sfiducia verso il frate, fatto di cui Ragnar invece non si interessa minimamente, proprio perché troppo preso dalla sua nuova spedizione.
Ed è lì che troviamo le immagini più belle e la storia più cruenta e ritmata, ben raccontata, epica, esaltante, che si ha nella parte finale della stagione, quando Ragnar e i suoi decidono di invadere e assaltare Parigi.
Ci viene raccontato un mondo ancora più diverso da quello inglese, un mondo che è pienamente e lussuosamente cristiano, con un imperatore fifone, una corte che si affida al nascondersi e non al combattere, e due soli personaggi a farla da padroni nello scontro.
Forse si tocca l’apice massimo proprio in queste descrizioni, in queste scene.
Siamo ormai ben lontani dalla realtà raccontata sino ad allora, contadina, di pura razzia e conquista. L’evoluzione in atto è non solo storica, ma personale e mentre si evolvono in alto gli eventi, le persone iniziano a cadere. Con Rollo, Ragnar, Floki, Aslaug e tanti altri entrano ormai in un circolo vizioso che li segnerà per sempre.
Seppur strana, è la stagione meglio riuscita, più avvincente e carica, con evoluzioni, crescite, sviluppi inaspettati ma coerenti con ogni personaggio incontrato sino a quel momento. Ad ora, la migliore. Ma voi, cosa ne pensate?
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