Addio a David Lynch, visionario avanguardista e maestro del cinema

Addio a David Lynch
visionario avanguardista e maestro del cinema

David Keith Lynch è nato a Missoula, nello Stato del Montana, il 20 gennaio 1946.

La sua infanzia lo vede spostarsi negli States e per alcuni periodi, dal nord-ovest del paese, si sposta nello Stato di Washington e in Idaho a causa degli incarichi del padre che lavorava come ricercatore per il Dipartimento dell’Agricoltura.
Lynch entra nello scoutismo americano, ottenendo il rango di Eagle Scout, partecipando anche alla cerimonia di investitura del presimente John F. Kennedy. Ma sin da adolescente il suo sogno è quello di diventare un artista.
Frequenta così vari corsi presso varie istituzioni e istituti, passando dalla “Corcoran School of Art di Washington” alla “School of the Museum of Fine Arts” di Boston, finché non decide di partire per l’Europa per incontrare un pittore espressionista dell’epoca, Oskar Kokoschka, programmando un periodo di permanenza di almeno tre anni, ma poi ritorna dopo soli quindi giorni.

Nel 1966 si trasferisce a Filadelfia e sperimenta per la prima volta le macchine da presa e il suo primo cortometraggio si intitola “Six Men Getting Sick” grazie al quale gli viene poi commissionato un video da H. Barton Wasserman.
Neanche quattro anni dopo, abbandona le arti visuali e si dedica alla regia, vincendo una sovvenzione di 5000 dollari dalla “American Film Institute” e produce “The Grandmother” della durata di 34 minuti nei quali già si iniziano a intravedere quelli che possiamo definire i marchi di fabbrica con cui Lynch diverrà poi famoso nel mondo.

L’anno successivo, nel 1971, con lo stesso metodo, vince una sovvenzione di diecimila dollari e lavora al suo primo lungometraggio, che però vede una gestazione molto travagliata con alcune pause in attesa di nuovi fondi che gli permettono di dedicarsi anche ad altri lavori, come il lungometraggio “Eraserhead – La mente che cancella” che è ancora considerato nel cinema mondiale uno dei suoi più grandi capolavori e fonte di ispirazione per un altro regista, Stanley Kubrick.
Altra pellicola che ancora oggi è molto chiacchierata è “The Elephant Man” del 1980, ma che ancora una volta trova difficoltà nel reperire fondi e molti sono gli studios che rifiutano. Sarà proprio Mel Brooks a convincersi a dargli la possibilità e ci vede lungo, perché la pellicola riceve ben 8 candidature al Premio Oscar, tra cui quelle per miglior regia, miglior sceneggiatura e acclamazioni di pubblico e critica.
Queste attestazioni spianano la strada a David Lynch e questo sarà per lui il suo film col maggiore incasso nella sua carriera.
Nel 1984 accetta di girare l’adattamento del romanzo di Frank Herbert, “Dune“. Ma Dune si rivela un fiasco al botteghino e la critica non lo aiuta di certo. Subisce così anche numerosi tagli, riducendo le oltre tre ore e mezza della versione originale, in soli 137 minuti, che rese così la trama incomprensibile.

Solo successivamente, per la televisione, vengono aggiunte alcune delle scene tagliate, nel tentativo di ridare senso alla storia monca che era uscita al cinema. Lynch, per niente contento, abbandona e si oppone alla paternità di quell’opera, segnando così questa esperienza come una sorta di trauma per il regista che perde entusiasmo e da allora pretenderà per se la prerogativa del “final cut” per ogni opera che firma.
In questo periodo Lynch ritorna alla passione giovanile della pittura.

Sempre finanziato da De Laurentiis, Lynch lavora nel 1986 a “Velluto blu” che riprende sempre i suoi tratti distintivi, come una donna in pericolo, città piccole dai lati oscuri e canzoni dell’epoca. Con questa pellicola, Lynch stringe un sodalizio con il compositore Angelo Badalamenti.

Dopo un film mai andato in porto su Marilyn Monroe, Lynch si interessa alla televisione e nasce così “I segreti di Twin Peaks” di cui dirigerà ogni episodio a partire dal pilota, oltre che scriverne diversi episodi e apparire persino come attore. Il debutto è sulla ABC nel 1990 e ben presto è destinata a incontrare il favore del pubblico, però i contrasti con la ABC su come gestire l’identità dell’assassino di Laura Palmer, fanno perdere l’entusiasmo al regista che dopo il pilota della seconda stagione lascia tutto.

Si dedica quindi a “Cuore selvaggio” e nel 1992 Twin Peaks, dopo continue interruzioni, viene cancellata.

Lynch, dopo altri progetti, sempre per ABC, si dedica alla direzione di tre episodi stavolta per HBO, “Hotel Room” che lo porteranno a dirigere poi “Strade perdute” che però riceve scarso successo da parte del pubblico e la critica ha pareri contrastanti, nonostante divenga ben presto un cult.

Nel 1999 esce “Una storia vera“, distribuito dalla Disney e nello stesso periodo progetta un nuovo telefilm Mulholland Drive” che però non convince e viene sospeso per poi ricevere un finanziamento dalla francese “Canal Plus” e Lynch trasforma la serializzazione in un film autoconclusivo.

Dal 2005 crea poi una serie di corti digitali che caricherà online, sotto il titolo “Dumbland” e che poi saranno scritti su DVD.

Lynch, dal 2005, si dedica a un nuovo esperimento, questa volta senza un copione, intitolato “Inland Empire – L’impero della mente” nel quale costruisce le scene in base a quanto accaduto in quella precedente. Viene accolto dalla “63ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia” e il 6 settembre 2006 il regista riceve il “Leone d’Oro alla carriera“.

Un pò nostalgico, nel 2014 torna alla sua creatura “I segreti di Twin Peaks” e realizza nuovi episodi per “Showtime“, ma l’anno successivo abbandona il progetto per budget troppo basso. Appianate le divergenze con la produzione, questa annuncia che i nove episodi previsti in realtà sono estesi a diciotto. Lynch torna alla grande, occupandosi della sceneggiatura, della regia e del montaggio, rivestendo nuovamente i panni del suo personaggio di un tempo, l’Agente FBI Gordon Cole. Il titolo cambia in “Twin Peaks“.
Anche il film prequel, “Twin Peaks: Fuoco cammina con me” vede in questo periodo la luce, dopo che è rimasto inedito per oltre 26 anni.

Amante delle nuove tecnologie, curioso come sempre, Lynch apre un suo canale su YouTube nel 2016 e inizia a pubblicare tutorial e cortometraggi sul suo “David Lynch Theater“.

David Lynch è morto all’età di 78 anni il 16 gennaio 2025, a causa di un enfisema.

Riposa in pace, Maestro Lynch.

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Pubblicato da Re_Censo

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