Addio al padre di Berserk, Kentarō Miura

Addio al padre di Berserk, Kentarō Miura

Kentarō Miura è nato a Chiba l’ 11 luglio 1966 e tutti lo conoscono soprattutto per il suo celebre manga seinen “Berserk“.

Kentarō Miura

A soli 10 anni, Miura già realizza il suo primo manga, “Miuranger” che stampò per i suoi compagni di classe. Il manga raggiunse i 40 tankōbon.

Nel 1977, Miura creò il suo secondo manga, “Ken e no michi” ossia “La via della spada“, che segnò una svolta nella sua lavorazione, con l’utilizzo per la prima volta, di inchiostro di china.
Il suo disegno iniziò a maturare molto già nei due anni successivi, con l’ingresso alle medie, periodo che segnò l’uso di tecniche più professionali.

Sempre nel 1979, Miura creò il suo curriculum artistico e alle scuole superiori, lui e i suoi compagni di classe, iniziarono a pubblicare i propri lavori su giornali scolastici.

Nel 1985, Miura partecipò all’esame d’ammissione in un collegio artistico, presso la “Nihon University“.
Il suo lavoro d’esame, “Futatabi“, gli ottenne l’ammissione e più tardi fu premiato anche come “Miglior Nuovo Attore” nella rivista “Shōnen“.

Dopo un iniziale insuccesso con “Noa“, nel 1988 Miura ritornò con un nuovo manga di 48 pagine di nome “Berserk – The Prototype“. Questa era un’introduzione al mondo fantasy di ciò che poi sarebbe diventato “Berserk“.
Questo manga gli fece vincere il premio della “Comi Manga School” e nel 1989, dopo essersi laureato, iniziò un nuovo progetto “Il Re Lupo“, basato sul libro di Yoshiyuki Okamura, lo scrittore di “Ken il guerriero“.
Venne pubblicato sulla rivista mensile “Japanese Animal House” nella e 7ª edizione di quell’anno.

Nel 1990 venne realizzato un seguito, intitolato “La leggenda del Re Lupo“, pubblicato come prologo dell’originale sulla rivista “Young Animal” e nello stesso anno, la decima edizione riporta il primo volume unico del progetto “Berserk”.

Kentarō Miura, Berserk

La fama di Miura crebbe con “Berserk“, che fu serializzato su “Young Animal” nel 1992 e l’enorme successo fece di lui uno dei più promettenti mangaka contemporanei.

Nel 1997, vista la trasposizione in anime del suo progetto, Miura ne supervisionò la produzione dei 25 episodi, che andarono in onda nello stesso anno su TV NIHON.
Nel 1999 e nel 2004 collaborò ai videogiochiSword of the Berserk” della Dreamcast e “Berserk Millennium Falcon Arc: Chapter of the Record of the Holy Demon War“, una esclusiva giapponese per PlayStation 2.

Dalla sua creazione, il manga “Berserk” è arrivato fino al 41° tankōbon e la serie ha dato inoltre origine a un’intera serie di prodotti, ufficiali e amatoriali, tra cui statue, action figure, giochi di carte collezionabili, art book ecc.
Nel corso dei suoi trenta anni di pubblicazione, “Berserk” ha influenzato profondamente molti altri media, come i videogiochi “Castlevania“, il mitico (io lo ho adorato) “Dark Souls” e “Bloodborne“, come altri anime “Demon Slayer” e “Vagabond“.

Nel 2002, Kentarō Miura arrivò al secondo posto dell’ “Osamu Tezuka Culture Award of Excellence” con “Berserk”.

Il 22 novembre 2013 è apparso sul numero 23 di “Young Animal” con un nuovo manga “Gigantomakhia“, composto da 6 episodi di 44 pagine l’uno, primo nuovo lavoro originale dell’autore in 20 anni di carriera.

Anche nell’agosto del 2019, Miura ha dato inizio a un nuovo manga, sempre su “Young Animal Zero“, “Duranki“. Il manga, che si ispira alla mitologia dell’antica Mesopotamia, come stesso Miura ha ammesso, è un esperimento che poteva consentire al maestro a collaborare di più con i suoi assistenti, proprio per velocizzare i ritmi di produzione e annullare la lunga discontinuità che lo ha sempre caratterizzato.

Purtroppo però tutto ciò a cui Miura stava lavorando, si è interrotto all’improvviso il 6 maggio 2021, con la sua morte, causata da una dissecazione aortica acuta.
Il 20 maggio 2021 infatti viene reso pubblico che Kentarō Miura si è spento all’età di 54 anni.

Kentarō Miura si ispirò da diversi media e lo stesso, dal suo lavoro, accadde per le produzioni a lui successive, che da lui stesso presero poi ispirazione.
Punto di riferimento per la sua particolare dote e il suo stile, sia in Giappone che in tutto il mondo, Miura si è fatto conoscere ben oltre il suo pubblico più affiatato e legato alle sue prime pubblicazioni, anche a noi più giovani e sono sicuro che continuerà a farsi apprezzare anche dalle future generazioni, così come ha ispirato anche registi come Tim Burton e Sam Raimi e pellicole come “Excalibur” e “Conan the Barbarian“.

Buon viaggio, maestro Miura.

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Pubblicato da Re_Censo

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