Addio a Gene Hackman, uomo dai mille volti a Hollywood

Eugene Allen Hackman, è nato a San Bernardino il 30 gennaio 1930.
In tenera età, lui, il fratello e i genitori, si sono spostati più volte fino ad arrivare a stanziarsi a Daville, nell’Illinois, dove rimase anche dopo il divorzio dei genitori.
A 16 anni entra nei Marines prestando servizio come operatore nelle radiocomunicazioni e, quattro anni dopo, si trasferisce a New York, frequentando poi l’Università dell’Illinois per giornalismo.
Intraprende poi la carriera di attore a 22 anni, incoraggiato dalla moglie Faye Maltese e si trasferisce in California, a Pasadena.

Il suo esordio come attore lo vede fare varie apparizioni sul piccolo schermo già a partire dagli anni sessanta, in musical come “Ride with Terror” che gli aprirono le porte del cinema, nel quale il suo primo ruolo di rilievo è nella pellicola “Lilith – La dea dell’amore” del 1964. Si apre così la sua carriera col primo ruolo da co-protagonista nel film “Gangaster Story“. Nel frattempo la madre muore nel 1964, a causa di un incendio nel suo stesso letto, appiccato da una delle sue sigarette.

Sempre da co-protagonista lo ritroviamo negli anni successivi in “Gli spericolati“, con Robert Redford, “I temerari“, “Abbandonati nello spazio“.

Iniziano a fioccare le nomination ai Golden Globe quanto agli Oscar e nel 1971 giunge alla ribalta a livello internazionale per la sua interpretazione di Jimmy “Popeye” Doyle nel film “Il braccio violento della legge“, recitando al fianco di Roy Scheider. Proprio per questa interpretazione, vince il suo primo Oscar come miglior attore.
L’avventura del Poseidon” e “La conversazione” diventano pietre miliari della sua carriera, per l’eccezionalità della sua performance.
A partire dal 1974, si allontana dalla sua ormai comfort zone, cimentandosi in un genere per lui nuovo, quello comico, apparendo in “Frankenstein Junior“, interpretando un uomo cieco che versa la minestra bollente sulla creatura mostruosa.
Nel 1978 è scelto per interpretare Lex Luthor in “Superman“, con Christopher Reeve e Marlon Brando e poi, due anni dopo, nel secondo capitolo “Superman II“.

Nello stesso periodo però, Hackman rinuncia a numerosi progetti, tra cui “Qualcuno volò sul nido del cuculo“, “Incontri ravvicinati del terzo tipo” e “Rambo“, per concentrarsi su altri lavori, come “Reds” che fu un successo tale da ottenendo ben dodici candidature agli Oscar e tre vittorie, come miglior regia, miglior attrice non protagonista e per la fotografia.

Alcuni titoli più commerciali che rifletterono il flop al botteghino, lo portano nuovamente al successo nelle pellicole “Colpo vincente” e “Senza via di scampo” e sempre nel 1978 ritorna nel ruolo di Luthor nel quarto capitolo di Superman.

Con “Mississippi Burning – Le radici dell’odio“, del 1989, offre una delle sue migliori interpretazioni e il film ottenne un successo inimmaginabile, vincendo l’Orso d’argento a Berlino e la sua quarta candidatura agli Oscar.

Un arresto nella sua carriera avviene nel 1990, quando l’attore ha dovuto sottoporsi a un intervento di angioplastica al cuore e questo lo tenne lontano dagli schermi per un pò, tanto da rifiutare sia la direzione che l’interpretazione de “Il silenzio degli innocenti“.
Il suo ritorno segna altre vittorie, infatti nel 1992, col western “Gli spietati“, conquista il suo secondo Oscar, il Golden Globe e il BATFA, oltre a numerosi altri premi e riconoscimenti minori.
Nel 1993 è ne “Il Socio” con Tom Cruise, adattamento del romanzo di John Grisham.

Diretto da Clint Eastwood, nel 1997 è in “Potere assoluto“. Fanno seguito, fino agli anni 2000, altre pellicole, come “Nemico pubblico“, “Piume di struzzo“, “L’ultimo appello“, “Twilight“, “Under Suspicion“.

Con il film “I Tenenbaum“, vince il suo terzo Oscar e nel 2003 riceve il Golden Globe alla carriera, per i suoi 40 anni nell’industria cinematografica.

Nel 2004 recita nell’ultimo film cui prende parte, “Due candidati per una poltrona“, prima di ritirarsi a vita privata, come confermerà più avanti, nel 2008, alla presentazione di un suo libro.

Il 13 gennaio 2012, mentre passeggiava in bicicletta alle Florida Keys, viene investito da un camioncino, subendo un grave trauma cranico, anche se poi il suo addetto stampa riferì di qualche bernoccolo e poche contusioni.

Il giorno 26 febbraio 2025, nella sua casa a Santa Fe, in New Mexico, è trovato morto, all’età di 95 anni, assieme alla sua seconda moglie, Betsy Arakawa, e al loro cane. In corso sono ancora le indagini per appurare le dinamiche dei fatti e le cause della morte, che tutt’ora restano ancora ignote.

Riposa in pace, Gene Hackman.

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Pubblicato da Re_Censo

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