@Re_Censo #163 AFMV Addio Fottuti Musi Verdi – The Jackal

ADDIO FOTTUTI MUSI VERDI

Bentornati su Re_Censo! Iniziamo!

Ciao a tutti e bentornati sul canale! Sono Dario e questa è Re_Censo, la videorubrica di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio studio di grafica OIRAD . Info e siti web qui sotto nei commenti! Oggi vi parlo del primo film visto con Amazon Prime! Iniziamo!

Amici bentornati, allora senza tanti preamboli, proprio come fanno col film, iniziamo a parlare di Addio Fottuti Musi Verdi, primo lungometraggio dei The Jackal, diretto da Francesco Capaldo, alias Ebbasta.

Protagonista è Ciro, in questo caso mio collega perché grafico, che fa la fame, abitando di fronte alla madre, con una ragazza che alla prima occasione di rivalsa carrieristica, parte. Ciro resta solo con il suo lavoro, per niente soddisfacente, o meglio a non soddisfarlo sono i suoi unici clienti, stereotipo del cliente medio che in Italia conosce poco e niente il lavoro di un grafico, di un creativo e progettista e pretende di sapere meglio di chi ha studiato e continua ad aggiornarsi, come si comunica attraverso il disegno e l’essenzialità dei loghi, come appunto nel caso di Ciro, costretto a dover piazzare il viso del cliente sulle confezioni del loro prodotto.

Oltre al suo lavoro da schiavo, frustrato e squattrinato, Ciro ha dalla sua Fabio, suo amico nerd fissato con la fantascienza, che lavora nell’attività video-fotografica del padre, altro stereotipo di come la fotografia viene vista nella maggior parte dei casi: comunioni, battesimi, matrimoni, prediciottesimi e assurdità del genere.

Sarà proprio la fissazione di Fabio per il film Addio Fottuti Musi Verdi, cui grande protagonista è Simone, a far si che Ciro, nel partecipare la contest per l’anteprima del film, invii per errore il suo curriculum. Questo viene intercettato dagli alieni veri e propri e Ciro sarà trasportato in orbita, sulla loro stazione spaziale, ingaggiato proprio come grafico.

Questa è la premessa del film.
Film che diventa un contenitore di molte delle gag che già chi li segue sui social, conosce e ha apprezzato del loro modo di fare comicità, ironia e intrattenimento.
Come si dice anche altrove, nell’on-line, non si va molto oltre.

La storia è si sorprendente, con un ritmo incalzante e carico di coinvolgimento emotivo. O forse il coinvolgimento emotivo era solo il mio, perché se come grafico fossi ingaggiato dagli alieni, e chi tornerebbe più sulla Terra!

Ma torniamo seri.
Dicevo, l’originalità della sceneggiatura si riduce alla trama, all’idea. Un ragazzo rapito dagli alieni che hanno scopi segreti e nel raccontare questo, ogni stereotipo utilizzato sinora dai The Jackal, ritorna in auge e ritrova qui il suo posto. Tornano ad essere personaggi macchiettistici in situazioni dell’assurdo e del nonsense.
Sono solo pochi i momenti nei quali la risata può dare libero sfogo, perché si crea una situazione nuova per una gag vecchia, e sono pochi i momenti di originalità che non si limitano alle sole espressioni di Ciro.

Pensate che alcune scene sembrano prese di pari passo dal cortometraggio “Il parcheggiatore”, la friggitoria dove Ciro fa, anche lì, lo schiavo, si chiama “Deux frittur” e i “Camorristi” di Gomorra, ripresi in “Gli effetti di Gomorra sulla gente”, trovano il giusto posto nei clienti di Ciro, rappresentando degnamente quel genere di mondo lavorativo.

Ma allora, se la storia è così povera da ripiegarsi su se stessa, e se non ha dei veri e propri risvolti comici, come invece il tipo di commedia vuol dare a intendere, dove sta la freschezza e la ventata di novità proposta dal fatto stesso che questa pellicola sia uscita dalla mente dei The Jackal, dai quali tanto ci si aspettava e aspetta, perché appunto nuovi nel panorama cinematografico?

La novità, per me, è nel modo di rappresentare la realtà.
Se dobbiamo fermarci alla punta dell’iceberg, considerando solo la pellicola come commedia non tanto comica, che non riesce pienamente a far ridere, i The Jackal hanno fallito.

La novità è invece nel rappresentare la realtà dei grafici, oggi considerati nuovi creativi a causa del web e di YouTube in particolar modo, la realtà che li identifica come persone che hanno i mezzi comunicativi e creativi, ma che vengono soppiantati, castrati e sterilizzati dalla una clientela non sempre aperta al nuovo, troppo dogmaticamente chiusa nel ruolo dell’imprenditore medio italiano che ha timore di investire e vuole stare nel recinto comune e conosciuto, per paura di perdere e non guadagnare, cosa assurda per chi fa impresa. Il vero imprenditore è chi investe nel nuovo e anzi scommette nell’assurdo, solo quando ovviamente vede dei guadagni perché ha fatto un buono studio di settore.
Tutte cose che tutt’oggi i nostri imprenditori hanno smesso di saper fare, forse troppo spaventati dalla tassazione del nostro paese.

Se, come in ogni storia come si deve, dobbiamo trovarne la morale, questa è tutta nel finale. Proporre un contratto di lavoro, che sia degno di questo nome, a dispetto di una minaccia globale, può far gola, ma a certi principi non si rinuncia.

Questo film, co-prodotto da Cattleya e Rai Cinema, fa quindi fatica a raggiungere il suo scopo umoristico, ma il messaggio di fondo, camuffato in una comicità stentorea, ha una grande valenza e diventa forse un ottimo trampolino di speranza per chi, come me, come Ciro, vive in un settore e lavora con un pubblico che non sempre capisce il valore delle nostre capacità. E prima che mi mozzo le gambe da solo, ancor di più, mi fermo qui.

Effetti speciali da sballo! Fotografia molto bella e persino i costumi mi sono piaciuti! Tutto fa pensare ad una produzione professionale e non un qualcosa di campato in aria. Ottimo!

Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi è piaciuto, se lo avete visto al cinema, io non ho potuto e per fortuna ho letto che era disponibile su Amazon. Non potevo, da grafico e da napoletano, perdermelo o peggio, scaricarlo illegalmente.
Ai Jackal, bravi, continuate così e cercate di uscire da voi stessi, perché le capacità e la bravura c’è! Vi aspetto nel prossimo film!

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Pubblicato da Re_Censo

Re_Censo è un nome inventato, gestito, prodotto e presentato da "OIRAD Studio d'Arte Grafica di Piedimonte Dario". Format di videorecensioni di libri, fumetti, manga, anime, film e telefilm.

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