@Re_Censo #140 L’Isola dei Cani

L’ISOLA DEI CANI

Al Comicon 2018 ho avuto la possibilità di vedere un po’ di cose belle e tra queste, un film che non avevo intenzione o interesse nel vedere e che mi ha invece sorpreso.
Iniziamo!

Ciao a tutti e bentornati sul canale! Sono Dario e questa è Re_Censo, la videorubrica di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio studio di grafica OIRAD . Info e siti web qui sotto nei commenti! Oggi parliamo di un film in stop motion, L’Isola dei Cani. Pellicola diretta e co-prodotta da Wes Anderson, di cui, scorrendo la produzione, non ho mai visto nulla e forse forse non dovrei neanche vantarmene.

Comunque sia, siamo nel 2038, in Giappone e un’epidemia di influenza canina ha costretto il governo locale, guidato dalla famiglia Kobayashi, ha deciso di rinchiudere tutti i cani, sani e non, su un’isola che prima era adibita a deposito spazzatura.
Un bambino, Atari, vuole recuperare il suo cagnolino, Spots. Parte con un aeroplano per l’isola e incontra uno sparuto gruppo di cani.
Quello che qui mi ha interessato vedere è il doppiaggio. Noi abbiamo visto un doppiaggio forse incompleto, perché gli umani parlavano il giapponese, mentre i cani erano comprensibili. Poi, qualche giorno dopo, ho visto un trailer in tv e il giapponese era scomparso a favore dell’italiano.

Dico questo, per sottolineare il fatto che noi comprendevamo i cani e i cani al tempo stesso storcevano il naso perché non capivano gli umani. Tra loro parlavano e la loro comunità funzionava. Ma con gli umani, c’era quel qualcosa che non andava per il filo giusto.

In un intreccio interessantissimo dove si mischiano complotti politici, interessi finanziari, cuori di pietra e un ritmo alle volte lento, cadenzato e quasi narcolettico in alcuni punti, abbiamo poi una ripresa e una velocità interessantissime che portano la storia a risoluzioni e a nuovi ritmi ancora più belli e coinvolgenti.
Anche laddove sembri che possiamo prevedere le vicende, lo spettacolo sta nel vedere come queste siano poi stravolte e capovolte, lasciando lo spettatore sorpreso e divertito.

In questo mondo dove si intrecciano armi biologiche e ritmi più tipicamente orientaleggianti, di riflessione, di osservazione, il film che ne esce fuori è di una freschezza sorprendente. E questa freschezza è forse data proprio dal tipo di film d’animazione in stop motion, influenzato da più parti dalla produzione di Akira Kurosawa, come preannunciò lo stesso Anderson nel 2015.

A differenza di altri film che sfruttano questa tecnica, tipicamente possiamo prendere ad esempio quelli di Tim Burton, qui l’animazione ha un potere e un potenziale che supera di gran lunga le produzioni precedenti. In sala, prima della proiezione, è intervenuta il capo animatore del team di produzione del film e ci ha raccontato di come fosse alto lo standard che il regista voleva imprimere al film e credo ci siano riusciti. Certo per potervene dare un assaggio dovrei farvi vedere delle immagini, ma poi YouTube mi sculaccia e io non amo la violenza, quindi recuperatelo e guardate che meraviglia è!

Ultimo punto, ma non ultimo perché forse più importante di tutto, è l’umanità che Anderson è riuscito a dare ai cani, più umani degli umani stessi e che trasforma, assieme all’azione dei protagonisti, il film in una domanda autocritica per lo spettatore, quanto per i personaggi stessi del film: cosa definisce l’essere umano? E cosa lo differenzia dall’animale? Quale è la relazione uomo e natura?

Insomma, un’etica e una morale che, forse proprio per le tradizioni violente del festival che si tiene a Yulin. Che è vero che è in Cina, ma sempre di oriente stiamo parlando.

Nobiltà, onestà, tolleranza e armonia. Forse è questo che c’è alla base della relazione che Anderson vuole far nascere e scaturire nei suoi personaggi e dalla pellicola, ai suoi spettatori. Un film che mi è piaciuto davvero tanto!
Devo essere sincero, non ero interessato a vedere i Dodici Cani, come avevo capito si chiamasse il film, perché non avevo intenzione di piangere, tant’è che io non ho mai visto un io e Marley, un Hachiko o altri film del genere.
Ma fidatevi, vale davvero la pena!
È una favola, umoristica, ironica, ma al tempo stesso densa di significato, che gioca tra le bizzarrie del regista e i profondi dettagli estetici delle immagini e della costruzione dei personaggi.

È un viaggio da fare, assolutamente, che vi piacerà, sicuramente!

Se avete visto già il film, vi prego, ditemi cosa ne pensate, cosa vi è piaciuto e come vi comportereste se dovessero togliervi il vostro peloso del cuore, per buttarlo in una discarica e costringervi a dimenticarvi di lui. Chi mi conosce sa cosa sto passando e ho passato col mio di peloso, quindi inutile parlarne, ne ho già parlato in passato. E siccome parlo troppo, ora tocca a voi scatenarvi nei commenti qui sotto! E  se questa puntata vi è piaciuta,  mettete mi piace e condividetela con i vostri amici!

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Pubblicato da Re_Censo

Re_Censo è un nome inventato, gestito, prodotto e presentato da "OIRAD Studio d'Arte Grafica di Piedimonte Dario". Format di videorecensioni di libri, fumetti, manga, anime, film e telefilm.

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