@Re_Censo #130 Altered Carbon: Ricustodia o Vera Morte?

ALTERED CARBON
Stagione 1

Ciao a tutti e bentornati! Questa è Re_Censo, la videorubrica di libri, fumetti, manga, film e telefilm prodotta dal mio studio di grafica OIRAD e io sono Dario. Sono stato un po’ assente, come si può intuire dalla gola e dalla voce, sono ancora un po’ ammalato, ma oggi parliamo di corpi sintetici e vita eterna. Iniziamo!

Precisiamo sin da subito, Netflix non mi paga per parlare di questo prodotto. E anche se non tutti hanno un abbonamento, il ragionamento vale anche per quelle volte che parlo di film usciti al cinema o fumetti comprati e altri di voi invece non hanno comprato. Parliamo per il piacere di scambiarci interessi e pareri. Quindi!

Altered Carbon, telefilm uscito nel febbraio 2018 su Netflix ed è una storia fantascientifica di un futuro distopico ambientato nel 2384. Storia ispirata dal romanzo fantascientifico noir BAY CITY, che non ho letto, di Richard K. Morgan.

In questo universo cyberpunk, l’umanità ha visitato altri mondi e incontrato degli alieni che hanno insegnato loro come essere immortali, introducendo in un sistema digitale, la coscienza degli esseri viventi che, alla morte del corpo, può essere trapiantata in altri corpi coltivati alla bisogna. Questa è l’I.D.U., l’identità digitale raccolta in un dischetto chiamato pila e piazzato tra le ossa cervicali della colonna. Più si hanno soldi, più si può riottenere una risurrezione in corpi che ci piacciono o addirittura diventare dei MAT, cioè Matusalemme, ossia talmente ricchi che si possono clonare i propri corpi e rioccuparli alla morte del corpo precedente, vivendo così per secoli senza che il corpo invecchi. Appunto, Mat.

Ma se questa è la storia di fondo, l’ambientazione, cosa ci racconta questo telefilm di 10 puntate?
La storia si focalizza su uno di questi ricchi Mat che richiama in vita un agente speciale, uno Spedi, perché indaghi sulla sua morte. Infatti, questo Bancroft è stato trovato morto, apparentemente suicida e ha tutte le intenzioni e le possibilità economiche di voler scoprire la verità.

Lo Spedi Kovacs è quindi il protagonista principale di questa vicenda e lo sono soprattutto le sue indagini e il modo col quale questo impianto narrativo viene presentato allo spettatore.

Come sto notando, ma magari mi sbaglio, ditemi voi, le serie di Netflix hanno l’abitudine di iniziare come se ci stessimo immergendo in un ambiente onirico e poi ci sparano in faccia tutta la storia e la vicenda come se fossimo già a conoscenza di tutto l’antecedente, andandocelo poi a raccontare piano piano, ma gli eventi sono già nel loro divenire. Non è un accompagnamento mano nella mano, ma una spinta in un fiume in corsa.

Brutale, ma d’effetto, perché ti costringe a stare attento sin dall’inizio. E in questo telefilm, dove nomi, personaggi, ma anche il design di città, vestiario, tecnologie e altro ci arrivano a gran velocità e ne veniamo quasi sommersi, il risultato è una immersione stupenda in una storia che corre veloce e di cui forse sembra perdersi qualche pezzo un po’ verso la conclusione. Ma a me è piaciuta moltissimo, davvero moltissimo!

Quando questa serie è uscita, a suscitare clamore e scalpore erano le molte scene di nudo. Infatti non ero molto interessato ad iniziare una nuova serie, siccome ne sto recuperando altre, ma volevo capire il perché di tutto questo chiacchiericcio e… sincero?
Scene di nudo, poche, interessanti perché funzionali alla storia, ai personaggi, al fatto che i corpi diventano meri mezzi e strumenti, custodie, appunto. Contenitori e tramiti.

Non è come in Game of Thrones, dove ogni occasione per vedere un filo di pelle di fuori, era buono. Qui tutto è funzionale per raccontare meglio la storia e forse la cosa più interessante da vedere e sulla quale mi sono soffermato un po’ di più, è proprio la teoria di questi corpi sintetici che ospitano le coscienze che non fanno altro che scappare dalla vera morte. Il tutto è molto interessante, davvero.

Cosa ne pensate voi della ricustodia, del non morire mai finché la pila è intatta, del passare in corpi diversi o nel proprio clone, ogni volta che i corpi muoiono, di non morire mai?

Breve escursus sul cast, con Joel Kinnaman protagonista, molto bravo, una interpretazione non solo fisica ma anche emotiva, molto trascinante. In generale sono stati tutti bravi, i personaggi poi ben studiati, forse solo Dichen Lachman ha una evoluzione che ho trovato fastidiosa, morbosa. Un po’ anonima invece è l’interpretazione di Renée Elise Goldsberry, interprete di Falconer, istruttrice dello Spedi, mentre bellissima è la parte riservata a Chris Conner che interpreta il cyber albergo il Corvo, vestendo un po’ i panni psicologici/fisici dello scrittore Edgar Allan Poe.

Insomma, bel prodotto e bella storia!

Ovviamente però io ne sto parlando bene, perché ne sono rimasto deliziosamente interessato e colpito. Ma se avete visto la serie o avete letto il libro, ditemi la vostra! Soprattutto cosa ne pensate della possibilità etica e morale di poter essere reimpiantati in nuovi corpi, anche se si muore uomo e rinasce donna, o viceversa… cosa che nel telefilm succede. E se questa puntata vi è piaciuta, ricordatevi di cliccare il mi piace qui sotto e di condividerla con i vostri amici!

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Pubblicato da Re_Censo

Re_Censo è un nome inventato, gestito, prodotto e presentato da "OIRAD Studio d'Arte Grafica di Piedimonte Dario". Format di videorecensioni di libri, fumetti, manga, anime, film e telefilm.

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