@Re_Censo #169 VIKINGS | Stagione 2

VIKINGS
Stagione 2

Ciao e bentornati su Re_Censo, la videorubrica di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio studio di grafica OIRAD. E io, ovviamente, sono Dario. Parliamo oggi della seconda stagione di Vikings. Iniziamo!

Per chi non avesse visto la puntata dedicata alla prima stagione di Vikings, qui trova il link per recuperarla. Noi andiamo avanti e parliamo della seconda stagione.
In realtà vi avviso che, parlarne senza andare in profondità, su certi aspetti e eventi, non è una via praticabile, quindi da oggi, su questa serie di video, c’è l’allerta spoiler, per chi non ha mai visto questa serie tv.

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Siamo nel 796 d.C..
Abbiamo lasciato Ragnar ormai designato Conte di Kattegat. Con l’arrivo dell’estate, il Conte, sotto i consigli del monaco Athelstan, è intenzionato a compiere nuove razzie in Inghilterra. Ma, mentre scoppia la passione tra Ragnar e la Principessa Aslaug, l’invidia del fratello, Rollo, prende a crescere e cresce tanto da schierarsi, contro il suo stesso fratello, in favore di Jarl Borg, nella diatriba territoriale del Re Horik.

Lagertha, scoperta la gravidanza e il tradimento di Ragnar, lascia la contea col figlio Bjorn.

Quattro anni dopo, ripresi e accresciute le fila, il Conte Ragnar indice una nuova razzia. Si parte nuovamente verso ovest. Ma una tempesta porterà fuori rotta i Vichinghi, che approderanno, non più in Northumbria, ma nel Wessex.

Qui incontriamo il personaggio più ambiguo, sottile, particolare e sfaccettato di tutta la stagione, e il personaggio crescerà tantissimo in quelle successive. Parlo del Re Ecbert, affascinato dalla storia dei Romani, perennemente intento in giochi politici che gli possano accrescere il potere e la gloria, anche se questo significa mettere in pericolo la vita del suo stesso figlio.

Torniamo sulla diatriba cristianesimo e paganesimo, rappresentata da Athelstan.

Questa stagione ci presenta il monaco come un guerriero. Da difensore della fede e del creato, a servo di Odino, assassino agli ordini del suo Conte.  In lui, questi due ruoli contrastanti, sono vissuti più come nature che si urtano, si succedono, contrastano e lo turbano. Come lui stesso dice, “il suo Cristo è nella luce del sole, ma Odino è presente nella pioggia e nel tuono”.

Un contrasto, questo, che non trova nella serie tv una risposta, una soluzione, perché non è compito di questa storia darne soluzione, ma mostrarcela. Trova poi, dopo una sanguinosa battaglia, un nuovo scopo nella corte di Ecbert, che vede in lui le potenzialità di uno studioso che possa aprirgli le poirte della conoscenza antica.

Come è ovvio che sia, quando il padrone non c’è, i topi ballano.
Lo Jarl Borg invade Kattegat e costringe alla fuga la Principessa e i suoi figli.

È solo l’intervento del misterioso Conte Ingstad, che Ragnar può riprendere possesso del trono. Ma nel frattempo, oltremare, i due re, Ecbert e Aelle, firmano una alleanza e si apprestano ad accogliere con le armi in pugno, la nuova razzia dei Norreni.

Lo scontro tra questi eserciti e l’Orda vichinga, si fermerà in un bagno.
Re Ecbert vuole la pace, a patto che i norreni lo aiutino a ridare il trono di Mercia alla Regina Kwenthrith e al contempo consegnerà loro delle terre da coltivare, come è sogno di Ragnar e Ingstad.
Alla fine, Re Horik, non contento del risultato della razzia e di come Ragnar si è comportato in guerra, come se gli fosse superiore, si vuole insediare a Kattegat. Ma a Kattegat non si dimentica nulla. Ragnar uccide Horik.

Il Re è morto.

Lunga vita al Re Ragnar!

Questa è la seconda stagione, dove ormai, lasciati gli incipit della prima, ci troviamo immersi nei fatti, trascinati in una corsa tra le pieghe di un passato che torna in vita, pieno di contraddizioni, di lotte interiori, come per Athelstan, ma anche per Ragnar che passa da Lagertha a Aslaug, nella quale vede una più prolifica discendenza. Ma anche in Rollo, personaggio malato e bisognoso di attenzioni, carente di un vero carattere perché continuamente a confronto con il fratello.

Il tempo che passa, le opportunità di gloria eterna e potere sempre più vasto dei re cristiani, l’uno nella devozione ad un Dio un po’ troppo assetato di sangue e l’altro nella ricerca del sapere antico, mellifluo e doppiogiochista per ottenere sempre il suo tornaconto.

È la storia dell’umanità, che sin dal passato si è saputa esprimere con la violenza, anche se alla ricerca della pace, del focolare domestico, della buona terra da coltivare.

È la storia di un contadino che diventa Re, di chi crede di essere discendente di Odino e benedetto dagli dei, che col solo loro aiuto tutto gli è concesso e permesso.

Ci sarebbe molto da dire ancora, ma vorrei che il mio monologo diventasse un confronto tra noi, quindi aspetto di sapere voi cosa ne pensate di questa seconda stagione, di quale sia il personaggio più interessante, quello che si sta sviluppando meglio e ciò che vi aspettavate di vedere e che qui vi ha lasciato ad un palmo dal naso, non soddisfatti.

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