@Re_Censo #152 L’Uomo Albero

L’UOMO ALBERO

Ciao e bentornati su Re_Censo, la videorubrica di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio studio di grafica OIRAD. E io, ovviamente, sono Dario. Quest’oggi voglio che torniamo tutti bambini, o meglio ancora, torniamo tutti a parlare con il bambino che è dentro di noi. Iniziamo!

Dunque, oggi parliamo di Natura.
Al nostro bambino che ci vive dentro, a quel bambino che ci faceva emozionare quando avevamo quell’ora settimanale al parco del nostro quartiere, o quando i nostri genitori ci portavano al bosco, in villa, nelle certose in vacanza o a fare una scampagnata con tutta la famiglia e noi ci guardavamo attorno.
Eravamo in un posto nuovo, anche se magari lo avevamo già visto l’anno precedente.

E magari con i nostri fratelli, cugini e amici andavamo di corsa in giro all’avventura, nascondendoci tra cespugli, alberi e tronchi ammassati. Raccoglievamo le foglie cadute o con i piedi aprivamo i ricci da cui uscivano le grosse e gustose castagne in pieno autunno.
Ecco, torniamo a quando giocavamo, bambini, in armonia con la natura, arrampicandoci sui rami, saltando tronchi per non “cadere giù nel vuoto”, torniamo a quando eravamo signori di castelli e cavalieri impavidi e coraggiosi.

Parliamo oggi di una favola, parliamo de l’Uomo Albero, della collana Maledette Fiabe, edito Lavieri e scritto e disegnato da Massimiliano Frezzato. E parliamone ora, prima che vandali, assassini e gente mentalmente spostata, possa iniziare ad appiccare il fuoco in regni e luoghi dove un tempo eravamo cavalieri, re, esploratori e maghi. Anche se, in effetti, qui nel mio quartiere hanno iniziato proprio questa settimana.

Questo libro, cartonato del costo di 14,90€, è un tomo sottilissimo, ma carico, denso, pregno di magia, stupore e passione. Proprio la stessa che vivevamo quando ci buttavamo nell’avventura, da piccoli.
Ed è per questo che possiamo leggerla, all’ombra di un albero, ai nostri bambini. Ma, prima di tutto, dobbiamo leggerla a noi stessi, al bambino che sapeva volare nella fantasia, rispettando la natura, senza farle del male.

Questa è la storia di un Topo, pauroso e spaventato da tutto e tutti che si erge a Re, quando trova una corona. Ed è la storia di un Rospo, anch’egli Re, di cui però non conosciamo le origini, ma che, probabilmente, sono le stesse.

E questa è, soprattutto, la storia di un Albero, raffigurato quasi come un Ent, che se ne sta fermo, pensieroso, in mezzo al bosco. Nel suo essere statico, immobile, rappresenta il modo col quale la natura viene vista dall’uomo: elementi fermi, di decoro, fin quando poi non scorgiamo la loro utilità e ce ne appropriamo.
Si, perché nella lotta che scoppierà tra il topo e il rospo, il topo si fa furbo, ma non intelligente, sfruttando l’albero fino ai limiti più estremi, arrivando a distruggere la sua vita, cieco e obnubilato dai suoi scopi egoistici e di predominio.

E cosa può essere questa storia, se non una similitudine con la malsana relazione che l’uomo intreccia con la natura, oggi?
Dimentico del suo essere bambino, quel bambino che sa meravigliarsi e sa gioire delle piccole cose e dell’esplorazione genuina del mondo, esiste solo l’uomo che non sa vedere il valore, ma l’utilità. E non se ne rende conto neanche quando, tolto via dal mondo un elemento, si scopre parte silenziosa di una catena più grande di lui.

Le immagini di questo libro, illustrazioni di Frezzato, sono profondamente evocative e espressive, non solo nei dettagli dei visi dei personaggi, ma nell’uso dei colori e dei forti contrasti. Sfogliando il libro, si entra in un mondo fatato che è necessariamente sporco e il tratto nero lo evidenza.
Per antonomasia, la fiaba, la favola, racconta lieti eventi, eventi onirici, appunto fiabeschi. Qui si riversa tutto il sentimento umano, ogni pagina, ogni tavola si macchia dell’umanità e ne corrompe la genuinità fiabesca.

La natura si sporca, non viene corrotta, ma macchiata, plagiata. Solo, forse, solo alla fine della distruzione ci si rende conto dello scempio compiuto. E c’è da domandarsi se realmente lo si capisce, per il danno reale fatto, o se perché così non si può più profittare della natura.

Ma come anche Tolkien ci insegna, la Natura trova sempre il modo di ritornare.

E nel ritmo delle pagine, testo piccolo, breve e centrato, e illustrazione ampia, immersiva, catalizzatrice, veniamo catapultati in una storia dalle forti tinte, dai personaggi molto umanizzati e da un destino che ci chiama e ci avvisa del pericolo cui stiamo andando incontro con il perpetrare delle nostre scellerate azioni.

È un libro che parla al bambino che è in noi e ci avvisa, mostrandoci il buio con un linguaggio schietto, mascherato dal tono fiabesco, che risulta coinvolgente, appassionante e carico di adrenalina. E poi, vogliamo mettere la bellezza di un testo in un soft gotico e i capolettera così belli adornati?

Uno spettacolo doppio per gli occhi!

Vi consiglio questo libro e, come al solito, leggetelo assieme ai più piccini, che si al mare, in montagna, o in camera prima di andare a letto!

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Pubblicato da Re_Censo

Re_Censo è un nome inventato, gestito, prodotto e presentato da "OIRAD Studio d'Arte Grafica di Piedimonte Dario". Format di videorecensioni di libri, fumetti, manga, anime, film e telefilm.

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